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Sanremo 2023

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Un canoro Sanremo 2023 tutto particolare

 

Quando Mattarella ripuliva Wikipedia sul padre e la mafia

Sul Web - Nel 2009 un utente col nome del futuro capo dello Stato ha modificato i passaggi “scomodi” dalla biografia del patriarca Dc

 

DI SANDRA RIZZA

Il Fatto Quotidiano, 29 OTTOBRE 2017

Per sei volte, nell’aprile 2009, è entrato nella pagina di Wikipedia sull’ex ministro dc Bernardo Mattarella, scomparso nel ’71, per correggere una biografia che evidentemente lo infastidiva. Se non è un mitomane che si firma col suo nome (ma pervaso dalla stessa devozione di un figlio), l’autore delle modifiche potrebbe essere proprio il capo dello […]

 

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Mentre a Sanremo si raglia, e a ragliare è anche il Presidente di questa Repubblica, Sergio Mattarella-Buccellato-Rimi, a Palermo sono gli inutili, parassiti, scanazzati e asini raglianti "onorevoli" di seconda taglia a metterla in quel posto ai siciliani ed agli italiani alzandosi lo stipendio da 11.100 a 12mila Euro/m. in dipendenza dell' aumento del costo della vita e dell' inflazione. A questa realtà rispondiamo con la richiesta di una urgente santificazione del „Matt“ e beatificazione, propedeutica ad una successiva santificazione, del ruffiano di corte, pupazzo e cantore della migliore Costituzione del mondo, Roberto Benigni. E, quando si parla di Costituzione, occorre mettere in evidenza che trattasi della Carta della seconda Repubblica scritta dai <100 padri e madri>, scopiazzata male per ben due anni (!) dalla Carta Costituzionale della Prima Repubblica, la Repubblica Sociale di Salò, pensata da Benito Mussolini e Nicola Bombacci in poche settimana e magistralmente elaborata con pari velocità dal giurista e Ministro dell' Educazione Nazionale, Carlo Alberto Biggini.

 

Sanremo 2023 con un Sergio Mattarella commosso per le parole sconnesse di Roberto Benigni non sul padre, bensì sul „papà“ Bernardo* in „una serata speciale, quella di Sergio Mattarella a Sanremo 2023, primo pdR., sorridente ed emozionato, nella storia (e che storia!) a presenziare al festival e . . . portarsi per (ben, ndr) due volte (perché non tre? Ndr) la mano sul cuore quando il buffone di corte e premio Oscar ha reso omaggio a suo padre Bernardo“ per le nobili gesta che ne hanno costellato il tortuoso e nebuloso percorso politico*, conclusosi con il „no“ di Aldo Moro ad includerlo nella lista dei ministri della sua prima esperienza di governo. Ma tant' è, considerata l' accoglienza del Matt con una standing ovation (una specialità tutta italiana, buona per tutte le occasioni) del pubblico, chissà, forse, sotto l' infatuazione della Costituzione, celebrata come „la più bella che si potesse immagine“ (quelle degli altri Paesi sono soltanto cacca!) e del suo articolo 11 sul „ripudio della guerra“, dopo che, dimenticata la partecipazione (non richiesta da Hitler, al quale Mussolini stava tra i piedi o sulle palle) all' aggressione dell' UdSSR, la sua, tutta sua, Italietta continua a rifocillare di armi e vettovaglie un' Ucraina fuori dell' orbita della ragione e a dire, in quanto al suo ruolo di zerbino degli Stati e Gran Bretagna,.NO alle mire folli di una provocante, invadente e irresponsabile NATO.

 

La Costituzione è legatissima con l' arte, è (addirittura, ndr) opera d' arte ed ogni parola sprigiona una forza evocativa e rivoluzionaria . . . butta all' aria l' oppressione e la violenza che c' era(no)“, sostituendole con il culto del „potere che logora chi non ce l' ha“ (Andreotti), mafia a tutto campo, stragi di Stato, pericolo concreto di comunistizzazione dell' Occidente, il tutto nell' artificioso clima di miracolo economico e di tensioni sociali degli Anni Sessanta spento soltanto dall' apertura della Germania all' irruente fenomeno migratorio per fame, miseria e contraddizioni proprio in quegli anni in cui lo sciacallo Bernardo Mattarella (tale fu anche il suo ruolo, assieme a Giuseppe La Loggia e Franco Restivo, nello sciacallaggio del Banco di Sicilia) e i suoi pari davano il loro meglio alla rinascita della Sicilia e dell' Italia.

