Quel che fa la differenza tra neofascisti e socialfascisti
Da:
Wolfgang Schivelbusch, lo storico culturale tedesco vissuto tra New York e Berlino, in:
Entfernte Verwandtschaft
Fascismus,
Nationalsocialismus,
New Deal
1933-1939
Carl Hanser Verlag, München Wien, 2005:
Un' interessante analogia di confronto tra New Deal e Corporativismo fu nel dibattito fascista la contrapposizione di Fascismo e Comunismo sovietico (vedi: Rosaria Quartararo: <Roma e Mosca. L'immagine dell'Urss nella stampa fascista, 1925-1935> nella Storia contemporanea, 27 /1996, pagine 447-72).
In contrasto con il Nazionalsocialismo e la sua demonizzazione del Bolscevismo, il Fascismo negli anni 1925-35 espresse un vivo interesse pubblico per l'esperimento russo e una volontà sorprendentemente vasta, persino un desiderio, di confrontare e misurare il proprio sistema con quello. Sulla stampa quotidiana così come sui periodici, la Russia era presente quanto l'America. Autori di spicco come Curzio Malaparte, Luigi Barzini e Giacomo Gandolfi furono inviati in Unione Sovietica e riportarono in lunghi rapporti le loro impressioni per nulla negative. Naturalmente, la superiorità storica del fascismo non è stata messa in discussione in linea di principio, ma la parte opposta è stata analizzata tanto obiettivamente e attentamente, quanto non polemica e piena di rispetto. Così come il New Deal è stato giudicato un passo nella giusta direzione, in cui il fascismo si era mosso costantemente per lungo tempo, qui il Comunismo sovietico è stato riconosciuto come un sistema anti- e postliberale a cui mancava solo il finale - fascista - secondo cui la soluzione non è da ricercare nella dittatura della classe, bensì della Nazione. Così come, secondo Critica fascista, <il Bolscevismo in Russia fu il preludio del Fascismo>, allo stesso modo il New Deal sarebbe la prima tappa sulla strada del vero Fascismo.
<La rivoluzione russa e fascista „possono essere comprese soltanto nella sintesi che allarga e abbraccia, mai nell' analisi che separa e impicciolisce>.
Cit. di Rosaria Quartararo, pag. 449-452, 7.12.1922 su: Popolo d' Italia.
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<I nostri programmi sono decisamente rivoluzionari. Le nostre idee appartengobo a quelle che in regime democratico si chiamerebbero di sinistra, le nostre istituzioni sono conseguenza diretta die nostri programmi: il nostroè lo Stato del Lavoro. Su ciò non può esserci dubbio: noi siamo i proletari in lotta, per la vita e per la morte, contro il capitalismo. Siamo i rivoluzionari alla ricerca di un ordine nuovo. Su questo è verorivolgersi alla borghesia agitando il pericolo rosso è un assurdo. Lo spauracchio vero, il pericolo autentico, la minaccia contro cui lottiamo senza sosta, viene da destra. A noi non interessa quindi nulla di avere alleata, contro la minaccia del pericolo rosso, la borghesia capitalista: anche nelle migliore delle ipotesi non sarebbe che un' alleata infida, che tenterebbe di farci servire i suoi scopi, come ha già fatto più di una volta con uncerto successo. Sprecare parole per essa è perfettamente superfluo. Anzi, è dannoso, in quanto ci fa confondere, dagli autentici rivoluzionari di qualsiasi tinta, con gli uomini della reazione di cui usiamo talvolta il linguaggio>.
Benito Mussolini
Per noi socialfascisti, l' auspicio che i neofascti di Giorgia Melono possano finalmente individuare una terza via tra capitalismo e socialismo coinvolgendo all' interno di una commissione dal carattere permanente forze della produzione (Confindustria) e forze del lavoro (Sindacati) non solo per ricordare agli smemorati il <buono> del Ventennio fascista, come lo Stato Sociale (ma anche la bonifica dell' Agro Pontino), con quella che, oggi e senza perdere più tempo, dovrebbero essere: A. La bonifica della „Terra dei fuochi“, l' area compresa tra Napoli e Caserta considerata ad alto rischio ambientale e per la salute umana, coinvolgendovi in maniera forte, quanto impietosa, camorristi di ogni età. In questo senso noi socialfascisti auspichiamo fermemente in una ridenominazione del Ministero Infrastrutture e Mobilità sostenibili in <Ministero per lo Sviluppo, la Pianificazione urbana e territoriale, Mobilità e Ambiente> da sottrarre all' ignoranza totalizzante di un Matteo Salvini e consegnare al sapere di un Ministro responsabile e preparato e di Sottosegretari responsabili qualificati negli ambiti: 1. Sviluppo. Pianificazione urbana e territoriale; 2. Mobilità e, 3. Ambiente, questo organizzato in un: a. Ufficio centrale per l' Ambiente e, b. Uffici regionali per l' Ambiente, e B. Le stragi quitidiani di lavoratori.
