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(L. Mies v. d. Rohe)

 

Il futuro dell' abitare

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Il futuro dell' abitare

 

 Dinamico, colorato, sociale smart, collegato in rete e multifunzionale, così architetti, ingegneri, sociologi, ricercatori e pianificatori urbani immaginano la città del futuro. Una cosa è certa: il futuro appartiene alla città, poiché secondo l' opinione di osservatori, il trend dell' urbanizzazione è in crescita inarrestabile e la molteplicità degli stili di vita e delle forme dell' abitare tendono ad una integrazione in spazi semre più ridotti.

 

Ai tempi passati di quando le fasmiglie assistevano a trasmissioni televisive come <lascia o raddoppia>, <La corrida>, etc., la nostra biografia abitatativa era agevolmente ben visibile: dalla cameretta per i bambini negli anni dell' infanzia e successivi, all' appartamento in affitto o in proprietà nel condominio e più tardi la casa unifamiliare nella periferia urbana o nella campagna, condannati a far uso dell' auto per gli spostamenti giornalieri e di conseguenza inquinare l' aria e incidere sui parchi bilanci familiari, poiché la politica,nata in letargo e caduta nel degrado, mai si è preoccupata di densificazione all' interno degli abitati, sentita come premessa di urbanità e di umanità, assegnando così gli spazi urbani di vita e socializzazione di un tempo, la strada e la piazza, alla „dea“ auto, il tutto nell' assenza del minimo ordine e rigore, precipui di ragionati regolamenti edilizi „regionali“ e statuti urbani (Diritto edilizio pubblico), di una legge urbanistica „nazionale“ e di ordinamento „nazionale“ sull' uso i suoli e dei lotti edificabili (Diritto urbanistico), controlli dell' attività edilizia, freno alla speculazione fondiaria ed edilizia imposta da un disonesto <indice di cubatura> ad uso e consumo (ancora oggi) di sciacalli, immobiliaristi d' assalto, sedicenti imprese di costruzioni imbottite di manavolanza improvvisata, più che di bravi capimastri, mastri, e manovali, tutti ad impastare conglomerati cementizi „disarmati“ o depotenziati senza che mai nessuno si preocupasse ed occupasse della loro composizione balorda a base di sabbia e ghiaia tolte alle spiagge, veleni micidiali di quelle armature metalliche fatte e montate a castigo di Dio, senza il minimo di spessore di copriferro com' era stato prescritto già da norme risalenti al 1924.

 Bene: nel secolo 21° le biografie dell' abitare saranno più variegate, poiché diversi stili di vita, forme familiari e modelli di lavoro cambieranno (e hanno già incominciato a cambiare) richieste e attenzioni da rivolgere sia agli spazi pubblici che all' edilizia abitativa. Anche i criteri di separazione degli ambiti funzionali della casa, sino a qualche tempo fa perseguiti, scompariranno, se ascolto si vuole concedere agli studi sul futuro dell' abitare elaborati dal solerte Istituto di ricerche tedesco sul futuro.

Casa, lavoro, acquisti, professione e tempo libero, pubblico e privato, tutto avverrà in sequenze senza tempo e possibilmente in luoghi e spazi flessibili, non sappiamo se per continuare nella produzione di quei „non-luoghi“, cioè di quei spazi spersonalizzati, difettosi di sociabilità e solidarietà, in cui si condensano le identità e ci si ammassa solo per ragioni economiche, denunciati dall' antropologo ed etnologo francese, Marc Augé.

 

Per poter connettere i diversi ambiti di vita e modelli abitativi ineluttabili sono ritenuti una innovativa edilizia residenziale e un „intelligente“ management immobiliare, poiché le strutture costruttive devono reagire in maniera veloce e flessibile ai mutamenti sociali già in atto con le abitazioni, gli edifici e interi quartieri sottoposti a pressanti richieste di multifunzionalità ed uso neutrale.

 

Zone al posto di camere, insomma.

 

Un fenomeno che i ricercatori dell' Istituto tedesco hanno chiamato „Conceptual Living“ e che trasferirà flessibilità dei progetti e fasi della vita nell' abitare. La famiglia tradizionale assume i connotati di Singles (1 persona), genitori-Singles (cioè senza prole) abitano separatamente, famiglie con prole proveniente da precedenti unioni dei singoli genitori (ingl.: „pachtwork“) con le mura dell' abitazione che si devono adattare alle diverse fasi della vita e la conseguente risposta di trasformazione delle camere in zone con i mobili che sostituiscono muri e pareti che diventano flessibili. Meno pareti, meglio è, con il monolocale con bagno ad offrire la massima libertà di progettazione ed esecuzione. Il risuiltato è che non soltanto l' abitazione, ma anche la casa e il quartiere si trasformano in un sistema flessibile capace di tenere a portata di mano spazi all' uopo disponibili e ambienti da fruire insieme, considerato che <comunità abitative> offrono spazi d' incontro e consolidano la coesione sociale – un valore, questo, che proiettato al 2040 assume crescente rilevanza in relazione all' aumento vertiginoso di persone singole (Singles).

Un dato che i ricercatori fanno discendere dalla tipicità dalla cultura della partecipazione e dello scambio generata dai media sociali e che nella forma di <Collaborative Living> verrà trasferito negli spazi fluidi di vita quotidiana consentendo, così, alle persone d' identificarsi negli spazi collettivi allo scopo di dilatare l' ambito abitativo. Per i ricercatori „Il parco diventa giardino, la biblioteca diventa ufficio, l' abitazione non ha più, diciamo, una superficie di 50 mq., bensì quella dell' intera città al punto fare di questa uno spazio totale di vita nel quale uffici moderni comuni, offerta di assistenza ai bambini, servizi <Elder-Care> (assistenza e cura degli anziani), giardini comuni, Do-it-yourself Labortoy (laboratori „fai da te“), café del sapere e della conoscenza, etc, faranno da pietre basilari dell' abitare le case e il quartiere in futuro, quali sono già i modelli Co-Husing in molte città del mondo.

 

Negli spazi privati verrà depositato il necessario e il sovrapiù finirà in spazi comuni, grazie anche all' approviggionamento di beni per via digitale, se si pensa che già oggi l' E-Book ha incominciato a sostituire lo scaffale dei libri e in futuro l' innovazione tacnica migliorerà (?) notevolmente gli standards abitativi. Si pensi, p.e., ai vantaggi della Smart-Home (Domotica), vista e percepita come soluzione dell' abitare „intelligente“ in rete in uno con soluzioni planimetriche variabili e articolazioni abitative flessibili in zone. Poiché – sono i ricercatori ad attestarlo – una casa o un appartamento diventa effettivamente „smart“ nella misura in cui riesce ad adattarsi allo stile di vita della famiglia migliorando in maniera rilevante la qualità della vita.

 

Non si chiudano gli occhi e le menti al futuro e il Mezzogiorno d' Italia si abitui ad un <fai da te> ragionato, nel conforto di scienza e tecnica, considerato che lo sconforto cagionato da una settantennale politica degradata a malapolitica, caos, disordine e malaffare concede poche speranze ad una catarsi di fondo.

Architetti, sociologi, painificatori urbani, ingegneri, mondo industriale e artigianale, Scuole di Architettura – si, anche filosofi ! - diano non una, ma tutte e due le mani, e con ingegno, metodo, perseverante caparbietà e determinatezza indicare all' Italia un cammino sicuro verso il futuro.

 

 

 

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