Amager Bakke, Kopenhagen
Amager Bakke, Kopenhagen
Un monumento contemporaneo per la città verde
L' aumento dei rifiuti sul piano globale è diventato un serio problema. Produciamo e consumiamo molto e corrispondentemente i rifiuti prodotti devono essere smaltiti nel rispetto dell' uomo e della natura. Sono sopratutto le grandi agglomerazioni urbane dei Paesi del terzo e quarto mondo a soffocare nei rifiuti e il pensiero corre a Cairo e Mumbai che come metafora hanno allargato l' orizzonte alla triste e penosa realtà in città italiane che per ragioni storiche e socio-politiche in passato hanno sofferto la carenza di igiene urbana, ma mai si sarebbe pensato che il fenomeno avesse potuto raggiungere picchi di degrado così elevati come quelli raggiunti in regioni dell' Italia <democratica e repubblicana> di Campania e il suo capoluogo Napoli, di Sicilia (la mia amata terra natia) e il suo capoluogo Palermo e, infine, la capitale per antonomasia, Roma, sede delle più importanti istituzioni civili e amministrative di Stato e di Governo, religiose a prevalenza cattoliche queste alle prese con irreversibili forme di degrado morale dalle conseguenze imponderabili.
E, allora, è evidente che in un contesto prevalentemente sudeuropeo in regress e un contesto mitteleuropeo consolidato con Paesi ad alto tasso di sviluppo, il riuscito esperimento di <CopenHill> danese, conosciuto come <Ameger Bakke>, si pone com una pietra miliare tra le tante della città di Kopenhagen che nella corsa dei <Superlativi> diventa la cleanest waste-to-energy power plant in the world, il più pulito impianto d' incenerimento di rifiuti solidi urbani del mondo sia nelle sue caratteristiche precipue di termovalorizzazione che di body culture, pertanto nel concetto di Edifici per il Fitness, cioè della cura della salute e della condizione fisica, oltre al conseguimento dell' obiettivo carbon free collegato all' impiego di veicoli puliti: elettrici, a idogeno o ad alimentazione con biocarburanti.
Kopenhagen e la Danimarca non sono nuove ad idee innovative come quella di avere nella città più ciclisti che automobilisti, poiché è un saggio sviluppo urbano - Pianificazione urbana, più che Urbanistica, che si riconosce in URBATETTURA (URBAnistica + archiTETTURA, donde il nostro consolidato „PiroUrbatectureStudio“ di Germania – in un contesto di sostenibilità, inclusivo di traffico e mobilità, che in più occasioni ci ha dato l' opportunità di rivolgerci alla sorda e cinica (mala)politica italiana sollecitandola all' istituzione di un <Ministero per lo Sviluppo, la Pianificazione urbana e territoriale, Mobilità e Traffico> che, in simbiosi con pari istituzioni regionali e dipartimenti comunali di medie, grandi città e Comprensori di Comuni, sapientemente coordinati e diretti da personale qualificato (più volte abbiamo sollecitato il coinvolgimenti di ingegneri e architetti Sudtirolesi e della Svizzera Italiana, per le Regioni del Nord, e non solo) avrebbe certamente, grazie alla presenza di uno Stato vigile e attento, riscoperto quell' amore per la città e il paesaggio naturale, riconsegnado la prima alla Cultura urbana nella tipicità della <città storica europea> e il secondo al disegno magico e „sublime“ (che per I. Kant va oltre il „bello“) affidatoci dalla natura, e sino ad un certo punto della storia, tenuto nella massima considerazione dell' uomo.
Non v' è dubbio alcuno che il miracolo, lo si chiami pure di recupero energetico nell' Isola di Amager si pone come esempio di Pianificazione urbana vocata ai principi della sostenibilità, della consapevolezza ambientale e di sfida ai cambiamenti climatici che Kopenhaben si appresta a portare avanti nel ruolo di apripista e nell' ambizione di diventare nel 2025 la prima città del mondo ad <Emissione-Zero>.
L' idea progettuale è del 2011, allorché venne deciso il bando di un concorso internazionale di progettazione (era ancora lontano il tempo delle acrobazie genovesi degli architetti Renzo Piano e Stefano Boerri) per la sostituzione del vecchio di quarat'anni impianto d' incenerimento sull' Isola Amager a metà strada tra la terraferma e Malmö, considerata una mèta di grande interesse da amanti dello sport e della natura.
