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(L. Mies v. d. Rohe)

 

Infrastrutture possono essere "debito buono", se . . . .

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ECONOMIA

Huffingtonpost 13/01/2022 14:42 CET

Daniel Gros: "Quello per le infrastrutture è debito buono, per tornare a crescere"

Intervista all'economista tedesco e membro del Board del Ceps

 

By We Build Value



 

Le infrastrutture migliorano l’ossatura del Paese, velocizzano le comunicazioni, creano insomma le premesse per una crescita sostenuta, robusta e duratura”. Così Daniel Gros, economista tedesco e membro del Board del Center for European Policy Studies di Bruxelles, uno dei più prestigiosi think-tank europei, spiega in un’intervista a “We Build Value” il ruolo delle infrastrutture nella ripartenza economica post-Covid.

Dall’Europa agli Stati Uniti i nuovi piani di sviluppo stanno sostenendo la crescita, grazie anche alla comprensione che quello per le infrastrutture ”è un debito buono, che favorisce l’economia e non rischia di far aumentare l’inflazione”.

 C O M M E N T O

Una rondine non ha mai fatto primavera, se per rondine si debba intendere qualche rara impresa italiana (penso al Gruppo Webuild) che si è confrontata, e anche bene, con il concetto di "infrastruttura", coniugando impegno e innovazione tecnologica. Tutto il resto è buio, ignoranza, presunzione e arretratezza paurosa, se, in particolare, si rivolge il pensiero a rete idrica e fognante nazionali, le infrastrutture più vicine agli interessi e bisogni dei cittadini che possono autorizzare a parlare di "paese moderno". Certo, qualcuno continua a riempirsi la bocca parlando e scrivendo del <nuovo Ponte San Giorgio>, una normalissima e contorta normalità, del quale i cui due aspetti costitutivi, Progetto architettonico e Progetto strutturale, sono stati rispettivamente sottratti a rigidi controlli preliminari, quale il rilascio dell' indispensabile <permesso a costruire> da parte del Comune di Genova e Regione Liguria (Progetto architettonico) con il coinvolgimento di tante istituzioni intermedie, ed una verifica preliminare del Prgetto strutturale, separamente per le strutture in c.c.a. e le strutture in acciaio, da parte di ingg. verificatori, all' uopo abilitati (senza i consueti inciuci italiani) e secondo le rigide prassi vigenti in Paesi come Austria, Svizzera e Germania (soprattutto). Senza queste premesse si può parlare di <infrastrutture come debito buono per crescere>, in ispecie se inesistenti sono volontà politica e il rigore irrinunciabile di serie istanze di controllo (Provveditorati reg.li alle OO.PP. e Uffici prov.li del Genio Civile), Ordinamento sull' aggiudicazione dei lavori (il serio VOB di Germania!), Diritto contrattuale, quello che regola i rapporti tra committenza pubblica e impresa esecutrice dei lavori e concede alla prima tutte le garanzie per la durata prevista ai sensi di legge dalla data di presa inconsegna di un' opera essente da difetti visibili e invisibili. Pertanto riempirsi la bocca di belle parole continua ad essere un fare disonesto, irresponsabile e provocatorio da condannare e necessariamente collegare alla irresponsabile leggerezza con la quale il Capo del Governo, Mario Draghi, in procinto di varcare per viltà la soglia che lo separa dal Quirinale, ha avviato la sua avventura di <salvator italiae>. Che la varchi pure, gli si deve far sapere, ma in tal caso non s' illuda di avere una vita facile come capo dello Stato, nella certezza che accanto ad un movimento di protesta nazionale, anche Bruxelles possa finalmente svegliarsi dall' incomprensibile, quanto irresponsabile torpore e, accanto al dolore espresso per la dipartita di una figura politica e istituzionale di grande rilievo e carica umana, come il compianto Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, sia in grado di onorarne la memoria col ricorso un rigore senza precedenti, se si vuole salvare l' Italia da una vergogna programmata per continuata assenza di regole e morale dalla quale si voluto far scaturire il sedicente PNRR.

