Prevenzione e ricostruzione postsismica / Renovatio urbis

Written by Nicolò Piro on .

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Macerie, macerie, macerie . . . . . ancora oggi macerie!

 

Deve essere percepita come fenomeno complesso con al centro l' uomo e la città, questa considerata latu sensu, deve necessariamente essere incastonata tra polarità come antropologia umana e sociologica urbana, da una parte, urbanistica e architettura (URBATETTURA), dall' altra, tenendo in debito conto categorie come teoria (Teoria di architettura e Teoria di urbanistica) e ricerca (urbana, abitativa, edilizia, sociale, etc.), aperta ad un contributo internazionale il più ampio possibile e non consegnata ad avventurieri accademici, cotti e stracotti, della malapolitica italiana, quali sono il sedicente commissario straordinaro di turno per la ricostruzione postsismica (Pd), la capra belante del MIT, Paola De Micheli (Pd) e il suovice, l' asino ragliante Giancarlo Cancelleri (M5S), ingegneri, architetti e geometri montati dalle catene di montaggio di sedicenti università e istituti tecnici, giuristi passatempo e istituzioni nate fallite, etc., tutti a danzare, ora attorno al sarcofago contenente ecobonus e sismabonus al 110 % con sconto in f(r)attura in stato avanzato di putrefazione buoni soltanto a generare commiserazione in Paesi come Svizzera, Austria, Francia, Germania, Olanda e i Paesi „frugali“ del Nordeuropa. Che vergogna!

E così che si affrontano le emergenze per calamità naturali in "questa" italia squinternata, superficiale e senza pudore, dopo che la Germania da ben sessant' anni si sforza di dimostrare quanto irrinunciabile sia l' apporto del contributo di idee per affrontare le emergenze, rinnovare la città, rianimanndo teoria, didattica e ricerca, ristudiando i "grandi" del passato per capire, intanto, che l' Urbanistica, scienza pura, altro non è, e deve essere, che una parte della Pianificazione urbana (e territoriale) ad occuparsi essenzialmente delle modalità necessarie alla costruzione logica e razionale della città in uno con le dimensioni politica, sociale, economica ed ecologica.

Poiché, per intenderci, l' Urbanistica è connotata dal rapporto con le risorse materiali e fisiche quali il suolo, l' edificazione, gli spazi pubblici, le infrastrutture, il verde come ha inteso richiamare Ildefonso Cerdá secondo il quale: "L' Urbanistica (urbanización) è . . . un disporre di edifici così tra loro in rapporto e comunicazione in guisa che gli abitanti possono incontrarsi, aiutarsi reciprocamente, difendersi e assieme attivare quei servizi che senza danno personale contribuiscono alla crescita e allo sviluppo del benessere generale e del progesso".

E si, poiché l' Urbanistica, per ricordarlo alle scimmie di questa italia stranulata, è per le sue origini una disciplina architettonica, oltreché scienza. Pertanto non soltanto connubio tra tecnica ed estetica, bensì declinazione e sintesi di URBAnistica e archiTETTURA, donde: URBATETTURA. Nel noto trattato L.B. Alberti, De re aedificatoria (1485) ci ha consegnato la sistematica rappresentazione dell' intreccio per la pianificazione dell' ambiente costruito con l' Urbanistica espressamente e dettagliatamente trattata in guisa da coniare verso la fine del 19. Secolo, l' espressione di "Staedtebau" (lett.: costruzione della città), grazie al ruolo-guida dell' urbanistica tedesca e austriaca tra il 1890 e il 1914, di "Stedebouw" in Olanda, di "urban design" o "city design" a differenza di "urban planning" (city planning, town planning) o Pianificazione urbana in Gran Bretagna, di "Urbanisme" (raramente "urbanisation e "aménegement urbain" in Francia, di "urbanismo" (per I. Cerdá "urbanización" in "Teoria general de la urbanización", 1867) in Spagna e "urbanistica" in Italia.