È quella filosofia che, in termini di ordine, rigore e disciplina in una democrazia organiica, corporativa, sociale e partecipativa cui noi socialfascisti aspiriamo e per la quale condurremo una battaglia senza rispetto alcuno per chicchessia, sia capace di restituire serenità ai cittadini.
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In questo momento Mussolini appariva terribilmente napoleonico; in questi casi assomiglia in modo singolare all' incisione del Lefèvre del 1815. Poi i suoi lineamenti si spianarono e mutò il tono di voce quando concluse:
<Naturalmente ogni impero ha il suo zenit. Poiché si tratta sempre di una creazione di uomini sia pure eccezionali, le cause del tramonto vi sono già insite. Come tutte le eccezioni, ha in sé qualche cosa di effimero. Può durare uno o due secoli o soltanto dieci anni. Volontà di potenza.>
<Occorre sostenerlo esclusivamente sostenerlo con le guerre?> chiesi io. (Emil Ludwig, NdR)
Non esclusivamente> rispose, e sedette sporgendosi un poco in avanti, alla sua maniera, appoggiando le braccia, come se parlasse da una cattedra. <I troni hanno bisogno di guerre, per sostenersi. Le dittature non sempre. Alcune possono farne e meno. La potenza di una nazione è il risultato di una quantità di elementi, non soltanto di quello militare. Però, devo aggiungere, la posizione di una nazione fino ad oggi, nel concetto comune, è determinata dalla sua forza in guerra. Fino ad oggi la forza militare è considerata la sintesi di tutte le forze nationali.>
<Fino a ieri> dissi io (Emil Ludwig, NdR). <E
domani?>.
<Domani!> ripetè egli scetticamente. Certo, non è più criterio sicuro, questo è vero. E così per domani sono necessarie un' istanza internazionale*, l' unità almeno di un continente**. Dopo l' unità degli Stati, si deve tendere all' unità die continenti, ma questoè in Europa straordinariamente difficile, perché in Europa ogni popolo ha un volto speciale, lingua, costumi, caratteristiche diverse. Una percentuale, diciamo x, rimane in ogni popolo completamente originale e si oppone per prima alla unione. In America è indubbiamente più facile unire quarantotto Stati, con la stessa lingua, e senza una storia secolare.>
<Ma non c'è in ogni popolo>, chiesi io (Emil Ludwig, NdR) nuovamente <un' altra percentuale y, che è puramente europea?>.
<Questa percentuale esiste all' infuori della potenza di ogni nazione. Napoleone ha voluto una Europa. Il suo grande orgoglio era quello di unirla. Oggi è forse maggiormente possibile**, ma soltanto intendendo europeo in un determinato senso, secondo le concezioni di Carlomagno e di Carlo V, dall' Atlantico agli Urali.>
<Allora non soltanto fino alla Vistola?>
<Forse anche solo fino alla Vistola.>
<E Lei non si è immaginato questa Europa sotto la guida fascista?>
<Che vuol dire quida?> interrogò vivacemente a sua volta.<Il nostro Fascismo è come è. Contiene però alcuni elementi che anche altri potrebbero accettare.>
Da:
Emil Ludwig
COLLOQUI
CON
MUSSOLINI
Un documento insostituibile e sconcertante dalle circostanze così descritte dall' editore, Arnoldo Mondadori nella breve cronistoria della genesi della seconda edizione, 1950, con la praefactio dello scrittore e giornalista, ebreo tedesco, Emil Ludwig sulle circostanze dell' incontro con Mussolini, allorché questi precisa: <I seguenti colloqui, ebbero luogo dal ventiré marzo al quattro aprile 1932, quasi tutti i giorni e per circa un' ora al giorno nel Palazzo Venezia, a Roma, e in lingua italiana e immediatamente scritti in tedesco. Solo poche frasi sono state aggiunte dai miei colloqui precedenti. Il manoscritto tedesco fu presentato a Mussolini, il quale, fidandosi della memoria, riscontrò tutti i passi in cui vengono riferite le sue parole.
Non misono servito di materiale estraneo, devo tuttavia alcuni suggerimenti alla biografia di Margherita Sarfatti. Questi Colloqui non contengono alcuno degli aneddoti di cui Roma è piena né informazioni die collaboratori di Mussolini – che potrebbero servire a illustrare taluni aspetti della sua personalità – ma soltanto i dialoghi tra noi scambiati.>
Così Arnoldo Mondadori conclude l' introduzione alla seconda edizione:<Ritengo che il libro possa servire come documento ai posteri, quando si accingeranno a scrivere, sine ira et studio, la storia del ventennio fascista.
E io non mi sento di aggiungere d' altro.
*Le Nazioni Unite sono state fondate il 24 Ottobre 1945
**La Comunità Europea è stata fondata il 25 Marzo 1957
Benito Mussolini pensò a queste istituzioni già nel 1932.