 

 

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In cerca dell' unità di misura per il PNRR

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ECONOMIA

HuffPost 23/12/2021 14:59 CET | Aggiornato 9 ore fa

Il Pnrr misura "la nostra credibilità", richiede "rapidità, efficienza, onestà"

La bozza della relazione sullo stato d'attuazione visionata da Huffpost, con premessa firmata Mario Draghi: "Sfida decisiva"

By Giuseppe Colombo

 

Perché l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza è una “sfida decisiva” per il Paese lo scrive Mario Draghi nella premessa alla prima relazione al Parlamento, in cui chiede “rapidità, efficienza, onestà”. Nella bozza di cui Huffpost è in possesso, si legge che dal Pnrr “dipende la nostra credibilità nei confronti dei cittadini e dei nostri partner”. È la raccomandazione a tenere alta la guardia sui prossimi obiettivi, dopo aver conseguito tutti i 51 che scadono a fine anno, il messaggio che il premier consegna al Parlamento. Ma anche al Governo, senza specificare che sarà il suo a occuparsene. E questo è un elemento che rafforza quanto detto durante la conferenza stampa di ieri, quell’abbiamo creato le condizioni “perché il lavoro continui, indipendentemente da chi ci sarà al governo”. 

È lo stesso Draghi a ribadire questi concetti durante la riunione della cabina di regia a palazzo Chigi per l’esame della relazione. Sollecita “un impegno quotidiano fino al 2026” perché “non è il momento di adagiarsi per l’obiettivo raggiunto”. Invita i ministeri ad attivare la cabina di regia subito in caso di difficoltà nell’attuazione. Ripete il senso stesso della missione Recovery: spendere “correttamente e onestamente, evitando fenomeni di corruzione e infiltrazioni delle organizzazioni criminali”. 

Il successo dell’avvio del Pnrr è nella richiesta di pagamento della prima rata da 24,1 miliardi (12,6 miliardi in prestiti e 11,5 miliardi a fondo perduto) che il Governo invierà nei prossimi giorni alla Commissione europea. Un paio di mesi di valutazione e se, come è ampiamente prevedibile dal check fatto dalla relazione, arriverà il disco verde allora il Tesoro incasserà il secondo bonifico. In cassa finiranno 21 miliardi perché dai 24,1 miliardi sarà scalata una quota del prefinanziamento ricevuto il 13 agosto. 

Ora inizia un’altra partita, che non è solo la programmazione per centrare i prossimi obiettivi, suddivisi tra riforme e investimenti, fissati per fine giugno. Bisogna completare i bandi e soprattutto avviare la spesa, ancora completare il rafforzamento della macchina amministrativa che muove il Pnrr a tutti i livelli, dal ministero all’ufficio comunale. Qui il messaggio del premier, in questo caso veicolato attraverso le parole della relazione, è “mettere la cultura della programmazione al centro dei processi della pubblica amministrazione”. Insomma bisogna continuare a fare bene anche nel metodo, quel metodo che dentro ha le leggi, ma anche una miriade di decreti attuativi e di atti amministrativi. Il precedente - è il senso del messaggio - c’è perché si è già conseguito un risultato tondo che ”è una prima importante dimostrazione della capacità del Paese di attivare i processi di riforma e di investimento previsti dal Piano”. 

È il Parlamento il destinatario delle consegne più importanti. Il premier gli riconosce “un contributo essenziale al conseguimento degli obiettivi e
ha dimostrato notevole sensibilità nell’approvare in modo tempestivo riforme e norme essenziali per la riuscita del Piano”. Parole che sono funzionali anche per provare a spegnere le polemiche che hanno accompagnato il Pnrr prima ancora che fosse scritto, già ai tempi del Conte 2. La scia velenosa delle Camere coinvolte poco e spesso per ratificare decisioni già blindate ha impattato anche sul governo Draghi. Non ci sono però solamente i ringraziamenti. C’è l’impegno a coinvolgere il Parlamento con un vasto programma di open data e a inviare una nuova relazione sull’attuazione del Piano alle Camere entro la prima metà di aprile, in corrispondenza con la trasmissione del Documento di economia e finanza. Una terza relazione a settembre e via via ogni sei mesi. 

Alla trasparenza del Governo, però, deve corrispondere un impegno di Camera e Senato. Non è un caso se la relazione pone l’accento proprio sulle riforme in Parlamento quando passa in rassegna gli elementi sull’attuazione del Piano. Ricordare cosa deve fare da subito e in un anno equivale a dire che la corsa va tenuta ad alta intensità. Eccola la corsa: quasi un terzo delle milestone e dei target (154 su 250) del Pnrr richiedono l’approvazione di “riforme”. Tra queste, più di un terzo (59 su 154) dovrà essere soddisfatto mediante l’approvazione
di disposizioni legislative. L’impegno per il 2022 è più che denso: 23 riforme su 66 richiedono atti legislativi, mentre 43 su 66, con una concentrazione notevole tra aprile e giugno, fanno riferimento a atti normativi secondari. 