Ma cosa viene a raccontarci l' architetto dei "boschi verticali per sdolcinati milanesi, Stefano Boeri, senza spendere una parola o un concetto (poiché non può) sulla Sociologia urbana, sui muitamenti sociali in corso in una Italia che al proletariato ha sostituito il precariato, depone gli anziani in case di pena gestite da personale privo di elementari nozioni di geriatria e psicoterapia per masscrarli a botte, sulla riorganizzazione degli spazi abitativi con al centro una rivisitata tipologia della casa urbana "a schiera" nella tipicità della città europea, del tessuto urbano dominante nella città italiana e, soprattutto, nei centri minori, sulla struttura e qualità dello "spazio pubblico" (la "cultura" dello spazio pubblico per Jürgen Habermas) per il quale Richard Sennet, in riferimento a Kevin Lynch, sostiene essere occasione di <identificazione degli abitanti con la loro città in forza di articolate figure architettoniche le cui ben definite e caratteristiche qualità d' immagine consentono (per Aldo Rossi) la sua presa di possesso>.

Dunque nuovi standards edilizi e abitativi per la casa urbana "a schiera (ingl.: the townhouse) con i quali connotare i processi di ricostruzione e di renovatio urbis per i quali una fonte inesauribile d' ispirazione e di identificazione degli abitanti ci viene data dai tessuti urbani della città medievale dell' Italia centrale, ma anche dalla lettura delle "Città invisibili" laddove Italo Calvino scrive: "Aldilà dei sei fiumi c' è Zora, una città che nessuno di chi l' ha vista può dimenticare. Con le sue sequenze di strade e case lungo le strade Zora ha la caratteristica di restare punto per punto nella memoria, anche se non ha particolari bellezza e rarità da mostrare". Il tutto è, pertanto, più importante delle sue parti, mentre l' insieme urbanistico-spaziale trova nello spazio pubblico la sua sceneggiatura e la singola casa ritmo e struttura, soprattutto nella premessa che si tratti di case di una precisa e determinata dimensione in larghezza del fronte e altezza dell' edificio e che la sua architettura non appaia bizzarra e appariscente. L' idea di una casa possibilmente stretta, acquisita come unità canonica <muro a muro> sviluppantesi in altezza, tanto cara a Pierre Le Muet,

scomparve con l' avvento del Movimento Moderno (si ricordano a tal uopo le "Siedlungen" della Germania alla fine del primo conflitto mondiale) facendoci dimenticare che l' ordinata successione della casa urbana "a schiera" era sinonimo di densità, urbanità e dimensione umana della città..

Per Max Weber: "Si può cercare di definire una città in maniere diverse, ma tutte le definizioni hanno un aspetto in comune: la città è in ogni caso una composizione urbana del tipo "chiuso", giammai la successione di edifici isolati". La casa urbana "a schiera", la tipologia edilizia di maggior successo di tutti i tempi - si tratti della casa unifamiliare o dell' edificio plurifamiliare -, rappresenta l' alfabeto di un ordine grammaticale dell' architettura urbana costituendone, di conseguenza, la sua caratterizzazione. In tale ruolo la sua disposizione come quinta scenica del tessuto urbano fatto di strade, piazze, slarghi e interspazi, la casa urbana "a schiera", come corpo edilizio con prospetto sulla strada e retroprospetto sul giardino privato o sulla strada retrostante, rappresenta un principio costitutivo della città. Questa convenzione, insita nella successione della casa urbana, è stata nel tempo illimitata ed oggi offre un ideale campo sperimentale per il progetto contemporaneo della dimora nella città. 

"La guarigione dello storpio e resurrezione di Tabita", l' affresco di Masolino, che aveva come aiutante il più giovane Masaccio, facente parte della decorazione della Cappella Brancacci nella chiesa di Santa Maria del Carmine a Firenze, la veduta della Piazza principale di Amelia (Umbria).e la sequenza di case "a schiera" a Lucca

La guarrigione dello storpio e resurrezione di Tabita, Masolino

La Piazza principale di Amelia

 

La Piazza dell' Anfiteatro, Lucca

 

esprimono un vibrato unico in quella che senza ombra di dubbio possiamo definire come ars urbium totale e totalizzanteIn mancanza di un accostamento passionale a Storia e Teoria dell' Urbatettura, composizione urbana, progetto di architettura e costruzione in zona sismica di cl..2.** in una Italia senza regole e, soprattutto, in assenza di un affidabile <Diritto urbanistico> (Legge urbanistica "nazionale" e Ordinamento "nazionale" sull' uso dei suoli e dei lotti edificabili) e di un disciplinante <Diritto edilizio pubblico> (Regolamenti edilizi "regionali" e Statuti urbani), ma anche di Norme edilizie, Diritto professionale per categorie professionali (archh., ingg., geomm.), moderne Scuole di Architettura e d' Ingegneriea, Istituti Tecnici Superiori per Geometri e Scuole professionali per la formazione di muratori e carpentieri ed efficienti istituziomi politiche centrali e periferiche, tutto finirà per aggiungere confusione al caos esistente trasformando le generose risorse economiche che offre un' ansimante Europa soltanto in mezzo di sostentamento parassitario e non produttivo di un sistema che fin dalla sua nascita ha messo in ginacchio l' Italia sprofondata in un debito pubblico che non conosce pari nelle democrazie occidentali, ma anche nel terzo mondo.