 

E così siamo al „vecchio“ e padre dei Mattarella dei quali il Sergio** per „quell' aspetto dell' essere schivo, guardingo, rattristato, come se dovesse difendersi da continui attacchi di nemici che gli si parano davanti, pronti a fargli del male“ assumerà un ruolo particolare: quello di Capo del „Clan de' Mattarella“. Un „uomo casa e chiesa, famiglia e studio**. Intento a sognare e volere un' Italia ben ancorata ai suoi punti cardinali“, molto simile – come hanno fatto notare gli inglesi - al fratello Piersanti, almeno secondo la risposta data nel marzo del 1978 dall' ambasciatorere inglese A.C. Goodison al console britannico di Palermo, I.H. May, facendo notare che per capire la scena politica italiana è importante cogliere l' interrelazione tra la politica regionale siciliana e quella nazionale, fondata sul subdolo compromesso (e tale fu quello di aver scelto Piersanti Mattarella al posto di Rosario Nicoletti in Sicilia), anticipatore della linea seguita dalla Dc a livello nazionale con all' orizzonte un rapporto sempre più intenso con il Pci che finirà per costare la vita ad Aldo Moro.

 

Insomma un „duo“, quello di Piersanti e Sergio, prodotto genuino della cultura familiare, ma anche della reputazione di famiglia***, connotata dalla visione della realtà e dal carattere del loro padre Bernardo di Castellamare, il paese di Salvatore Maranzano e di Joe Bonanno, alias Bananas, capo della mafia newyorchese. Un Bernardo Mattarella, il patriarca della famiglia che fece parte dell' Assemblea costituente, sospettato di collusioni con la vecchia mafia patriarcale che aveva dato più di una mano allo sbarco degli americani in Sicilia, ritenuto il siciliano più accreditato, dopo Giulio Andreotti, presso il Vaticano, così come docile strumento dello stesso sarà più tardi il Sergio in habitus di Capo dello Stato, ben consapevole, di essere stato imposto all' alta carica istituzionale da quelle 5 „Entità“ (Vaticano, Mafia, Massoneria, FF.AA. e Servizi „deviati“), operanti e disponenti dietro il fantoccio Matteo Renzi.

 

Lo stesso Bernardo Mattarella, accusato in aula al processo di Viterbo da Gaspare Pisciotta di essere stato uno dei mandanti della strage di stato di Portella delle Ginestre del 1 maggio 1947, voleva far ricadere l' odio sul bandito Salvatore Giuliano e così spezzare l' omertà che fino a quel momento lo aveva sempre preservato dalla caccia che gli dava lo stato italiano.

 

Fatti, testimonianze e in maniera documentabilmente documenta in quanto fonda le sue radici sul lavoro della prima Commissione antimafia presieduta dall' ex magistrato dc, senatore Pafundi, il testo del compianto e coraggioso funzionario sindacale, conduttore radiofonico, scrittore, traduttore e giurista con nei primi anni Settanta studio legale in Assia, difensore elettivo del membro della RAF, Andreaa Baader, tedesco Peter O.Chotjewitz (Berlino, 1934/Stoccarda, 2010) con „MALAVITA, Mafia zwischen gestern und morgen“, Ndr)- hanno confermato, tra l'altro, che Bernardo Mattarella ha incontrato più volte Giuliano ed era evidentemente buon amico del boss mafioso di Partinico, Santo Fleres, e di altri mafiosi della zona. Particolarmente indicativa è l'affermazione del bracciante Salvatore Capria, che così testimoniò nel processo per diffamazione Mattarella contro Dolci: «Un giorno del 1947, mentre lavoravo in contrada Parrini di Partinico, vidi fermarsi un'auto di lusso. Suonò tre volte il clacson, poi Giuliano, uscito dai cespugli, si fece avanti con due membri della sua banda, Passatempo e Genovese, e andò nelle case Parrini. Più tardi anch'io entrai nelle case per comprare le sigarette e vidi Rosario Candela, armato di mitra, fare la guardia davanti alla porta. Poiché il Candela era un cugino di mia moglie, a sera venne a casa nostra per dirci che Mattarella era venuto alle case Parrini per incontrare Giuliano e la sua gente, Poco dopo mi disse anche di aver incontrato Mattarella e Giuliano nella casa di Giovanni Genovese. Nel marzo del 1947 mi chiamò il barbiere Iacona e il Passatempo mi offrì 1.000 lire al giorno se mi fossi unito alla loro banda. Allora i braccianti guadagnavano 100 lire al giorno. Quindi fui quasi sul punto di accettare. Ma quando Passatempo mi ha detto: <Dai, abbiamo dalla nostra parte Mattarella, il colonnello Luca, il principe Alliata e anche Scelba, gente di cui non ci si poteva non fidare, fui quasi sul punto di accettare. Pochi giorni dopo, il 1° maggio 1947, avvenne la strage di Portella delle Ginestre e allora capii perché cercavano delle persone. Una strage inspiegabile in quanto i due luogotenenti di Giuliano che quel giorno avevano avuto l' ordine di sparare in aria al comizio sindacale, invece mirarono sulla massa. Comprati dalla mafia o manipolati con false promesse dai mandanti della strage, tra i quali Bernardo Mattarella? Bilancio della strage: 11 morti + il 12°, Emanuele Busellini, ucciso dai banditi mentre si recavano sul luogo della strage, e 27 feriti + il 28°, Vita Dorangricchia, morta 8 mesi dopo.

