Palermo "rinasce"
BLOG SICILIA.it
03.07.2022
Toto Giunta a Palermo, Lagalla fra due fuochi, gli “esclusi” chiedono il rispetto dei patti
Ore decisive per Roberto Lagalla e per il centrodestra, chiamati a porre in essere una composizione equilibrata della futura Giunta di Palermo. “La storia la scrivono i vincitori”, dice una vecchia massima. Ma, in politica, anche i vinti hanno voce in capitolo. Fra forze politiche che sgomitano ed alleati rimasti fuori da Sala delle Lapidi che richiamano il rispetto dei patti pre-elettorali, il sindaco è chiamato a trovare una quadra per mantenere un equilibrio, considerando che, sullo sfondo, ci sono le elezioni Regionali d’autunno.
Composizione della Giunta che deve partire inevitabilmente dalla scelta delle regole per determinare i nomi. Posto che i requisiti della competenza e dell’esperienza sono oggettivi, quello su cui si discute è la soglia del 3,5% per determinare il nome di un assessore. Limite numerico stabilito nella famosa riunione elettorale fatta all’hotel delle Palme nella quale il centrodestra chiuse compatto proprio sul nome di Roberto Lagalla. Una regola divenuta meno salda del previsto negli ultimi giorni, con forze politiche che reclamano maggiore spazio in quanto hanno eletto consiglieri a differenza di altri.Una matassa che non è così facile da sciogliere, visto e considerato che a breve-medio termine ci saranno le elezioni Regionali. Lasciare quindi alleati insoddisfatti non è consigliabile. E qualcuno arrabbiato c’è decisamente.
Tuona Saverio Romano: “Rispettare i patti, altrimenti conseguenze su Regionali”
Come l’esponente palermitano di Noi con l’Italia Saverio Romano, che ricorda agli alleati l’accordo pre-elettorale di maggio. “Un’alleanza tra partiti è tale se viene rafforzata l’idea di condivisione delle scelte politiche ed amministrative prima di ogni decisione. Il metodo secondo il quale in una coalizione chi vince, anche grazie al contributo elettorale degli altri, prende tutto, ne snatura l’essenza e si riduce ad un’accozzaglia. Per tanto tempo, perdendo abbiamo accettato e preteso il ruolo di opposizione senza tentazioni ‘salterine’. In questa occasione a Palermo anche noi abbiamo vinto, conseguendo un risultato che, di comune accordo, è stato stabilito come minimo per avere rappresentanza nel governo”.
“Non ci sono scorciatoie possibili – prosegue Saverio Romano -. Siamo un partito nazionale e come tale rivendichiamo il nostro ruolo politico, al resto non siamo interessati. Se il sindaco Lagalla dovesse essere di diverso avviso e, con lui, gli altri partiti della coalizione sarebbe grave e avrebbe conseguenze politiche a partire dalle prossime regionali“. Opinione chiaramente condivisa sia da Alleanza per Palermo, area che fa capo a Totò Lentini, che dall’UdC, che punta per un assessorato in favore di Elio Ficarra.
Deleghe tecniche e ruolo delle Partecipate
Insomma, in tanti mirano ad avere posto, qualcuno ad averne due o tre. Poi però ci sono anche quelle deleghe che non saranno facili da piazzare per Roberto Lagalla, come quella ai Servizi Cimiteriali o ai Rifiuti tanto per fare degli esempi. A tal proposito, il ricorso ad assessori tecnici potrebbe essere la soluzione, anche se, almeno per il momento, il sindaco punta a mantenere sotto il suo controllo due deleghe in particolare.
“La norma ci consente di potere nominare la Giunta entro dieci giorni dall’insediamento del Consiglio Comunale – ha dichiarato Roberto Lagalla qualche giorno fà -. Ho detto che avrei proposto la Giunta entro quindici giorni dall’insediamento. Terremo fede a questo impegno. Profili di cui abbiamo bisogno per avviare concretamente il lavoro dell’Amministrazione”. La data buona in tal senso sembra quella di mercoledì, anche se non sono da escludere ulteriori rinvii.
