< weniger ist mehr >
(m
eno è più)
(L. Mies v. d. Rohe)

 

Per una Europa delle diversità nell' unità

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

Ed eccoci di nuovo a: „lo stato è tutto, l' individuo nulla“

(G. Gentile)

Aristotele e la Polis greca

 

La realtà politica e i rischi da catastrofe globali, come quella nella quale siamo immersi, hanno riproposto la mai sopita questione del ruolo dello Stato nazionale, prima che di altre istituzioni sovrannazionali, nella Politica e nella democrazia. È un dato di fatto incontrovertibile che da ora in poi deve essere tenuto ben presente e consolidato dove manca o presenta lacune che inevitabilmente deve ricollegare alle sovente dimenticate radici dell' Europa e del mondo occidentale della consolidata cultura, latu sensu e politico-costituzionale, greco-romana sulla si staglia in tutta la sua inscalfibile statura la figura del grande filosofo di Stagira, A r i s t o t e l e.

 

 

Certo, non siamo più nella polis greca (si è avuta una Polis ben più raffinata, ma dimenticata e distrutta: quella della Magna Grecia, Megane Hellas, dove oggi ancora sovrano regna l' antistato), connotata, come nella natura delle cose dall' antagonismo fra classi espressione di aspirazioni e interessi diversi e contrastanti, bensì nella contorta polis moderna europea lacerata dalle sue contraddizioni per la quale è proprio il richiamo al grande esperimento aristotelico è quanto mai urgente e indiliazionabile rinfrescarne almeno il ricordo, lasciando agli operatori di Politia e democrazia, ed alla sensibilità di un cittadino „altro“, il difficile (ma non immane se la ratio vince sull' anarchia) compito di rivifificarne spirito ed essenza, tenendo ben presente che il punto di partenza di Aristotele fu la ricerca di una sezione aurea che identicò nella „medietà“, intesa come ricerca dei mezzi indispensabili a neutralizzare quegli estremi che in una società politica conducono alla sovversione, se in essa non la medietas (la classe dei medi proprietari per Aristotele) che, oggi, intendiamo come classe media, poichè „se un regime intende conservarsi, è necessario che tutte le parti dello stato vogliono che esista e si mantenga nelle stesse condizioni“ (Pol. II, 9 1270 b 21-22).

 

Deve necessariamente, in primis, essere ricordato il fil rouge che secondo Aristotele connette Politica, costituzione (politeia) e governo (politeuma) per farne la stessa sostanza, essendo il politeuma „la suprema autorità dello stato“ nelle mani di uno, pochi o molti, il che fa pensare come per Aristotele e per i Greci dell' antichità la costituzione era cosa ben diversa dal concetto di costituzione moderna nel senso di contenitore delle leggi fondamentali del governo e dei diritti dei cittadini del tipo di bill of rights.

 

Alla ricerca e identificazione dello „Stato ideale“ che rende forte la polis, nella Politica Aristotele descrive tre forme: la monarchia dell' uomo virtuoso; l' aristocrazia di più uomini accomunati dalle virtù del comando e dell' obbedienza civica. Ma è la politia della classe media che nella visione aristotelica assume quel ruolo preminente che non poco influenzerà l' esperienza della civiltà comunale in Italia, prima, e le democrazie occidentali moderne, poi.

 

Manoscritto di P o l i t i c a

 

Al centro di un tale costrutto Aristotele altro non pone che quel magico concetto della polis, intesa come comunità (koinönia) che in quanto tale è orientata ad un bene non ancora ben definito come bene comune, ma che di questo contiene già il seme nella considerazione che gli uomini agiscono per conseguirlo, donde la polis a costituirne il medium, poiché essa è comunità suprema che include sia la casa (oikos) che il villaggio (kome) per diventare così „comunità politica“. Quasi che la polis finisce per essere considerata „esistente per natura“ e l' uomo per natura è un essere politico vivente (zoon politikon) il cui fine (telos) è espressione di una volontà cosciente di discernere il giusto dall' ingiusto a confermare, pertanto, che la comunità politica è insita alla natura umana (che per i Romani diventa humana conditio) da questa percepita come impulso che nella Grecia antica genera la polis da Aristotele perfezionata in forma organizzata dotata di una costituzione (politeia) che diventa identità della polis, insieme di cittadini accomunati da stessi „forma e modo di vita . . . . in una vita pienamente realizzata e indipendente: è questo (. . . . ) il vivere in modo felice e bello“ (Pol. III, 9 1281 a 1 ss.).