 

I sospetti sugli autori della strage di Portella delle Ginestre durarono fino al 18 marzo 1970, data della morte del deputato Ramirez. Nel suo lascito c'era una busta sigillata che dopo la sua morte doveva essere consegnata al deputato Montalbo. La busta conteneva la trascrizione, scritta da Ramirez, di una testimonianza dell'ex deputato Barbera, il quale affermava che Giuliano era stato incaricato da Marchesano, Alliata, Cusumano e Mattarella di compiere la strage di Portella delle Ginestre. Inutile dire perché anche questa dichiarazione non ebbe effetto, tanto più che a parte Cusumano, che, come scrive la Commissione antimafia, morì in circostanze misteriose, anche Marchesano e Mattarella non erano più in vita.

 

La Commissione antimafia, per quanto poco le sia stato concesso di contribuire a chiarire il rapporto triangolare tra banditismo, mafia e alta politica, ha comunque il merito di aver formulato la dimensione storica degli intrighi: <La relazione sui rapporti tra mafia e il banditismo è un prerequisito indispensabile per indagare sulla collaborazione tra mafia e autorità pubbliche. Lo studio delle cosche che afflissero la Sicilia nel primo dopoguerra mette in luce i fattori che favorirono il radicamento della mafia nell'apparato del potere statale e regionale>. In questo contesto la responsabilità e il ruolo di Bernardo Mattarella sono evidenti come la luce del sole e a nulla possono valere le esibizioni cretine di Roberto Benigni e le commozioni di Sergio Mattarella-Buccellato-Rimi.

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Scrisse, tralaltro, il 2 febbraio 2015 sul suo sito Giuseppe Casarrubea, riferendosi alla „fonte „Z Sicana“, l' agente Oss che lo teneva sotto controllo: Il 7 settembre 1944 in una nota confidenziale, scriveva agli uffici dello spionaggio americano che da una conversazione avuta con lui, aveva capito che il personaggio „non possedeva una cultura eccezionale“ ed era probabile che diventasse un „docile quadro agli ordini del Vaticano“. Bernardo, infatti, era un sicuro anticomunista. Come li lottava lo sa solo Iddio e quel papa Pacelli sotto il cui governo alcune sedi arcivescovili erano state trasformate in arsenali, come leggiamo negli atti della commissione stragi presieduta da Giovanni Pellegrino. Naturalmente per una eventuale azione di difesa.