Verso l’ok Maurizio Carta
Un ragionamento nel quale potrebbero rientrare inevitabilmente le società partecipate e le presidenze di commissione. Ciò per dare maggiori margini di manovra allo stesso Lagalla. A tal proposito, più di qualcuno aveva pensato che le dimissioni di Girolamo Caruso dal ruolo di amministratore unico di Rap potessero muoversi in tal senso, ma il respingimento della remissione dall’incarico da parte di Lagalla ha spento tali rumors, visti anche i buoni rapporti che intercorrono fra i due soggetti in causa. Non è da escludere però che qualche partecipata di peso possa rientrare nel discorso Giunta. Ciò per togliere dall’imbarazzo qualche forza politica divisa fra due fuochi.
Ma il tempo è tiranno e gli assessorati ad oggi sono senza una testa, in attesa di una nomina da parte del sindaco. Il tutto in un quadro emergenziale soprattutto sul fronte del bilancio, dei rifiuti e dei servizi cimiteriali. Una squadra di Governo, quella di Roberto Lagalla, che vedrà un mix fra assessori politici e tecnici. Con riguardo alle deleghe tecniche, sembra verso l’ok definitivo la nomina di Maurizio Carta come assessore all’Urbanistica. Il prorettore dell’Università sta partecipando già attivamente a diversi progetti con l’Amministrazione Comunale, dimostrando una certa sinergia con l’attuale sindaco. L’altra delega che Roberto Lagalla terrà tecnica sarà quella al Bilancio. Anche in questo caso, si potrebbe optare per una nomina di spessore proveniente dal mondo universitario.
Forza Italia vicina ad una sintesi, Tamajo sceglie Tamajo
La parola chiave di queste ore è incertezza. Ma c’è l’eccezione che conferma la regola, ovvero Forza Italia. Gianfranco Miccichè ed Edy Tamajo sembrano aver trovato, già da qualche giorno, un accordo tecnico all’interno della compagine azzurra, anche se il presidente dell’Ars continua a premere sul sindaco per dare a Francesco Cascio il giusto riconoscimento dopo il ritiro della propria candidatura durante la scorsa campagna elettorale.
Di sicuro c’è che il dibattito interno al partito ha cementato la posizione Giulio Tantillo come candidato numero uno alla presidenza del Consiglio Comunale. Lo storico consigliere, giunto al quinto mandato, garantisce il giusto mix fra esperienza e rispetto istituzionale che accontenta tutte le anime di Forza Italia. Partito che potrà esprimere tre preferenze in merito alla Giunta. Nomi fra i quali rientrerà quasi sicuramente quello di Rosi Pennino che, per sua esperienza personale e professionale, viene data vicina all’assessorato alle Politiche Sociali. Sul fronte di Gianfranco Miccichè, il coordinatore regionale pressa Lagalla per il nome di Andrea Mineo come possibile componente di Giunta, anche se ci sono alcune resistenze da vincere. Si fa più difficile invece la strada che porta a Stefania Munafò.
Gioca in casa il deputato regionale Edy Tamajo. Anzi, sarebbe meglio dire in famiglia. Tramontata la pista che portava a Leopoldo Piampiano, per lui troppo pesante l’esperienza in era Orlando, la scelta potrebbe ricadere sul padre Aristide Tamajo. Il presidente della Parmonval potrebbe puntare alle deleghe relative alla Pubblica Istruzione, Edilizia Scolastica e Coime. Area, quella di Sicilia Futura, a cui andrà anche la scelta del futuro capogruppo di Forza Italia.
Si cerca la quadra in Fratelli d’Italia
Momento di confronto anche in casa Fratelli d’Italia. I vertici regionali del partito hanno annunciato, nei giorni scorsi, un incontro proprio con Roberto Lagalla. Confronto promosso dal coordinatore provinciale Raoul Russo e da quello regionale, ovvero Giampiero Cannella, attraverso una nota ufficiale. E proprio i profili della governance del soggetto politico di Giorgia Meloni vengono dati in lizza per un assessorato. Con riguardo al primo, l’indirizzo va verso l’assessorato allo Sport e al Turismo (deleghe che l’ex Rettore potrebbe riaccoppiare nella futura Giunta). Campo nel quale lo stesso Raoul Russo ha esperienza, vista la collaborazione attiva con l’assessore regionale Manlio Messina.