Solo per fare alcuni esempi. Entro il 30 giugno bisognerà fare la riforma della carriera degli insegnanti e la delega per la riforma del codice degli appalti pubblici. Ed entro il 31 dicembre del prossimo anno bisognerà istituire un sistema di formazione di qualità per le scuole, uno di certificazione della parità di genere e dei relativi meccanismi di incentivazione per le imprese. Ancora la legge annuale sulla concorrenza. ”È quindi fondamentale - scrive ancora il Governo nella relazione - come è già stato nel corso del 2021, il ruolo del Parlamento nell’attuazione del Pnrr, nella definizione e piena realizzazione delle riforme e degli investimenti previsti nel Piano. Lo stesso Parlamento ha inoltre il compito di monitorare e, ove ritenuto opportuno, indirizzare l’attività del Governo nel corso dell’attuazione del Pnrr”.

 

Quello che va evitato, invece, è uscire fuori dal cronoprogramma perché “comporta costi molto alti”. Il passaggio che viene subito dopo suona come un richiamo a evitare di cadere nell’incompletezza e nella lentezza che ha  caratterizzato tradizionalmente la spesa dei fondi europei: “L’opzione di rinvii incompatibili con le tempistiche indicate non appare più percorribile”. 

Il ruolo del Parlamento e quello del Governo sono intersecati. Anche il futuro inquilino di palazzo Chigi, in caso di trasloco di Draghi al Colle, dovrà fare sua una logica che impone, oltre alle “tempistiche relative all’approvazione delle misure legislative”, l’indicazione di “scadenze tassative anche per gli atti normativi del Governo attuativi delle leggi indicate”. 

Un esempio lo fa la stessa relazione: la delega per la riforma del Codice degli appalti. Come detto dovrà essere approvata entro il 30 giugno 2022. Per l’entrata in vigore dei relativi decreti legislativi è previsto il termine del 30 marzo 2023. Poi, per la predisposizione di tutti gli atti attuativi (regolamenti di esecuzione, linee guida e altro) ci sono solamente altri tre mesi. ”È evidente - dice la relazione - che le Camere per l’approvazione della legge, il Governo per la predisposizione dei decreti legislativi e, di nuovo, le Camere per la relativa attività consultiva, sono tenuti ad attrezzarsi per rispettare tutte le scadenze, che si impongono all’Italia nel suo complesso e richiedono perciò il superamento di ogni tempistica che risulti incompatibile con gli impegni assunti con il Pnrr”.

Prossima fermata: 30 giugno. Gli obiettivi da raggiungere sono 47

Una tabella riassume gli obiettivi da portare a termine ogni sei mesi per richiedere la tranche successiva di risorse. Le rate sono in tutto dieci, con gli ultimi milestone e target che andranno chiusi entro il 30 giugno del 2026. Da gennaio a giugno del prossimo anno sono 47 gli obiettivi da raggiungere per il terzo bonifico da 21 miliardi. 

 

HUFFPOSTScadenze e rate Pnrr

La macchina del Pnrr

La Pubblica amministrazione - si legge sempre nella bozza della relazione - è chiamata a rispondere a questi impegni in modo agile ed efficace, senza
diminuire i propri obblighi di controllo, salvaguardando l’interesse generale e massimizzando le esperienze e le competenze maturate”. Il Governo mette in fila tutti gli interventi realizzati per dare conto del lavoro fatto con il coordinamento del Dipartimento della Funzione pubblica. Dalle convenzioni con le società a partecipazione pubblica all’assunzione di mille esperti per il potenziamento del personale delle Regioni e degli enti locali. Ma anche le convenzioni Consip e soprattutto l’ampliamento delle facoltà di assunzione. Ci sono anche i 2.800 funzionari per il Sud e i fondi ordinari per la progettazione.

Il protocollo sindacati-Governo. Tavoli per valutare le ricadute dell’attuazione del Pnrr

Cgil, Cisl e Uil firmano un protocollo con Draghi per “la partecipazione e il confronto” sull’attuazione del Pnrr. L’intesa prevede l’attivazione di “tavoli nazionali di settore finalizzati e continui nei quali sia dato conto delle ricadute sociali, economiche e occupazionali degli investimenti e delle riforme previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e dal Piano nazionale per gli investimenti complementari”. 