2. Palermo, 17 novembre 2015. Il presidente della Repubblica e i nipoti Maria e Bernardo fu Piersanti hanno citato per danni lo scrittore Alfio Caruso, citato in giudizio nel 2009 – insieme alla casa ediditrice Longanesi – con una richiesta risarcitoria di 250 mila euro per il contenuto del suo libro „Da cosa nasce cosa“ (prima edizione del 2000). „Sono stupito che per oltre cinquant' anni la famiglia Mattarella abbia mantenuto il silenzio sui fatti di cui mi occupo nel mio libro. Così Alfio Caruso replicò alla decisione con cui il capo dello Stato e i nipoti Maria e Bernardo fu Piersanti si sono opposti alla proposta di conciliazione formulata dal giudice Enrico Catanzaro per il libro „Da cosa nasce cosa“. Mi stupische – ha aggiunto Caruso – che ora si manifesti un accanimento nei miei confronti. Per quanto mi riguarda posso dire di avere consultato e ripreso numerosi documenti e le dichiarazioni di collaboratori di giustizia che hanno offerto una nuova lettura sul contesto di quegli anni. Aggiungo di non aver mai usato per l' on. Bernardo Mattarella e per il figlio Piersanti il termine mafioso“. (ANSA).

3. Dalle pagine di un organo di stampa comunista il verbale del 3 marzo 2016 con le dichiarazioni del „pentito“ Franco Di Carlo, collaboratore di giustizia, già definito attendibile dalla Corte d' Assise di Trapani al momento della sentenza per l' omcidio del giornalistaantimafia Mauro Rostagno: „Il vecchio Bernardo Mattarella, padre del capo dello Stato, mi fu presentato come uomo d' onore di Castellamare del Golfo. Me lo presentò tra il '63 e il '64 il DC Calogero Volpe, affiliato alla famiglia di Caltanissetta, che aveva uno studio a Palermo“. La dichiarazione è stata resa nell' ambito del processo allo scrittore e giornalista siciliano Alfio Caruso, trascinato in tribunale da Sergio Mattarella e famiglia con l' accusa di avere infangato la figura Bernardo, il patriarca e e ministro DC tra il '53 e il '63, deceduto nel 1971, e di aver raccontato in „maniera grossolana“ i rapporti politici di Piersanti, il presidente della Regione siciliana, ucciso dalla mafia il 6 gennaio 1980. Il collaboratore di giustizia ha raccontato al legale dello scrittore che insieme al mafioso Volpe, DC, ebbe occasione „di andare a casa di Mattarella“ e inoltre che „in quei primi anni Sessanta, nei paesi in Cosa Nostra entravano le persone migliori.Così era capitato a Bernardo Mattarella, che era un giovano avvocato perbene. Ciò era avvenuto anche nell' ambito della famiglia della moglie Buccellato, che aveva al suo interno sia esponenti di Cosa Nostra, sia esponenti delle Istituzioni, perfino un magistrato“. Non è certo la prima volta che Bernardo Mattarella viene accusato di vicinanza e relazioni con la mafia. Alcuni intellettuali borghesi contemporanei lo avevano denunciato apertamente. Tra questi, il sociologo pacifista e antimafioso Danilo Dolci, che nel '66 aveva scritto ri guardo ai rapporti di Cosa Nostra die democristiani Mattarella padre e Volpe. La questione finì con querela e la condanna di Dolci per diffamazione del potente ex minisdtro. Sorte diversa toccò allo scrittore siciliano Michele Pantaleone che, per aver definito mafioso il sodale di Mattarella padre, Volpe, sul giornale L' Ora di Palermo, fu trascinato a processo. In un contesto sociale più avanzato e combattivo, eravamo in pieno Sassontotto, dove l' omertà lasciava il posto alle aperte denunce di mafiosità a carico di esponenti DC, la sentenza die ragione a Pantaleone che fu assolto. . . . In tempi più recenti, nel 1992 per la precisione, l' ex ministro PSI Claudio Martelli, riprendendo documenti parlamentari, denunciò che Bernardo Mattarella „secondo gli atti della Commissione antimafia e secondo Pio La Torre (1976), fu il leader politico che traghettò la mafia siciliana dal fascismo, dalla monarchia e dal separatismo, verso la DC“. Lo storico siciliano Giuseppe Casarrubea, che in anni precedenti si è occupato di ricostruire le trame mafiose, massoniche e fasciste che portarono alla strage di contadini di Portella della Ginestra, nel 1947, ha scritto che Mattarella era ritenuto vicino al boss di Alcamo, in provincia di Trapani, Vincenzo Rimi, considerato in quegli anni al vertice di Cosa Nostra. Sulla vicenda di Portella le accuse di Gaspare Pisciotta, prima di bere il fatidico caffè avvelenato all' Ucciardone di Palermo, a diversi politicanti, tra cui i DC Bernardo Mattarella e Mario Scelba, di ever avuto incontri con Salvatore Giuliano per pianificare la strage, tuttavia furono giudicate infondate dalla Corte d' Assise di Viterbo. Ma si sa che su quella strage mai si è arrivati al livello dei mandanti nelle istituzioni. (Vi arrivò, però, Peter O. Chotjewitz). C' è poi da fare una pubblica riflessione su tutte quelle voci dei contemporanei di Mattarella padre (Tutti morti, ndr) messe a tacere dall' artiglieria pesante della potenza economica della famiglia, dai suoi legami e un fuoco di fila di querele e risarcimenti stratosferici, come i 250mila euro imposti allo scrittore Alfio Caruso. Cosa c' è (ancora, ndr) in gioco? A parte l' onorabilità (presunta e non documentabile, ndr) del nome antimafioso di Mattarella padre, probabilmente c' è da riscrivere un intero pezzo di storia della Prima repubblica, mettendo a nudo quell' inquietante nero intreccio fra politica-mafia-massoneria che partendo da Bernardo ha dato origine alla potenza politica die Mattarella in Sicilia per arrivare fino all' attuale capo dello Stato. E a nudo verrebbe messa anche la pericolosa strategia renziana di recupero della DC filomassonica, filomafiosa e golpista che oggi regge il regime del nuovo duce (di cartapesta, Sergio Mattarella-Buccellato-Rimi, Ndr).