Per Giampiero Cannella invece si profilerebbe la delega al Patrimonio, anche se lo stesso potrebbe lasciare il posto ad un suo fedelissimo in vista delle prossime elezioni regionali. In questa cerchia rientra il consigliere comunale uscente Mimmo Russo, che nei giorni scorsi aveva dato la propria disponibilità al partito. Una compagine, quella di Fratelli d’Italia, a cui spetterà indicare il nome del vicesindaco. Poltrona per la quale è in pole position Carolina Varchi, anche se la stessa potrebbe accettare l’incarico ad interim, visti i prossimi impegni elettorali sul fronte nazionale. Nelle ultime ore però, è tornato ad avanzare il fronte che porta ad una possibile scelta dei profili di Giuseppe Milazzo e Francesco Scarpinato. I prossimi giorni saranno decisivi in tal senso.
La Lega spinge sul secondo assessorato
Valutazioni da fare anche in casa Prima l’Italia. Compagine che ha avuto un risulato decisamente deludente per quelle che erano le aspettative della governance regionale e nazionale. Il partito ha infatti raggiunto a stento la soglia minima del 5%. Tre seggi in Consiglio Comunale per il Carroccio, presi rispettivamente da Alessandro Anello e da Marianna Caronia e da Sabrina Figuccia. Numeri che consentiranno ai leghisti di avere la possibilità di scegliere un assessore nella futura Giunta di Roberto Lagalla.
Qualcuno però spinge per richiedere un secondo assessorato. In tal senso, la strategia interna del partito prevede che si dovrà scegliere in ordine gerarchico, in base a chi ha preso il maggior numero di preferenze. Classifica nella quale primeggia Sabrina Figuccia, che viene così data come candidata papabile ad un assessorato, sospinta dal fratello Vincenzo Figuccia. Anche qui però, come nel caso di Andrea Mineo, ci sarà da vincere alcune resistenze, figlie dei possibili apparentamenti in vista delle prossime elezioni regionali. Partita dalla quale viene data fuori Marianna Caronia, la quale ha già scelto durante la campagna elettorale il candidato alla presidenza della IV Circoscrizione Giuseppe Di Vincenti. Profilo che ha poi vinto agilmente la competizione elettorale. Toccherebbe così ad Alessandro Anello indicare il secondo nome, sempre che Roberto Lagalla decida di concederlo.
Nuccia Albano in pole in casa Nuova DC
Con riguardo alla compagine democristiana, riportata in au nell’ultima tornata elettorale dall’ex presidente della Regione Totò Cuffaro, c’è stato un incontro con il primo cittadino, promosso dal neo commissario Giorgio Cipolla e dai vicecommissari regionali Pippo Enea e Giuseppe Alessi.
Presente anche il consigliere comunale Domenico Bonanno, secondo degli eletti in casa Nuova DC. Sede nella quale i democristiani hanno consegnato la lista dei papabili assessori. Ruolo per il quale era stato indicato prima delle elezioni il nome di Antonella Tirrito. Profilo che, però, ha perso punti dopo la tornata elettorale appena trascorsa, anche a causa delle scelte politiche dell’assessore regionale Totò Cordaro e dai numeri raggiunti dal consigliere comunale uscente Paolo Caracausi. Avanzano in tal senso le quotazioni del medico Nuccia Albano, democristiana della prima ora. Per lei si profila un incarico alla Scuola, anche se la sua esperienza nel terzo settore potrebbe metterla in competizione con il profilo di Rosi Pennino per le Attività Sociali.
Si attende che si diradi la ‘nebbia’ anche in casa Lavoriamo per Palermo. Lista del sindaco e che quindi dovrebbe rappresentare il fronte civico della coalizione, anche se è ben nota la presenza di diversi esponenti di Italia Viva, come il capogruppo uscente Dario Chinnici. Una posizione combattuta quella dei renziani, pressati dall’area nazionale per andare all’opposizione ma intenzionati in realtà, almeno per il momento, a seguire il progetto politico del sindaco che hanno sostenuto in campagna elettorale.
Lo stesso Roberto Lagalla, ai microfoni dei giornalisti, ha chiarito che la lista esprimerà un nome per la futura Giunta. Da capire cosa farà in tal senso Davide Faraone, il quale ha chiesto mandato ai suoi rappresentanti cittadini per potere avere operatività in tal senso. La strada maestra fa propendere verso una richiesta di stampo tecnico, magari accoppiata a qualche nomina in cabina di regia.