Saranno i ministeri coinvolti ad attivare i tavoli, che vedranno partecipare il ministro competente per gli interventi, i dirigenti di riferimento, ii rappresentanti della Conferenza delle Regioni, le Province, i Comuni e le parti sociali più rappresentative. Sono previsti anche tavoli territoriali, composti dal presidente della Regione o da un assessore delegato, con i dirigenti locali e un rappresentante per ciascuna delle parti sociali. Ci saranno tavoli anche a livello locale, con sindaco e assessori delegati.

C O M M E N T O

E se insistono a scriverlo i piccioni non ancora colombi, beh . . . ci deve pur essere una ragione. Ma, ahinoi, a pensarla come i piccioni, che ancora colombi non sono, sono pochissimi e sorge il dubbio che tra tanti non a pensarla come il non ancora colombo sia anche il Capo del Governo e artifex Mario Draghi alla richerca, chissà, dell' unità di misura necesaria per misurare "la nostra credibilità" richiedendo "rapidità, efficienza, onestà". . . . pani schittu e libertà (per la traduzione in italiano della mia aggiunta, rivolgersi al siciliano PdR. uscente). Nix "credibilità", che questa Italia ha smarrito cammin facendo, e l' osservazione che l' efficienza non può essere mai raggiunta con la rapidità, laddove richeste sono "menti raffinatissime", professionalità, organizzazione e idee chiare: molto chiare. E l' onestà? Non è mai stata il forte di questa Italia, donde "scadenze e rate", Mettiamola, oertanto, così: quanto è stato fatto con "boni" (plurale di "bonus") è roba da sollecitare di mettersi davanti ad un muro della vergogna, cospargersi il viso di cenere e piangere, almeno dal mio modesto punto di vista maturato all' interno del mio osservatorio di Germania. Insomma, il problema è veramente cornuto: o prendere una saggia decisione nell' interesse delle generazioni future o lasciare. A presto e con prove alla mano.

 

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Italia tra conservatorismo e Socialismo

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Un conservatorismo per il XXI secolo? Spazio politico e sfide obbligate

Radicalizzazione, sovranità nazionale, mercato. Cosa una politica conservatrice si trova oggi ad affrontare

  • By Luiss School of GovernmentL'attualità politica, economica e giuridica vista dai docenti e ricercatori della Luiss SoG

    Giovanni Orsina

    Docente di storia contemporanea presso la Luiss e direttore della Luiss School of Government



 

 

L’attualità politica europea, in Paesi chiave del continente come Italia, Francia e Germania, offre più di uno spunto per una riflessione aggiornata sulla traiettoria dei movimenti anti-establishment. In questo Policy Brief muoveremo dall’ipotesi, in parte già argomentata altrove, che potrebbe essere in corso – il condizionale è d’obbligo – un processo di rientro della protesta cosiddetta “populista” contro la globalizzazione, che ha segnato l’ultimo decennio, nei ranghi di un’ideologia più strutturata e tradizionale quale quella conservatrice. Questo fenomeno starebbe portando anche a un ripensamento della sinistra, e quindi alla ricomposizione in forme parzialmente rinnovate dello schema politico “classico”.

In Francia la campagna elettorale si è giocata finora, nella sconcertante assenza della sinistra, fra sfumature diverse di destra o centro-destra, dall’euro-tecnocratica alla populista, passando per la nazionalista: Macron, Pécresse, Le Pen, Zemmour. A dimostrazione del fatto che i nostri tempi sono in effetti segnati da una robusta domanda di conservazione. In Germania la crisi dell’Unione Cristiano-Democratica (CDU) dipende anche dalla difficoltà, per un partito che è stato egemone e al potere per tanti anni, di rispondere a quella domanda e ai suoi profili inediti. Al contempo, però, quella crisi ha aperto lo spazio per la ricomposizione di un’alternativa di centro-sinistra – ossia, da un punto di vista sistemico, ha spinto in direzione bipolare.

In Italia, infine, i sovranisti, per quanto differenziati al loro interno, rimangono a tutt’oggi capaci insieme di rappresentare una parte assai significativa dell’elettorato, attualmente circa il 40% dei consensi tra Lega e Fratelli d’Italia. Proprio uno dei protagonisti di questo blocco, Fratelli d’Italia, di recente ha occupato per quasi una settimana il centro del dibattito politico nazionale con il suo tradizionale evento “Atreju”, significativamente intitolato quest’anno “Il Natale dei conservatori”. Al di là di vari aspetti contingenti, dalla competizione con la Lega per la supremazia nel centrodestra all’approssimarsi dell’elezione del prossimo presidente della Repubblica, non è da escludere che tanto interesse nasca dal sospetto che le posizioni conservatrici che Giorgia Meloni vorrebbe rappresentare in Italia stiano in effetti disegnando una possibile via d’uscita dal “decennio populista” e un possibile fattore di ricomposizione della dialettica politica fra destra e sinistra. L’inserimento ufficiale e ostentato del termine “conservatore” nel vocabolario politico di Fratelli d’Italia può essere letto come spia di una simile tensione.