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Scrisse Simone Borri il 24 Dicembre 2017: Sergio Mattarella, su cui si apre la finestrella dell' ultimo giorno, il 24, quello che precede il Natale, ha lo sguardo più indecifrabile, e a nostro parere inquietante, di quello della Sfinge. L' uomo che il partito democratico ha chiamato e imposto a sucedere al più inquietante e devastante Giorgio Napolitano rappresenta in realtà un ritorno a quel Porto delle Nebbie che fu per tanti versi la Prima Repubblica Italiana. La sua stessa storia personale è avvolta in quelle nebbie sottili ma impenetrabili che avvolgono tutte le cose siciliane dal dopoguerra ad oggi. Suo padre, ministro a varie riprese della neonata Repubblica, fu indicato (e poi per volontà testamentarie „acclarato“, v.s., Ndr) come mandante della strage di Portella delle Ginestre nientemeno da Gaspare Pisciotta, il braccio destro del suo autore, il bandito Salvatore Giuliano da Montelepre. Al processo, tutto giocato allora, come spesso in seguito, aulle dichiarazioni e controdichiarazioni di mafiosi e pentiti e sui relativi teoremi, Bernardo Mattarella fu scagionato, ma l' ombra in qualche modo rimase (Fino alla morte del deputato Ramirez avvenuta il 18 marzo 1971, v.s., a morte già avvenuta di Bernardo Mattarella. Ndr), tanto che la fiction, Il capo die capi, nel 2008 lo ritrasse come politico colluso con Cosa Nostra. Salvo subire la querela da parte del figlio, il futuro presidente. Suo fratello Piersanti fu una delle vittime eccellenti della mafia nel 1980, nel momento in cui palermitani (i „civili“, ndr) e corleonesi ( i „viddrani“, ndr) lottavano per il controllo del territorio siciliano e della Cupola. Politici DC come il padre, presidente della Regione a statuto speciale, ad un certo punto aveva detto qualche NO di quelli che a Cosa Nostra non si dicono. Di più non è dato sapere (a parte l' interpretazione coerente data dal compiando Generale C.A, Dalla Chiesa. Ndr). Sulle vicende giudiziarie siciliane e italiane grava permanentemente un velo ancora più spesso delle nebbie di cui sopra, e dopo Falcone Borsellino nessuno è più apparso in grado di squarciarlo.

Sergio Mattarella, nei decenni che hanno preceduto la sua elezione laboriosa e controversa a presidente della repubblica (il quarto a fila eletto dallo schieramento di sinistra, che beneficia evidentemente di congiunzioni astrali favorevoli, ha tenuto (e tiene, ndr) il profilo basso del peone democristiano, l' uomo di scarsa visibilità ma sempre pronto quando il partito chiama, sia esso DC, Margherita o PD.