“A me non risulta che ci siano renziani in quanto tali – ha dichiarato il sindaco -. Ci sono dei consiglieri comunali eletti in una lista civica che fa riferimento diretto al sindaco. E’ prevedibile che, all’interno di quella componente, questo gruppo possa esprimere una candidatura”.
Utile ricordare la composizione del Consiglio comunale in base ai dati confermati. Sul fronte delle liste, la coalizione di centrodestra si è attestata attorno ad un 54% complessivo, ottenendo così 24 seggi. Nella futura composizione di Sala delle Lapidi, capofila sarà Forza Italia. La lista di Silvio Berlusconi a Palermo ha totalizzato una percentuale dell’11%, conquistando così sette seggi. Compagine nella quale vengono riconfermati Ottavio Zacco (primo degli eletti, 3364 voti), Gianluca Inzerillo (2551), Caterina Meli (3175) e Giulio Tantillo (2276). A seguire Leopoldo Piampiano (1038) e Natale Puma (1142). L’ultimo seggio se lo è aggiudicato Pasquale Terrani (734), che ha prevalso di poco su Rosi Pennino, distanziata di soli 21 voti.
Fratelli d’Italia: Ferrara la spunta in volata
Seconda lista del centrodestra è Fratelli d’Italia, che ha raggiunto il 10,1%. Al partito di Giorgia Meloni andranno sei seggi. Riconfermato Francesco Scarpinato (2594). Seguono l’eurodeputato Giuseppe Milazzo (2013), Antonio Rini, fratello dell’uscente Ilenia Rini (1735), Germana Canzoneri (1431), Tiziana D’Alessandro (1359) e l’uscente Fabrizio Ferrara (1335) che siederà a Palazzo delle Aquile per la terza volta. Prima dei non eletti Teresa Leto, distanziata di oltre 150 preferenze. Per la giovane candidata, rimane da capire cosa farà Giuseppe Milazzo. L’europarlamentare dovrà decidere se rinunciare al ruolo di consigliere comunale o rimanere in carica a Palazzo delle Aquile, lasciando l’indennità. Ciò in virtù della carica ricoperto al momento a Bruxelles. Per il momento, può solo rimanere alla finestra per capire come si svilupperanno gli eventi.
Lavoriamo per Palermo, rimonta di Abbate nel finale
Cinque seggi conquistati invece da Lavoriamo per Palermo, lista civica di Roberto Lagalla che comprende anche donne e uomini di Davide Faraone e gli uscenti di Italia Viva. Toccherà proprio al coordinatore regionale trovare una sintesi. Quel che è certo è che il senatore avrà a disposizione una folta squadra di consiglieri comunali. A guidare la compagine sarà il capogruppo uscente di Italia Viva Dario Chinnici (1909), seguito da Giuseppe Mancuso (1183), Giovanna Rappa (923), Salvatore Allotta (828) e Antonino Abbate (811).
Tre seggi a testa invece per Prima l’Italia con l’uscente Sabrina Figuccia in testa alla preferenze (1838), seguita da Marianna Caronia (1764) e da Alessandro Anello (1040), che ha distaccato nel finale Salvatore Di Maggio. Fuori dai giochi il capogruppo uscente Igor Gelarda anche se, per l’esponente del Carroccio, potrebbero esserci altri ruoli in vista.
Tre seggi anche per la DC Nuova di Totò Cuffaro. L’ex presidente della Regione riesce nell’impresa di riportare il simbolo democristiano all’interno di Sala delle Lapidi. Compagine che sarà capitanata, nel prossimo Consiglio Comunale, da Salvatore Imperiale (1353), seguito da Domenico Bonanno (1086) e da Viviana Raja (989), che soffia di poco il posto a Giuseppe La Vardera. Fuori dai giochi Alleanza per Palermo, UdC, Noi con l’Italia e Moderati per Lagalla.
C O M M E N T O
Musica & Urbatettura . . . .
per far rinascere Palermo.
È possibile! Una qualche ora . . . . forse anche meno per non annoiare chi senza il pan magico della buona composizione musicale, preferisce desinare al desco della mediocrita e della normalità quotidiane e, di conseguenza, rinunciare a lasciarsi librare nella magia del cielo della notte magica di San Lorenzo e lì fermare il tempo, ascoltando una . . . dieci. . . cento volte le interpretazione del <Deborah's Theme> del grande Ennio Morricone consegnandene l' apertura al violino di Eunice Cangiariello.