 

A questo punto per Aristotele non è più sufficiente la nozione di costituzione indicata per la polis, intesa come convoluto ordinato di case o comunità familiari; occore qualcosa d' altro che sappia di „ordinamento (taxis), di coordinamento, di legame, di cemento (diremmo) delle varie istanze (magistrature) di uno stato e in ispecie di quella che sovrana suprema di tutto“ si esprime nalla „classe dirigente“ (kyrion), intesa come magistratura di governo (politeuma), che altro non è se non la stessa costituzione (politeia). Che deve essere „ottima“ e tale da garantire una guida sicura ai politici responsabili e corrispondere ai „desideri“ dei cittadini in quanto „lo stato è per sua natura pluralità definita di uomini specificamente diversi (l' Europa da unificare! Ndr) e non massa di uomini eguali“ (Pol. II, 2 1261 a 18-25).

 

Pertanto ricerca di una costituzione nella quale „in media stat virtus“, questa percepita come „medietà“ accessibile a tutti: poveri, ricchi e classi sociali di mezzo cui corrisponde la „classe media“, poiché in una polis senza questa è una polis che genera despotismo nei ricchi e schiavitù nei poveri, diseguaglianze e tensioni sociali, disprezzo dei ricchi verso i poveri, odio dei poveri verso i ricchi: un coacervo, insomma, che di una comunità fondata sull' amicizia e sulla disponibilità all' aiuto reciproco fatta di elementi simili ed eguali come la comunità costituita „soprattutto con le persone del ceto medio“ (Pol. IV, II 1295 b 28) in guisa che possano essere, se non del tutto evitati, almeno sostanzialmente mitigati i pericoli nascenti dai ricchi che sopraffanno i poveri che al loro volta odiano i ricchi (Pol. IV, 11 1295 b 29 ss.).

 

Tomba di Aristotele

 

In tal senso il percorso da seguire è per Aristotele quello della saggezza che ispira una costituzione „mista“ capace di intrecciare le classi, più che metterle in contrapposizione, generando così quella che Karl Marx intese come „lotta di classe“ che avrebbe dovuto condurre all' utopia della „dittatura del proletariato“, dell' asimmetria capitalismo-socialismo e che il Fascismo nella sua pazza corsa senza tempo cercò di superare con la proposta „corporativa“ coinvolgendo nella sintesi delle Corporazioni le forze del lavoro, della produzione, del commercio, delle professioni e dei mestieri che in un raptus di ardor et impetus potrebbe oggi essere figurabile in una democrazia organica, rappresentativa, corporativa, cooperativa, sociale e partecipativa con con Parlamento monocamerale e un <Consiglio del Lavoro e delle Regioni> di 30 membri, al posto del Senato, costituito dai Presidenti di Regioni, tutte a statuto ordinario e rapprresentanti delle cinque categorie testé richiamate.

 

Saremmo così a quella politia della mescolanza ben riuscita, prevista da Aristotele per la polis e applicata nella costituzione di Sparta nella quale gli interessi die cinque elementi si fondano in un unicuum in forza della costituzione della polis se per questa intendiamo lo stato.

 

Costituzione degli uomini liberi ed eguali (smorfiata e slegata dal contesto da frange dell' amorfa Sinistra italiana), intesa come politia realizzata in assenza di rivoluzioni, capace di fondere ricchi e poveri e fare del ceto medio un fattore di equilibrio e ammortizzatore delle disuguaglianze, conferendo al sistema stabilità e continuità, prerogtative della politia, più che della democrazia, essendo questa, potere del popolo, espresso da massa emozionalmente corruttibile, fonte di incontrollabile di populismo e populisti, più che di di una élite di esperti delle varie discipline del buon governo che potremmo definire come aristocrazia della politica, uomini (e donne!) migliori (aristoi) e virtuosi che formano il governo della perfetta virtù che auspica il fine migliore (ariston) in forza delle competenze di governo prescritte dalla costituzione migliore pensata non in chiave elitaria, strictu sensu, da Aristotele, bensì nella coniugazione della „virtù con la capacità del cittadino di ben governare, ma anche ad obbidire“, laddove „la virtù del comando è superiore a quella dell' obbedienza a chi è in possesso di una tale superiorità“ (Pol. III, 17 1288 a 28-30).