Siamo nella Kopenhagen del prestigioso Teatro dell' Opera dell' architetto Henning Larsen, donato allo Stato Danese da parte della Fondazione A.P. Möller e Chastine Mc-Kinney Möller, situato di fronte al Palazzo di Amalienborg a formare un allineamento con la Chiesa dei Marmi (la ns. escursione è del 2015).
L' impianto di ultima generazione Waste-to-Energy costituisce il fulcro dell' intervento ed è uno dei più moderni del mondo. È stato sviluppato dal Gruppo di progettazione danese Ramboll Ingenieure come impianto ad alte prestazioni a bassissima emissione di scarichi nocivi. CopenHill produce calore per il riscaldamento dell' acqua ed elettricità che viene immagazzinata e immessa e nella rete pubblica. Il 15-20 % dei rifiuti inceneriti (scorie) vengono impiegati in lavori stradali. Ma l' impianto non è soltanto una delle più importanti conquiste di Kopenhagen in ambito di difesa dell' ambiente degli ultimi anni, ma, nel 2019 grazie all' Architettura dello Studio Bjarke Ingels per l' impianto di recupero energetico, anche un nuovo simbolo urbano con l' edificio rivestito in elementi rettangolari in alluminio autoilluminate la cui forma si rifà all' intreccio dei macchinari nel suo interno.
L' innovazione in assoluto dell' edificio è la sua copertura inclinata dello sviluppo di ca.600 m con inizio nella parte più alta di 85 m e conclusione, dopo due curve di ca. 90° al piano stradale. Il compito dello Studio BIG e dello Studio dei Paesaggisti SLA è consistito nella trasformazione dell' edificio in un parco urbano che trasferisce una impressione ad un concetto invisibile: l' impianto di recupero energetico è così puro da consentire agli utenti le loro attività di tempo libero sotto la grande canna fumaria.
KopenHill è inoltre un caso particolare in quanto rischioso giuco di contrasti, nella specie di funzioni contrastanti: incenerimento di rifiuti e centro sportivo, configurandosi così come una icona. Già, l' elemento funzionale della „canna fumaria“, dell' era inoltrata della rivoluzione industriale in Inghilterra, divenuta parte dell' immagine urbana della città europea con illustrazioni storiche a significare come lo scarico dei suoi veleni nell' aria costituisse causa di malattie e morte, riducendola così ad elemento tollerato e poco gradito. È pertanto lì, poiché necessario, e giocoforza accettato, quando è venuta meno la sua funzione; non „fuma“ più, diventando così un momento di certa cultura del passato, facile da manutenzionare, come ci ricorda ancora qualche vecchio impianto industriale che lotta per la sopravvivenza e del quale alla fine come testimonianza resta la canna fumaria.
La magia della mano di Bjarke Ingels altro non ha fatto che riabilitarla proprio nella CopenHill restituendola, come per incanto, alla memoria collettiva dei Paesi della Mittel- e Nordeuropa, ma di riflesso anche a noi, consegnandocela assieme all' edificio per comunicare di essere innocua il meno possibile ed amica dell' ambiente. Poiché dalla sua proboscide esce, si, biossido di carbonio, ma soltanto in quella piccola quantità necessaria alla produzione di energia per migliaia di persone e per tutti coloro che nel pendio dell' impianto di Amager-Bakke si divertono sui tappeti artificiali della Neveplast (www.neveplast.com. Italy: Via Galvani 18, 24061 Albano Sant' Alessandro, +39 035 4536661, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).
A prescindere dalle camere di combustione, vapori e turbine che ogni anno trasformano 4440.000 tonnellate di rifiuti in energia elettrica pulita per approviggionare con energia e calore 150.000 famiglie, come monumento contemporaneo di una città „verde“, CopenHill è da ricordare come uno die migliori progetti di Bjarke Ingels.
I macchinari che nasconde, visibili però dall' ascensore panoramico che conduce alla ristorazione dell' ultimo piano, i dieci piani degli uffici per il team dell' ARC (AmagerRessourceCenter), i centri sportivi per la ricerca scientifica,gli spazi per workshops, le sale per le conferenze, le canne fumarie, i pozzi di ventilazione così i canali di presa dell' aria fresca, contribuiscono a comporre la topografia di una collina e a portarci verso l' alto. Un paesaggio creato dalla mano dell' uomo come luogo d' incontro tra i bisogni della terra e i desideri del cielo.
Da questo sogno è l' Italia, ahinoi, lontana!