Sia che si tratti di firmare il provvedimento che nessuno se la sente, quel Mattarellum che disattendeva platealmente il risultato del referendum popolare a favore del sistema elettorale maggioritario. Sia che si tratti di conferire l' incarico di governo a quel Paolo Gentiloni che un anno fa, dopo la batosta al referundum costituzionale subita da Renzi e dal Pd, non rappresentava niente e nessuno se non la volontà di una casta di perpetuarsi a qualunque costo. (Oggi questa nullità in assoluto è un commissario di una Ce che sceglie in base alle regole-proporz i responsabili del destino dell' Europa. Ndr).

Sergio Mattarella, che ha attraversato le vie delle nostre repubbliche in lungo e in largo, non piace neanche un po'. Il suo sguardo è e resta impenetrabile, e al di sotto di esso può esserci qualsiasi cosa. Difficilmente positiva per il paese che è stato incaricato (e riconfemato, ndr) di rappresentare. Nell' iconografia fantasy della nostra classe politica, se Napolitano è stato Valdemort (Lord Voldemort, 31 dicembre 1926 - 02 maggio 1998, è l' antagonista oscuro dell' ereoe Harry Potter. È considerato uno dei maghi neri più terribili e potenti di tutti i tempi), lui è assimilabile a Peter Minus (ingl.: Peter Pettigrew, 1960 – 1998, fu un mago, conosciuto anche con il soprannome di Codaliscia, ingl.: Wormteil, il quale durante la Prima Guerra die Maghi era membro dell' Ordine della Fenice ma il 31 ottobre 1981 tradì i suoi amici James e Lily Potter rivelando il loro nascondiglio di cui solo lui era a conoscenza a Lord Voldemort che uccise così i conuigi Potter.). È la DC peggiore, quella del sottobosco, quella che non rispondeva a nessuno da viva, e ha ha continuato a farlo anche da morta.

Metterlo nel presepio, ammesso e non con-cesso di sopportare la sua retorica ancora più stucchevole e vuota di quella del predecessore, significa ritrovarci dentro prima o poi die personaggi che non si sa da dove vengono e a che titolo, e che un attimo dopo esserci entrati cominciano a sbraitare per avere lo Jus Soli. Con lui dentro, il presepio non si scioglie a scadenza naturale il 6 gennaio, ma quando fa comodo a chi ce l' ha messo. E nessuna meraviglia se al posto di San Giuseppe dà l' incarico a qualche cariatide che come carisma e ragion d' essere ne ha anche meno di lui, il Gentiloni di turno.

 

E poi... c' è quello sguardo, quella luce negli occhi... Brutti, come il Natale più triste che ci sia dato ricordare da tempo a questa parte.

In un articolo redazionale del 9 febbraio 2015 di un noto quotidiano, così il redattore: Detto questo non risulta certamente il mio ideale di Capo dello Stato. Perché? Le motivazioni sono queste: nei 25 anni passati come parlamentare e ministro non ha certo brillato per attivismo tanto è che Massimo Gramellini ha scritto che „In confronto Monti era il Carnevale di Rio“. Per me ha il grosso demerito di avere attraversato la prima e la seconda Repubblica, vale a dire il periodo che ha in gran parte distrutto economicamente questo Stato, facendo poco o, meglio sarebbe dire nulla, per dissociarsi, pre prendere le distanze dall' andazzo politico imperante.