Cosa significano, allora, ecobonus e sismabonus al 110% e con sconto in „f(r)attura“, come incentivi per l' edilizia fino al 2021 di un fantomatico Decreto Rilancio in un contesto di grandi mutamenti climatici che dovrebbero mettere in discussione i principi della Fisica Tecnica rivolti in passato al miglioramento energetico degli edidici ? E dopo? Come costruire in zona sismica, per intenderci, all' insegna di sicurezza, economia, funzionalità, estetica, responsabilità verso la committenza, sia pubblica che privata, una casa urbana "a schiera"? Ristrutturando edifici fatiscenti vecchi di secoli aventi muri contigui in comune e muri portanti votati a crolli a catena in caso di eventi sismici di elevata magnitudo? Se è la malapolitica ad essere fatta di imbroglioni e disonesti, quele il ruolo di architetti e ingegneri se non quello di far sentire la loro parola ed imporre la loro volontà sulla base di proposte tecnicamente sostenibili? Costruire come in un' Italia con il tessuto edilizio storico più ambizioso del mondo? In laterizio autoportante, antisismico e autoisolante (Poroton con alveoli riempiti in pomice o lana di roccia) dello sp. di 36, 5 cm, sufficiente per l' unica classe climatica prevalente in Italia, o con il ricorso ad una gabbia e muri di interni di controvento in c.c.a. del tipo leggero o ultraleggero (vedasi all' uopo la ricerca avanzata e già applicata in Germania) dello spessore di 24 cm? In tal caso a nostro debol parere per i muri esterni sarebbe sufficiente un paramento dello sp. di 8 cm in elementi Poroton di grande formato del tipo testé accennato e intonaco esterno, sp. 25 mm? In Giappone, Paese ad alto rischio sismico noto in tutto il mondo per le sue innovative, in termini di criteri distributivi ed architettura di alta qualità, tipologie residenziali urbane gli edifici senza cantinato, vengono normalmente eretti su una piastra o platea con fondazioni dei muri perimetrali e di controvento della profondità media di 1-1,50 m in guisa da <ancorare> l' edificio al suolo, tenuto conto che le onde sismiche raggiungono la massima intensità sulla superficie terrestre. Riflessioni tutte assenti in „questa“ italia facilona, saccente e petulante, incapace di guardare oltre l' orlo del piatto sul quale gli è stata servita un generosa zuppa calda dai Paesi minchioni nei quali innovazione, didattica, ricerca, fantasia, impegno e serietà sono una costante quotidiana sempre <in progress>.

Ci racconti qualcosa, l' architetto (né urbanista né pianificatore urbano, men che meno storico della città e coniscitore degli elementi di sociologia urbana), Stefano Boeri, se con la sua mania paranoica di boschi verticali ed orizzontali intende cancellare millenni di storia di archittura di pietra, fatta di regole compositve e di armonia o, piuttosto, cercare vuoto protagonismo di mniera. Si faccia, piuttosto, portatore di un messaggio di pulizia, di etica professionale e di responsabilità civica, adoperandosi a rendere costante la regola aurea dei concorsi nazionali ed internazionali di progettazione urbana e di architettura col coagulo di contributi ed esperienze avanzate e solidificate di Paesi come Svizzera, Austria, Germania, Francia, Paesi Bassi, Gran Bretagna, Paesi Scandinavi, Cina e Corea; etc.; far allontanare smorfie politiche da istituzioni „teniche“ sensibili caldeggiando l' istituzione di una Commissione ministeriale per tutti gli aspetti dell' edilizia (residenziale, industriale, scolastica, ospedaliera, etc.) e per la difesa e cura del paesaggio che, in sintonia con i Consigli Nazionali di ingg., archh., e geomm., possa fare da consulenza permante ai Governi.

In revisione (continua)

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