Sarebbe strugente per gli innamorati dell' Italia e delle „note hertziane del suo sentimento“ (una felice espressione del mio caro amico Franco Lupo che mi accompagna da una vita!) per l' urbatettura nelle sue componenti di ars aedificandi et ars urbium.
Dentro questo guscio invisibili sono, oggi, ogni giorno e, cari amici, uscirne fuori , tè difficiele alquanto difficile. In tal guisa mi accosterei con timidezza ad un incipit, percepito come „inno“, per la rinascita della nostra Palermo.
Che i 2 seguenti articoli, già pubblicati sui miei media: https://teorico.eu e www.facebook.com/nicolo.piro.50 , in uno con le note musicali e le voci struggenti degli eccellenti interpreti bossano aiutarci ad uscire dal tunnel e condirci versi i miesteri della <Piramide della Luce>
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Musica & Architettura
Il rapporto tra architettura e musica nella teoria estetica.
(Il M° e dirigente d' orchesta Sir Karl Jenkins è il compositore del capolavoro musicale "Benedictus" che di seguito viene eseseguito dallo stesso in una esecuzione al piano e da un complesso orchestrale con coro.)
Il presente lavoro è stato elaborato in connessione con il progetto pel <Nuovo Cine-Teatro „Le Fontanelle“> di Castelbuono e va ricondotto alla mia Tesi di Diploma in Architettura Civile, Chiesa-Teatro come organismo polivalente, relatore il compianto Prof. Alberto Sartoris, presso l' Athenaeum di Losanna (CH), 1972, ed esamina il rapporto tra architettura e musica. Il titolo “Musica congelata” fa riferimento alla famosa metafora, che diventa il punto di partenza per un'indagine sull'interrelazione tra le due arti nella teoria dell'architettura e nell'estetica. I quattro capitoli della tesi si riferiscono ciascuno alla metafora in modi diversi. Nella prima parte viene ricostruita la genesi della metafora, del luogo, del tempo e delle circostanze della sua creazione, per quanto possibile dalle fonti odierne.
La paternità della metafora potrebbe essere attribuita a Schelling e indirettamente a uno dei suoi studenti, Henry Crabb Robinson. Nel secondo capitolo, il termine "musica congelata" determina il punto di partenza mitologico per una considerazione storica di entrambe le arti. Il rapporto tra le due arti, l'architettura e la musica si basa sui primi miti della creazione indiana, egiziana e cinese, in cui il mondo diventava materiale nel processo di "tacere" di un suono originale. L'origine concettuale della metafora della "musica congelata" sta nascosta nella transizione di fase dal suono alla materia; questa è la base della speculazione metafisica sul rapporto tra architettura e musica fino all'età moderna, nutrita da principi matematici in entrambe le arti . Verso la fine del XVII secolo, con l'emergere della conoscenza fisiologica, fu messa in dubbio la validità di un concetto dogmatico di armonia nell'architettura e nella musica.
Con riferimento al “pittorico” e al “poetico”, la teoria architettonica si è rivolta ad altri generi artistici a partire dal Settecento. Da questo punto in poi, il conflitto tra architettura e musica si svolge nelle teorie estetiche della filosofia. Nella terza parte sul rapporto tra architettura e musica nella filosofia idealistica - anche il capitolo principale dell'opera - viene esaminato il background storico intellettuale da cui è scaturita la metafora. Nei sistemi artistici dell'idealismo tedesco, il rapporto tra le due arti diventa paradigmatico. Due diversi modelli di classificazione delle arti derivano direttamente dal rapporto tra architettura e musica. Nel “modello dell'organismo” dell'arte, come in Schelling, Solger o Lotze, l'architettura e la musica costituiscono i due poli essenziali da cui emergono tutti gli altri generi artistici.
Un'arte - la musica - rappresenta il momento fugace e soggettivo, l'altra - l'architettura - il momento permanente e oggettivo. Nessuna forma d'arte può esistere senza un principio musicale e architettonico. Nel modello teleologico, come in Hegel, Vischer, Schopenhauer e Carriere, tra gli altri, entrambe le arti rappresentano l'inizio e la fine di una tendenza evolutiva nell'arte che progredisce dalla materia prima allo spirituale-immateriale. In questo modello, le analogie tra le due arti riguardano solo la forma formale, esterna e mai l'essenza in entrambe le arti. L'ultimo capitolo mostra gli effetti e le conseguenze dell'affrontare la metafora e il suo ambiente spirituale nel periodo successivo.