Come Giudice della Corte Costituzionale ha avuto una nomina non semplicissima. „Candidato dal Pd, fu eletto il 6 ottobre 2011 dal Parlamento in seduta comune. Avrebbe dovuto farcela alla prima votazione perché c' era l' accordo con Berlusconi, ma si misero di traverso radicali, Idv e un pezzo del Pd che voleva Luciano Volante, cioè un comunista vero invece di un ex dc. Bisognò attendere la quarta votazione, in cui bastava la maggioranza semplice. Essendo però incerti i numeri, il Pd, per sicurezza, precettò perfino una puerpera di appena due giorni, ordinandole la tassativa presenza in aula. La ragazza, allora ancora ignota ai più, era quella Marianna Madia che più tardi nell' Esecutivo-Renzi fece diventare il figlio, Bernardo Giorgio Mattarella, capo dell' ufficio legislativo con un emolumento di 125.010 euro, di cui 75.600 come trattamento economico fondamentale e 49.410 come indennità di diretta collaborazione. Corposo il suo curriculum (come tutti quelli che in questa Italia disonesta e facilona, reclamante un posto al solo in Europa, vengono „composti“ direttamente dagli interessati), considerato che a quei tempi era ordinario di diritto amministrativo all' università di Siena (in aspettativa) e docente della stessa materia alla Luiss, con detenzione di un network di contatti istituzionali, dal momento che il figlio del Sergio faceva parte di Astrid, il thin tank guidato dal presidente della Cassa DD.e PP, Franco Bassanini, con dentro ex giudici costituzionali come G.M. Flick, Valerio Onida, Giulio Napolitano, figlio dell' ex capo dello Stato Giorgio (il giglio candido dei voli low cost Roma-Bruxelles che si faceva rimborsare come voli di linea per essere, poi, svergognato da un giornalista d' inchiesta tedesco) e Enzo Cheli, che all' epoca introdusse il giovane di belle speranze, Bernardo Giorgio, nel Palazzo della Consulta, dal momento che nel 1966 lo reclutò in funzione di assistente. Lo stesso ruolo che l' illustre rampollo all' epoca ha avuto con altri giudici costituzionali come Guido Neppi Madona e Sabino Cassese. Un destino, quello del „duo“ Bernardo Giorgio Mattarella e Giulio Napolitano, che s' incrocia anche all' interno dell' Irpa (l' Istituto di ricerca sulla pubblica amministrazione fondato nel 2004 dallo stesso Cassese), di cui entrambi sono soci. Tra le altre cose il figlio di Mattarella è stato dal 2008 al 2013 docente alla Scuola nazionale dell' amministrazione, un ente dove spesso e volentieri trovanouna sistemazione „diórata“ grand commis di Stato. Ma anche consulente della Civit, all' epoca inutile Authority di valutazione della P.A., successivamente trasformata nell' attuale Autorità anticorruzione. Lo stato di salute della P.A. dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti, ma non lo è ancora, non sappiamo per quali motivi, sotto quelli della Commissione europea, Austria, Germania, Paesi Bassi e Paesi Scandinavi e, in primis, della Magistratura indagante italiana. Misteri!

Tutto quì dei rampolli dorati a comporre il famigerato <Clan de' Mattarella> con a capo il Sergio? Ma neanche per sogno, se si richiamiamo all' attenzione dei cornuti italiani l' avventura dei germani Maria e Bernardo Mattarella, creature del Piersanti assassinato. La prima, in forza di un curricullum autogestito da far vomitare che con la manina dell' inutile e vuoto Nello Musumeci, al tempo nel ruolo di presidente della Regione a statuto tutto speciale „Sicilia“ e oggi ministro di questa repubblica italiana delle banane che una Giorgia Meloni, „socialfascista piuttosto che „neo-postfascista“, dovrebbe moralmente risanare, che nottetempo diventa „segretario generale della Regione, grazie all' accogllimento, nel quadro delle disoneste scelte sulla burocrazia regionale, da parte di quel cialtrone di Musumeci, della <proposta di risoluzione consensuale del contratto individuale proposta dalla titolare Patrizia Monterosso>. Non una presa di posizione del parlamentino di Sala d' Ercole né un richiamo alla pulizia da parte del Sergio Mattarella-Buccellato-Rimi, il presidente amato dagli italiani „coglioni“ dal suo olimpo del Quirinale trasformato in QuOrinale.

Poi c' è il Bernardo Mattarella nipote, ex-consigliere regionale in Sicilia, indagato per peculato su rimborsi regionali e reduce da qualche brutta avventura con la Giustizia di Palermo, il cui nome assurse agli onori della cronaca nel 2008, quando l' allora Sviluppo Italia (poi Invitalia), guidata da Domenico Arcuri lo imbarcò come consulente, per poi promuoverlo a dirigente, Di tanto in tanto i il suo pargoletto Piersanti Mattarella jr., 35 anni, latra su Adnkronos facendoci sapere che „Non fu solo Cosa Nostra a uccidere mio nonno“. Ma che cacchio cerca costui, dopo che della città di Palermo, vie, parchi pubblici e luoghi istituzionali sono stati sottratti alle loro identità? Vada a cercare i motivi dell' assassinio di suo nonno nella storia contorta della sua Grande Famiglia e sulle ragioni per le quali per il suo zietto Sergio, ancora capo dello Stato, conta anche la reputazione della famiglia dove incontrerebbe le ombre fitte che avvolgono il suo defunto padre Bernardo, ras della Dc siciliana nel dopouerra, e quelle recenti che hanno coinvolto il fratello Antonino (giurista!), indagato negli anni Novanta a Venezia per riciclaggio di denaro sporco e associazione mafiosa col cassiere della banda della Magliana Enrico Nicoletti, per una speculazione relativa ad una decina di alberghi a Cortina, inchiesta poi archiviata nel 1996 per mancanze di prove sulla provenienza illecita del denaro, con coda di polemiche anche in Parlamento. Tutta lì l'azione del <bimbo minchia> (Travaglio) e rottamatore della malapolitica, Matteo Renzi, nella scelta di un candidato che rompesse col passato e non un ex tesserato della balena bianca?