 

Sempre presenti sono in Aristotele concetti di base che esaltano mescolanza, moderazione, giustizia e medietà che, tutte, confluiscono nell' esaltazione della costituzione migliore fondata sulla classe media per il governo della polis che, poi, è quella che rende l' uomo libero (eleutheros), senza padrone, e trasforma lo stato in un „tutto“ che fece dire a Giovanni Gentile, l' „individuo essere nulla“, cui aggiungiamo noi l' appartenenza del cittadino allo stato, cioè alla polis per antonomasia che, poi è quella comunità che le scienze sociali moderne hanno come società.

 

Cosa occorre, allora, per poter parlare di unità politica e di popolo/i, anziché di massa, se non una costituzione che lega e cementa, una costituzione della virtù politica ed etica inclusiva e democratica – tanto per neutralizzare in partenza ogni nascente spinta di superiorità - necessaria al buon governo della res pubblica e di un' Europa dei Popoli „dall' Atlantico agli Urali“ (B. Mussolini)?

 

Poiché la debole amalgama europea, ridotta a perenne omrello di Paesi claudicanti, finirà definitivamente di vivere, se a superamento della crisi pandemica globale che l' ha messa in ginocchio non si darà una Costituzione dalle radici saldamente ancorate nel fecondo humus greco-romano.

 

La Scuola di Atene.

Affresco (770 cm x 500 cm ca.) di Raffaello Sanzio databile al 1509-1511,

situato nella Stanza della Segnatura posta all' interno dei Palazzi Apostolici

del Vaticano. Aristole è la figura con la tunica azzurra.

La figura alla sua destra

è quella di Platone

 

 Deutsch

 

                             Und hier sind wir wieder: "Der Staat ist alles, der Einzelne ist nichts"
                                                                                                                  
(G. Gentile)
                                                                                             
Aristoteles und die griechische Polis

Die politische Realität und die Risiken globaler Katastrophen wie der, in die wir verstrickt sind, haben die nie ruhende Frage nach der Rolle des Nationalstaates vor anderen supranationalen Institutionen in Politik und Demokratie erneut vorgeschlagen. Es ist eine unbestreitbare Tatsache, dass von nun an daran gedacht und konsolidiert werden muss, wo es an Lücken mangelt oder diese aufweist, die unweigerlich mit den oft vergessenen Wurzeln Europas und der westlichen Welt der konsolidierten Kultur, latu sensu und politisch-konstitutionell, griechisch, zusammenhängen müssen - Die Figur des großen Philosophen von Stagira zeichnet sich durch ihre unerschütterliche Statur von.
A r i s t o t e l e.


Natürlich befinden wir uns nicht mehr in der griechischen Polis (es gab eine viel raffiniertere Polis, sondern sie wurde vergessen und zerstört: die von Magna Grecia, Megane Hellas, wo heute noch das Antistatum an oberster Stelle steht), charakterisiert wie in der Natur der Dinge durch Antagonismus zwischen Klassen, Ausdruck unterschiedlicher und widersprüchlicher Bestrebungen und Interessen, aber in der verdrehten modernen europäischen Polis, die von ihren Widersprüchen zerrissen ist, für die es genau der Hinweis auf das große aristotelische Experiment ist, ist es dringender und unauslöschlicher, zumindest die Erinnerung aufzufrischen und sie den Betreibern von Politia und zu überlassen Demokratie und für die Sensibilität eines "anderen" Bürgers die schwierige (aber nicht immense, wenn das Verhältnis die Anarchie gewinnt) Aufgabe, ihren Geist und sein Wesen zu überprüfen, wobei zu berücksichtigen ist, dass Aristoteles Ausgangspunkt die Suche nach einem goldenen Schnitt war was er im "Mittelalter" identifizierte, als Suche nach dem unverzichtbaren Mittel, um jene Extreme zu neutralisieren, mit denen in einer politischen Gesellschaft sie führen zu Subversion, wenn nicht darin die Medietas (die Mittelklasse für Aristoteles), die wir heute als Mittelklasse meinen, denn "wenn ein Regime sich selbst bewahren will, ist es notwendig, dass alle Teile des Staates wollen, dass es existiert und erhalten bleibt." unter den gleichen Bedingungen "(Pol. II, 9 1270 b 21-22).

Zuallererst muss man sich an das Fil Rouge erinnern, das laut Aristoteles Politik, Verfassung (Politeia) und Regierung (Politeuma) verbindet, um dieselbe Substanz zu bilden, da Politeuma "die höchste Autorität des Staates" in den Händen von einem, wenigen oder vielen ist , was darauf hindeutet, dass sich die Verfassung für Aristoteles und die Griechen der Antike stark vom Konzept der modernen Verfassung im Sinne eines Behälters der Grundgesetze der Regierung und der Bürgerrechte vom Typ Bill of Rights unterschied.