 

Se questo è il contesto in cui ci troviamo, di seguito proverò ad approfondire due punti. Primo, non c’è dubbio – almeno in linea teorica – che oggi si aprano spazi politici potenzialmente ampi per una proposta conservatrice. Secondo, un progetto conservatore, specie in Italia, dovrebbe affrontare non poche sfide per riuscire ad affermarsi.

Di che cosa parliamo quando parliamo di conservatorismo

È possibile sostenere che il conservatorismo abbia una robusta componente opportunistica e reattiva: è un pensiero del limite, del contrappeso, del riequilibrio, si fonda sullo scetticismo, sulla prudenza, sulla consapevolezza che la condizione umana ha dei confini stretti e impossibili da superare. Il suo obiettivo non è negare o eliminare il mutamento, ma temperarlo quando si fa troppo rapido o troppo radicale e mette in pericolo i sempre delicatissimi equilibri storici. Il conservatore è tendenzialmente pessimista: del cambiamento vede più facilmente i rischi delle opportunità; non lo avversa a priori, ma lo maneggia con estrema cautela.

C’è oggi la necessità storica di frenare e riequilibrare? Esiste lo spazio politico per raccogliere consenso su un programma di questo tipo? A mio avviso la necessità storica, e di conseguenza lo spazio politico, non mancano. Per almeno tre ragioni:

1. Nella stagione della tarda modernità (ossia, grosso modo, nell’ultimo mezzo secolo) abbiamo assistito a un’accelerazione oggettiva, e notevolissima, del ritmo del cambiamento storico. Che da ultimo non accenna a rallentare – anzi. Quest’accelerazione ha generato opportunità straordinarie e accresciuto notevolmente la nostra capacità di manipolare il nostro mondo. Tuttavia tale capacità, a motivo dei limiti invalicabili della condizione umana, non può che restare insoddisfacente. E le persone, allora, sono anche spaventate e sconcertate dal cambiamento: non vogliono rinunciare ai suoi frutti positivi, ma sono molto preoccupate dal senso di perdita di controllo che la trasformazione storica porta con sé.

2. A partire dai tardi anni Ottanta, e con un picco nel corso dei Novanta, si è affermata una cultura robustamente ottimistica (che potremmo definire “neopanglossiana”) per la quale il cambiamento è sempre buono, va sempre abbracciato, e anzi affrettato più che si può. Seguendo una simile cultura, la politica non si è data a riequilibrare il mutamento economico, sociale, tecnologico, ma, al contrario, a spingerlo ulteriormente in avanti. Questa cultura è entrata in crisi nel corso del primo decennio del ventunesimo secolo, aprendo lo spazio per uno Zeitgeist assai diverso.

3. Anche come conseguenza del neopanglossismo appena descritto, si è verificato un processo di radicalizzazione della cultura progressista che – pure in questo caso, con un’accelerazione notevole in questi ultimi anni – ne sta conducendo le propaggini estreme su sentieri molto distanti dal senso comune.

Questi tre processi hanno aperto spazi importanti a una reazione conservatrice. Più in positivo, l’integrazione del Pianeta sta riportando in superficie, in segmenti consistenti delle opinioni pubbliche occidentali, quello che in altra epoca Simone Weil ebbe a definire «il bisogno più importante e più misconosciuto dell’anima umana»: il radicamento. «Mediante la sua partecipazione reale, attiva e naturale all’esistenza di una collettività che conservi vivi certi tesori del passato e certi presentimenti del futuro», continua Weil, «l’essere umano ha una radice. Partecipazione naturale, cioè imposta automaticamente dal luogo, dalla nascita, dalla professione, dall’ambiente. Ad ogni essere umano occorrono radici multiple. Ha bisogno di ricevere quasi tutta la sua vita morale, intellettuale, spirituale tramite gli ambienti cui appartiene naturalmente».

Radicalizzazione, nazione e mercato: le sfide di un conservatorismo contemporaneo

Ciò detto, ci sono almeno tre sfide fondamentali che una politica conservatrice si trova oggi ad affrontare.