Nelle concezioni successive dell'idealismo tedesco e nelle teorie dell'arte psicologica del periodo successivo, il rapporto tra architettura e musica fu posto su una nuova base. Il momento del temporale diventa il punto di partenza per una ridefinizione dell'architettura come arte spaziale, così come il momento dello spazio diventa importante per spiegare l'effetto psicologico della musica. Le leggi delle proporzioni in architettura erano un'espressione del vecchio pensiero metafisico dell'arte.
Nel ritmo della struttura spaziale come principio coreografico-temporale, nasce un nuovo punto di riferimento con la musica nella teoria dell'arte psicologica per l'architettura. Al contrario, il concetto di spazio dà alla musica un nuovo contesto architettonico. Nel discorso spazio-temporale della teoria psicologica dell'arte, la discussione tra architettura e musica prosegue a un livello superiore.
Le proporzioni numeriche della musica si riflettevano nell'architettura dell'antica Grecia. Volto del Tempio di Poseidone a Paestum.
Ferruccio Busoni ha illustrato la struttura della sua Fantasia contrappuntistica 1921 con la nuova versione dell'opera per due pianoforti con l'ausilio di un disegno architettonico. I gruppi ritmici dell'edificio visualizzano la struttura e le simmetrie interne delle singole parti dell'opera.
Andrea Palladio metteva in relazione i rapporti armoniosi non solo con la singola stanza, ma anche con il collegamento tra le stanze dell'intero edificio. Pianta e prospetto della Villa Rotonda a Vicenza (1567–1571).
Il Bayreuth Festspielhaus ha combinato un design della stanza acusticamente vantaggioso con un'atmosfera magica che allontana lo spettatore dalla realtà. Incisione del 1875.
Xenakis è stato ispirato dal carattere tipografico della sua partitura Métastasis per progettare un padiglione per l'Esposizione Universale del 1958 da parti di paraboloidi iperbolici. La composizione stessa gli ha dato la sua svolta internazionale al Donaueschinger Musiktage nel 1955.
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Per non perire nelle menti malate degli idioti, l' urbanistica deve poter trovare la sua autentica raison d' être tra:
humana conditio et urbana conditio
sforzandosi di trovare una collocazione all' interno del campo tensionale o magnetico capace di spaziare dal senso della vita alla mutevole realtà del quotidiano tendo nel debito conto i rischi immensi e, in quanto tali, imprevedibili, delle trasformazioni sociali e dei mutamenti climatici già in stato avanzato. Cosa meglio possono dare un contributo fecondo se non una pianificazione urbana morbida, capace di condurre ad un' ars urbium (urbanistica) che non deve mai perdere di vista i suoi caratteri di scienza, e concetti magici come spazio e interstizio urbani, tessuto edilizio, trama viaria, etc., che compongono quella materia urbana da percepire come continua „transizione in essere“, event in, attesa, ma anche speranza mai sopita della Weltanschauung di Walter Benjamin.
Arido sarebbe ridurre il tutto a quel vano girar intorno al vuoto nella tipicità di un prof. ordinario di urbanistica che presiede una scuola politecnica, relegato nel profondo Sud d' Italia, pieno di sé stesso (e di null' altro), che di autentica substantia culturale e intellettuale, nel ruolo di componente impantato nella fanghiglia di presunti tavoli tecnici dove si muovono avvocaticchi-assessori al territorio e ambiente, vuoti curriculisti di sedicenti dipartimenti dell' urbanistica e competenti proff. universitari e dirigenti è stata elaborata una sedicente leggina urbanistica regionale a sostituire un serio costrutto di valenza nazione dove, come nella seria, compoesta e ordinata Germania s' incontrano, e armonizzano, Diritto urbanistico (Legge urbanistica „nazionale“ e Ordinmento „nazionale“ sull' uso dei suoli e dei lotti edificabili), Diritto edilizio pubblico (Regolamenti edilizi „regionali“ e Statuti urbani, Norme pel buon costruire armonizzate da un sovrano <Sistema di misura oktametrico> (1 am = 12,5 cm = 11,5 cm + 1,00 cm, donde sistema „oktametrico“, al posto delle dimensioni assurde del Mattone UNI italiano), se vero è, come lo è, che per L.A. Alberti. la „merabiglia-città“ è un costrutto „logico e razionale“ nel quale dal 20° secolo in poi, in Germania si sono incontrate „Indicazioni“ (del PRG), „Prescrizioni“ del PP) e relazioni matematiche, che hanno sbarrato ogni accesso a qualsivoglia forma di <indice di cubatura>, in „questa“ italia cagione della più disonesta speculazione fondiaria ed edilizia mai conosciuta nel paesi delle democrazie occidentali, donde il parlar di Progetto (der „Ent-wurf“, per Martin Heidegger) di Architettura (il Vittorio Gregotti de „Il Possibile necessario“) e Progetto di Piano.
