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buttanissima.it | 27.09.2022

Schifani conquista la Regione

Un palermitano a Palazzo d'Orleans. De Luca ammette la sconfitta. La Chinnici supera Di Paola e i Cinque Stelle

 

Doveva essere palermitano e di Forza Italia: lo sarà. Renato Schifani ha vinto le elezioni Regionali e governerà per cinque anni la Sicilia. Nonostante tutto. Non è bastato un capo d’imputazione nel processo Montante, né lo smottamento del centrodestra, che aveva portato alla bocciatura di Musumeci da parte di Micciché (e la replica rabbiosa del ‘cerchio magico’). Tanto meno l’inefficacia degli ultimi cinque anni di governo, scanditi da una serie di errori, anche sotto il profilo contabile. Non basta nemmeno l’ottima prestazione di Cateno De Luca, che si ferma a distanza di sicurezza dall’ex presidente del Senato. Con una manciata di sezioni da scrutinare, Schifani è al 41,9% contro il 24,5% di De Luca.





Io ho perso, ma non credo che i siciliani abbiano vinto”, è il commento laconico di Scateno sui social. Poi, dalla piazza di Fiumedinisi, rilancia: “Con Schifani non voglio avere a che fare. Con ‘politica e mafia’ non voglio averci a che fare. Mi fa schifo. Non voglio avere a che fare con questi personaggi che da 30 anni gestiscono il potere. Ci aspettavamo una reazione di popolo che non c’è stata”. Infine, tra buoni propositi e lacrime di commozione, ammorbidisce la linea: “Auguro a Schifani di stare 5 anni alla Regione. Nel frattempo ci organizziamo perché avremo modo di far vedere ai siciliani cosa significa la buona amministrazione”.



 



Caterina Chinnici, anche se da di magrissima consolazione, sale sul terzo gradino del podio, staccando il grillino Nuccio Di Paola. Scompare invece Gaetano Armao: il tandem Azione/Italia Viva si ferma sotto il 2 per cento e non elegge deputati. Ma per il centrodestra c’è un’altra buona notizia: cioè tutte le liste superano la soglia di sbarramento del 5 per cento, compresa la Dc di Cuffaro e gli Autonomisti di Raffaele Lombardo. Il dato dei partiti, dopo le prime proiezioni favorevoli a Forza Italia, dà ragione a Fratelli d’Italia, che ottiene il 15% circa. I berluscones si fermano al 14,7. Li lista ‘De Luca sindaco di Sicilia’ (13,9) supera di un’incollatura un deludente M5s (13,5), che si ritrova un risultato dimezzato rispetto alle Politiche.

 

 

 

C O M M E N T O

 

 

Politicamente un sifilitico, Schifani sarà coerente nella schifezza che si trascina dietro in quanto ruota di scorta del suo padre-padrone, Silvio Berlusconi. Questo è un dato che deve essere chiaro a tutti, come chiarissima è la sua nullità in quanto avvocaticchio (nella scala: giurista, avvocato, avvocaticchio e mezza sega). Con lui a <Palazzo Snaerlo> e Giorgia Meloni a <Palazzo Gigi>, rispettivamente la Sicilia traghetta dalla fogna alla latrina e l' Italia piomba nella cloaca maxima della Roma del malaffare nell' Europa del <niente fare>.

 

Perché, qualcuno può chiedersi, questo veder cupo? Per i seguenti motivi: 1. L' assenza nella disarmante coerenza dei neofascisti di Fd'I. del minimo di essenza autocritica e critica socialfascista che, in uno con il loro rinnegare la matrice che li ha generosamente nutriti, ha fatto di loro sacchi di merda vaganti nel deserto politico italiano; 2. La vergogna, dentro il pentolone che li contiene, di un aborto di madre-natura nella non-persona del fidanzatino e buttaniere "nazionale" Silvio Berlusconi; 3. La presenza nel confermto convoluto di quella Lega del rimbambito e corrotto Umberto Bossi e del suo ex palafreniere Porcellum Calderoli del quale deve essere sempre ricordata la consegna all' uscita dell' autostrada per Como al compianto ex commissario di polizia ticinese Fausto Cattaneo di 8 milioni di vecchie lire affinché riprendesse le indagini sulla sporca operazione <Nova Atlantide> che aveva visto il coinvolgimento di Fininvest sul punto di trasferire oltre 300 milioni di dollari dall' Italia in una banca di Lugano. Somma di denaro da mettere a disposizione dell' oscuro amico del Silvio, Juhan Ripol.

 

L' operazione di polizia andò in fumo proprio sul punto di andare in porto - qualcuno sostenne esservi stata per lo mezzo la manina della Signora Carla Dal Ponte, preoccupata di far perdere alla sua madrepatria un depositante di denaro sporco nelle banche svizzere così di rilievo come il "Berluskaz" (una felice espressione dell' umberto d' altri tempi) -, ma la Lega non si rassegnò, donde l' ingaggio dell' ex commissario Cattaneo, il quale, recatosi in Brasile sulle tracce della Fininvest coinvolta in altre sporche operazioni, tra le quali l' operazione <Nova Atlantide>, condusse ottimi accertamenti che sottopose allo stato maggiore leghista in occasione di un incontro presieduto dal "grande capo" nella sede del partito di Milano.

 

Il bravo e compianto Fausto Cattaneo rimase in attesa sul dafare, ma dal suo nido d' aquila meneghino l' Umberto, già sul percorso di un rimbambimento precoce, sospese ogni contatto con il solerte ex poliziotto ticinese, chissà se già sotto l' effetto della generosa pioggia di denaro del Berluskaz in funzione di battesimo del nascituro primo malgoverno di FI e i neofascisti di AN del prode Giancarlo Fini. Il fatto che chi da socialfascista scrive, oggi più che mai, guardi con più disprezzo e senso di schifo ai neofascisti (ieri di Fini, oggi di Giorgia Meloni), mi auguro possa essere recepito nella sua vera natura di umana sofferenza e, per l' amata Italia, come chance perduta per un suo rinnovamento politico, morale, sociale ed economico.

 

Donde il motto del mio compianto compaesano e co-fondatore del M.S.!., Prof. Alfredo Cucco: <frangar, non flectar> (it.:spezzarsi, mai piegarsi) a consolidare il mio impegno, ininterrotto e continuo, dalla grande, generosa, operosa e seria Germania, nel contesto di un' altra Europa, al servizio delle mie Italia e terra di Sicilia.

 

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