Infrastrutture possono essere "debito buono", se . . . .

Written by Nicolò Piro on .

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ECONOMIA

Huffingtonpost 13/01/2022 14:42 CET

Daniel Gros: "Quello per le infrastrutture è debito buono, per tornare a crescere"

Intervista all'economista tedesco e membro del Board del Ceps

 

By We Build Value



 

Le infrastrutture migliorano l’ossatura del Paese, velocizzano le comunicazioni, creano insomma le premesse per una crescita sostenuta, robusta e duratura”. Così Daniel Gros, economista tedesco e membro del Board del Center for European Policy Studies di Bruxelles, uno dei più prestigiosi think-tank europei, spiega in un’intervista a “We Build Value” il ruolo delle infrastrutture nella ripartenza economica post-Covid.

Dall’Europa agli Stati Uniti i nuovi piani di sviluppo stanno sostenendo la crescita, grazie anche alla comprensione che quello per le infrastrutture ”è un debito buono, che favorisce l’economia e non rischia di far aumentare l’inflazione”.

 C O M M E N T O

Una rondine non ha mai fatto primavera, se per rondine si debba intendere qualche rara impresa italiana (penso al Gruppo Webuild) che si è confrontata, e anche bene, con il concetto di "infrastruttura", coniugando impegno e innovazione tecnologica. Tutto il resto è buio, ignoranza, presunzione e arretratezza paurosa, se, in particolare, si rivolge il pensiero a rete idrica e fognante nazionali, le infrastrutture più vicine agli interessi e bisogni dei cittadini che possono autorizzare a parlare di "paese moderno". Certo, qualcuno continua a riempirsi la bocca parlando e scrivendo del <nuovo Ponte San Giorgio>, una normalissima e contorta normalità, del quale i cui due aspetti costitutivi, Progetto architettonico e Progetto strutturale, sono stati rispettivamente sottratti a rigidi controlli preliminari, quale il rilascio dell' indispensabile <permesso a costruire> da parte del Comune di Genova e Regione Liguria (Progetto architettonico) con il coinvolgimento di tante istituzioni intermedie, ed una verifica preliminare del Prgetto strutturale, separamente per le strutture in c.c.a. e le strutture in acciaio, da parte di ingg. verificatori, all' uopo abilitati (senza i consueti inciuci italiani) e secondo le rigide prassi vigenti in Paesi come Austria, Svizzera e Germania (soprattutto). Senza queste premesse si può parlare di <infrastrutture come debito buono per crescere>, in ispecie se inesistenti sono volontà politica e il rigore irrinunciabile di serie istanze di controllo (Provveditorati reg.li alle OO.PP. e Uffici prov.li del Genio Civile), Ordinamento sull' aggiudicazione dei lavori (il serio VOB di Germania!), Diritto contrattuale, quello che regola i rapporti tra committenza pubblica e impresa esecutrice dei lavori e concede alla prima tutte le garanzie per la durata prevista ai sensi di legge dalla data di presa inconsegna di un' opera essente da difetti visibili e invisibili. Pertanto riempirsi la bocca di belle parole continua ad essere un fare disonesto, irresponsabile e provocatorio da condannare e necessariamente collegare alla irresponsabile leggerezza con la quale il Capo del Governo, Mario Draghi, in procinto di varcare per viltà la soglia che lo separa dal Quirinale, ha avviato la sua avventura di <salvator italiae>. Che la varchi pure, gli si deve far sapere, ma in tal caso non s' illuda di avere una vita facile come capo dello Stato, nella certezza che accanto ad un movimento di protesta nazionale, anche Bruxelles possa finalmente svegliarsi dall' incomprensibile, quanto irresponsabile torpore e, accanto al dolore espresso per la dipartita di una figura politica e istituzionale di grande rilievo e carica umana, come il compianto Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, sia in grado di onorarne la memoria col ricorso un rigore senza precedenti, se si vuole salvare l' Italia da una vergogna programmata per continuata assenza di regole e morale dalla quale si voluto far scaturire il sedicente PNRR.

 

 

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