Auf der Suche und Identifizierung des "Idealstaates", der die Polis stark macht, beschreibt Aristoteles in der Politik drei Formen: die Monarchie des tugendhaften Mannes; die Aristokratie mehrerer Männer, die durch die Tugenden des Kommandos und des bürgerlichen Gehorsams vereint sind. Aber es ist die Politik der Mittelklasse, die in der aristotelischen Vision diese herausragende Rolle einnimmt, die nicht zuletzt die Erfahrung der städtischen Zivilisation in Italien und der modernen westlichen Demokratien beeinflusst.
Im Zentrum eines solchen Konstrukts stellt Aristoteles nur das magische Konzept der Polis, verstanden als eine Gemeinschaft (koinönia), die als solche auf ein Gut ausgerichtet ist, das noch nicht gut als Gemeinwohl definiert ist, aber bereits den betrachteten Samen enthält. Dass

Männer handeln, um es zu erreichen, daher die Polis, um ihr Medium zu bilden, da es die höchste Gemeinschaft ist, die sowohl das Haus (oikos) als auch das Dorf (kome) umfasst, um somit "politische Gemeinschaft" zu werden. Fast, dass die Polis als "von Natur aus existierend" betrachtet wird und der Mensch von Natur aus ein lebendiges politisches Wesen (zoon politikon) ist, dessen Ende (telos) Ausdruck eines bewussten Willens ist, das Gerechte vom Ungerechten zu unterscheiden, um dies zu bestätigen , dass die politische Gemeinschaft der menschlichen Natur innewohnt (die für die Römer zur humana conditio wird), die von ihr als Impuls wahrgenommen wird, der im antiken Griechenland die Polis aus Aristoteles erzeugt, der in organisierter Form mit einer Verfassung (Politeia) perfektioniert wird, die zur Identität der Polis wird, Gruppe von Bürgern, die durch dieselbe Form und Lebensweise vereint sind. . . . in einem voll verwirklichten und unabhängigen Leben: Dies ist (....) ein glückliches und schönes Leben "(Pol. III, 9 1281 a 1 ss.).

An diesem Punkt reicht für Aristoteles der für die Polis angegebene Begriff der Verfassung, der als verschlungene Ordnung von Häusern oder Familiengemeinschaften verstanden wird, nicht mehr aus; Wir brauchen etwas anderes, das von "Ordnung (Taxis), Koordination, Bindung, Zement (wir würden sagen) der verschiedenen Instanzen (Justiz) eines Staates und insbesondere von dem, was der oberste Herrscher über alles ist" in der "Klasse" zum Ausdruck kommt. Exekutive “(kyrion), verstanden als die staatliche Justiz (politeuma), die nichts anderes als die Verfassung selbst (politeia) ist. Das muss "exzellent" sein und den verantwortlichen Politikern eine sichere Führung garantieren und den "Wünschen" der Bürger entsprechen, da "der Staat von Natur aus eine Vielzahl spezifisch unterschiedlicher Männer definiert (Europa soll vereinheitlicht werden! Ed) und nicht Masse gleicher Männer "(Pol. II, 2 1261 bis 18-25).

Suchen Sie daher nach einer Verfassung, in der "in media stat virtus" dieses als "Mittelalter" wahrgenommen wird, das allen zugänglich ist: arme, reiche und soziale Klassen, denen die "Mittelklasse" entspricht, da es in einer Polis ohne diese eine Polis ist, die es erzeugt Despotismus bei den Reichen und Sklaverei bei den Armen, Ungleichheiten und soziale Spannungen, Verachtung der Reichen gegenüber den Armen, Hass der Armen gegenüber den Reichen: kurz gesagt, ein Koazervo der einer Gemeinschaft, die auf Freundschaft und Verfügbarkeit für gegenseitige Hilfe beruht ähnliche und gleichberechtigte Elemente wie die Gemeinschaft bildeten sich "besonders mit Menschen der Mittelklasse" (Pol. IV, II 1295 b 28) auf eine Weise, die, wenn nicht vollständig vermieden, die Gefahren der Reichen, die die überwältigen, zumindest erheblich mindern kann Arme, die wiederum die Reichen hassen (Pol. IV, 11 1295 b 29 ss.).