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Il 9 gennaio u.s. Il Presidente federale Franz Walter Steinmeier e il presidente della Sergio Mattarella-Buccellato-Rimi hanno premiato il gemmellagio italo-tedesco annunciando il secondo premio per il gemellaggio tra città invitando città e comuni dei due paesi a candidarsi per il premio, il tutto nel riconoscimento (di facciata) delle strette e buone relazioni tra Germania e Italia a livello comunale e nel riconoscimento di città e comuni tedeschi e italiani che presentano progetti di partneriato in ambito di scambi giovanili, impegno civico, sostenibilità, integrazione europea, innovazione, digitalizzazione, cooperazione culturale, coesione sociale e inclusione. Dove? Quando? Il tutto visto dal mio osservatorio di Germania altro non è che tempo perso che si dovrebbe impiegare per imporre a questa italia disesstata su tutto: Diritto urbanistico, Diritto edilizio pubblico, Diritto contrattuale, Diritto ambientale, Normativa edilizia efficiente e rigorosa, normalizzazione del rapporto Stato-Regioni-Comprensori di Comuni e Comuni sul modello efficiente della Germania istituendo istituzioni intermedie come i Distretti amministrativi (Regierungsbezirke) a disciplinare nel dettaglio i rapporti tra Amministrazioni regionali e Amministrazioni comprensoriali e comunali, più che in termini astratti tra Regioni, Comprensori e Comuni. E se vera possa essere l' iniziativa della dinamica e coraggiosa Giorgia Meloni tendente a mettere ordine nel mercato immobiliare introducendovi la disciplina della Norma trdesca DIN 277, secondo la quale la superficie netta del pavimento è l' area tra i componenti ascendenti, cioè la dimensione chiara delle stanze al netto dell' intonaco. In altri termini: la superficie lorda del pavimento meno la detrazione forfettaria per l' intonaco del tre per cento. Donde ad un appartamento di 100 mq. sulla base di una misura più accurata dello spazio abitativo va riferito uno spazio abitativo „netto“ di 97 mq. Per questo sono disponibili due metodi: da un lato,la misurazione imprecisa con rotella a nastro o righello, dall' altro, misurazione esatta con telemetro laser, consigliato – anche per la mia cinquantennale attività professionale di architetto in Germania – per una misurazione accurata. Un buon dispositivo in grado di memorizzare diverse misurazioni è già disponibile per circa 100-150 euro, rende il lavoro molto semplice e fa giustizia all' acquirente o al localatario di un un immobile o di un appartamento posti in vendita o in affitto con la superficie abitale al netto dell' intonaco. Finalmente una autentica „mazzata“ a palazzinari e speculatori sciacalli che da settantanni scorazzano in questa italia senza regole.

Se queste, tra le tante buone, sono le intenzioni dell' Escutivo presieduto da Giorgia Meloni, che si passi all' azione con ordine, rigore e disciplina, categorie a garanzia di una autentica democrazia, latu sensu, e a debellare l' immonda e incrostata anarchia à l' italiana, strictu sensu, il tutto in un contesto salutare di igiene politica e revisione a tutti i livelli operativi, di vertice e di base, che come premessa abbia la collocazione dell' operatore giusto al posto giusto e il licenziamento per scarso rendimento, In altri termini l' allontanamento del ministro Salvini dal Ministero II. & TT. e la mobilitazione dell' Ambasciata d' Italia di Berlino nel ruolo di canale d' informazione nel dettaglio dell' efficiente macchina operativa della Germania versus Italia.

 

 

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