E così siamo al senso della vita del pensiero occidentale con Immanuel Kant (Critica della ragion pura) a suggerirci sommessamente, come nei suoi stile e natura:
<<... il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me. Queste due cose io non ho bisogno di cercarle e semplicemente supporle come se fossero avvolte nell' oscurità, o fossero nel trascendente, fuori del mio orizzonte; io le vedo davanti a me e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza. . . >>,
ma anche alla condicio umana, il cui tema centrale è costituito dalle circostanze dell' essere umano. Nei cimiteri romanticizzanti di un tempo, da una parte la morte era matarialmente rappresentata (....), mentre le tombe mostravano l' unicità e l' individualità dei morti, fornendo informazioni su nome, età, data di morte, relazioni di parentela o professione e affiliazione sociale. Allo stesso tempo chiaro era il riferimento alla condizione umana comune a tutt, scriveva, tra l' altro, qualche tempo fa la Neue Zuercher Zeitung.
È stato il filosofo francese Henri Lefebvre, invece, a ricondurci e farci comprendere il ruolo e l' essenzialità dello spazio in relazione a quella che lui chiamava come la riproduzione dei rapporti sociali di produzione. Un' idea, questa, a costituire il tema centrale nel suo testo del 1973 „La survie du capitalisme“ (La sopravvivenza del capitalismo), da intendere come lavoro propedeutico per „La produktioni de l' espace“ (La produzione dello spazio), dell' anno successivo, mettendo così in risalto come le sue idde abbiano avuto grande influenza sui teorici dello sviluppo urbano, come Edward Soja e David Harvey, oltreché sul dibattito che ne seguì, e ancora più che attuale, sulla „giustizia spaziale“.
Il dibattito di quegli anni su „La productione de l' espace“, mentre in Italia imperversava la tempesta della <strategia della tensione>, condusse ad una distinzione tra diversi livelli di spazio: da uno spazio naturale molto grossolano – che chiama „spazio assoluto“ - a spazi più complessi il cui significato sorge nella società che ne fa un „prodotto sociale“, una situazione sociale complessa che ha notevoli ricadute sia la pratica spaziale che la percezione dello spazio, diventando in paesi come la Cina „anche un mezzo di controllo e quindi di dominio, di potere“.
Secondo Lefebvre in ogni momento ogni società ha sempre prodotto il proprio spazio, donde è incomprensibile la città dell' antichità se la si considera soltanto come semplice agglomerato di persone e cose al punto che la si vuole cambiare (la società), occorre anche creare un nuovo spazio corrispondente. In questo contesto nota è stata la critica degli urbanisti dell' Unione Sovietica a Lefebvre per aver tralasciato questo aspetto: cioè la produzione di uno spazio „socialista“, riproducendo soltanto il concetto urbano di modernità capitalista.
La risposta di Lefebvre non si fece attendere: Cambia la vita! Cambia la società! Queste idee diventano completamente prive di significato quando non viene prodotto alcun spazio (appropriato a quello nuovo). Una lezione che possiamo imparare dai costruttivisti sovietici degli anni '20 e '30 e dai loro fallimenti è che le nuove relazioni sociali richiedono un nuovo spazio, e viceversa.
In „questa“ italia c' è tanto da fare per riportarla ai livelli che furono d' altri tempi. A cambiare deve essere non soltanto la cultura politica, bensì un modo „altro“ di pensare la città, capace di coniugare ordine, rigore e armonia in forza di una Legge urbanistica „nazionale“, giammai il ripiego all' anarchia del „non-Stato“ e al raglio di più asini nella stalla.