In diesem Sinne ist der Weg für Aristoteles der der Weisheit, die eine "gemischte" Verfassung inspiriert, die in der Lage ist, die Klassen zu verflechten, anstatt sie in Opposition zu setzen, und so das erzeugt, was Karl Marx als "Klassenkampf" beabsichtigte, der zum Utopie der "Diktatur des Proletariats", der Asymmetrie zwischen Kapitalismus und Sozialismus, die der Faschismus in seiner wahnsinnigen zeitlosen Rasse mit dem "korporativen" Vorschlag zu überwinden versuchte, der die Kräfte von Arbeit, Produktion, Handel, Berufe und Berufe, die heute in einer organischen, repräsentativen, korporativen, kooperativen, sozialen und partizipativen Demokratie mit einem Einkammerparlament und einem <Rat für Arbeit und Regionen> von 30 Mitgliedern vertreten sein könnten Ort des Senats, bestehend aus den Präsidenten der Regionen, alle mit ordentlichem Statut und Vertretern der fünf Kategorien erinnerte sich an Tee.

Wir wären also bei dieser erfolgreichen Mischungspolitik, die Aristoteles für die Polis vorgesehen hat
und angewendet in der Verfassung von Sparta, in der die Interessen der fünf Elemente aufgrund der Verfassung der Polis in einem einzigen Vakuum begründet sind, wenn wir damit den Staat meinen.

Die Verfassung freier und gleichberechtigter Männer (verzog das Gesicht und trennte sich vom Rand der amorphen italienischen Linken), verstanden als eine Politik, die ohne Revolutionen geschaffen wurde und in der Lage ist, Arm und Reich zu verschmelzen und die Mittelschicht zu einem Faktor des Gleichgewichts und der Abfederung von Ungleichheiten zu machen. Dem System Stabilität und Kontinuität zu verleihen, eher Vorrechte der Politik als der Demokratie, da dies die Macht des Volkes ist, ausgedrückt durch emotional korrupte Masse, eine unkontrollierbare Quelle von Populismus und Populisten, und nicht eine Elite von Experten aus den verschiedenen Disziplinen des Guten Regierung, die wir als Aristokratie der Politik definieren könnten, bessere Männer (und Frauen!) und Tugendhafte, die die Regierung der perfekten Tugend bilden, die auf das beste Ende (Ariston) aufgrund der Regierungsfähigkeiten hofft, die in der besten Verfassung vorgeschrieben sind, die nicht in Schlüsselform entworfen wurde elitaria, strictu sensu, von Aristoteles, aber in der Konjugation von „Tugend mit der Fähigkeit von der Bürger, gut zu regieren, aber auch zu gehorchen ", wo" die Tugend des Befehls der des Gehorsams gegenüber denen überlegen ist, die über eine solche Überlegenheit verfügen "(Pol. III, 17 1288 bis 28-30).

In Aristoteles sind immer Grundbegriffe vorhanden, die Vermischung, Mäßigung, Gerechtigkeit und Mittelmäßigkeit erhöhen, die alle in der Erhöhung der besten Verfassung zusammenlaufen, die auf der Mittelklasse für die Regierung der Polis beruht und die den Menschen frei macht ( eleutheros), ohne einen Meister, und verwandelt den Staat in ein "Ganzes", das Giovanni Gentile sagen ließ, das "Individuum, um nichts zu sein", zu dem wir die Zugehörigkeit des Bürgers zum Staat, dh zur damaligen Polis par excellence, hinzufügen diese Gemeinschaft, die die modernen Sozialwissenschaften als Gesellschaft haben.

Was also benötigt wird, um über politische Einheit und Menschen sprechen zu können, anstatt über Masse, wenn nicht über eine Verfassung, die bindet und zementiert, eine Verfassung integrativer und demokratischer politischer und ethischer Tugend - nur um zu Beginn jeden aufkommenden Vorstoß zu neutralisieren Überlegenheit - notwendig für die gute Regierungsführung des öffentlichen Sektors und eines Europas der Völker "vom Atlantik bis zum Ural" (B. Mussolini)?

Da das schwache europäische Amalgam, das zu einem beständigen Dach klaudischer Länder geworden ist, definitiv leben wird, wird eine Verfassung mit Wurzeln, die fest im fruchtbaren griechisch-römischen Humus verankert sind, nicht gegeben, um die globale Pandemiekrise zu überwinden, die es in die Knie gezwungen hat.

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stampa Email

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.