1. Reagendo alla radicalizzazione del progressismo, il conservatorismo rischia di radicalizzarsi a sua volta. Tanto più in un clima enfatico, isterico e polarizzato come quello attuale. Sarebbe un triplice errore. Innanzitutto, perché la misura e l’equilibrio, un’interpretazione non violenta del pessimismo scettico, appartengono alla tradizione conservatrice. Poi perché conservare oggi, in Italia, in Europa, negli Stati Uniti, significa conservare i valori dell’Occidente. Proteggerli anche dai loro stessi eccessi, certo – ma rispettandoli e salvaguardandoli. Nel ventunesimo secolo, insomma, il conservatorismo occidentale o è liberale, o non è. Ma la degenerazione del progressismo è una conseguenza alquanto logica, seppure distorta, della nostra modernità, e non è facile sbarazzarsi dell’acqua sporca salvando il bambino. Se il progressismo tende a degenerare in forme para-totalitarie, il conservatorismo rischia invece di degenerare in forme para-autoritarie: nell’un caso e nell’altro, non solo i valori occidentali sono in pericolo, ma le contraddizioni interne delle ideologie si fanno ingestibili. Infine, il conservatorismo sbaglierebbe a radicalizzarsi perché ha perduto da lunga pezza il controllo delle “casematte” culturali di gramsciana memoria. Da quelle casematte il conservatorismo non sarà mai accettato come pienamente legittimo, s’intende, ma non è la stessa cosa, agli occhi dell’opinione pubblica, se la delegittimazione ha dei fondamenti oppure se è palesemente strumentale.

2. La seconda sfida ha a che vedere con la sovranità nazionale. Come la proverbiale rana, la sovranità nazionale è stata bollita nella pentola della globalizzazione per più di quarant’anni, per lo meno a partire dalla fine degli anni Settanta. L’acqua ormai è rovente, e a questo punto l’estrazione dalla pentola del povero batrace, che è mezzo cotto, pone dei problemi immensi. Un conservatorismo che abbia a cuore il radicamento (e la democrazia) non può fare a meno di valorizzare la dimensione nazionale. Deve però avere la consapevolezza che qualsiasi mossa de-globalizzante potrebbe avere effetti negativi considerevoli; che le nazioni sono ormai assai fragili e non facili da rivitalizzare; e che, nell’attuale situazione mondiale, ri-nazionalizzare potrebbe significare indebolire i valori occidentali.

Questo ragionamento vale ovviamente anche per l’Europa. L’Unione Europea è, da tempo ormai, in mezzo a un guado: troppo nazionale per quant’è comunitaria, troppo comunitaria per quant’è nazionale. La soluzione federalista, sebbene politicamente assai debole e tutt’altro che semplice, ha il pregio della chiarezza. I conservatori che soluzione propongono? Tornare indietro non è possibile: la sponda nazionale dalla quale siamo partiti nel 1951 ormai non c’è più. La soluzione confederale à la De Gaulle è anch’essa chiara e lineare in termini teorici, ma in pratica retrocedere rispetto ai molti passi che sono stati fatti negli ultimi decenni in direzione comunitaria sarebbe a questo punto assai difficile. Soprattutto se teniamo presenti le conseguenze della moneta unica.

La questione interroga con particolare forza i conservatori italiani: l’Italia è paese fondatore della Comunità europea, l’europeismo è una componente assai cospicua della sua tradizione di politica estera, e il Paese è costretto ma anche protetto dall’euro. La domanda cruciale in questo caso è: una più profonda integrazione europea non sarebbe – non in astratto, ma date le concrete condizioni storiche – nell’interesse nazionale italiano? Un conservatorismo italiano responsabile e di governo dovrebbe saper dare una risposta a questa domanda. 

  1. La terza e ultima sfida riguarda l’economia. Una prudente valorizzazione del mercato e dell’iniziativa economica individuale, scevra da fondamentalismi, non può che essere un elemento fondante del conservatorismo contemporaneo. Soprattutto dopo la mutazione che lo ha interessato negli anni Ottanta del secolo scorso. Proprio quella mutazione però, proprio le contraddizioni che nel medio periodo ha mostrato il thatcherismo, evidenziano il punto: il mercato è un potentissimo dissolutore di radicamento. Forse il più potente che ci sia. Far convivere il radicamento con il mercato è la terza grande sfida alla quale il conservatorismo del XXI secolo è chiamato a risponde

 

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Sintesi: Socialismo democratico che sempre Socialismo è.

Per l' Italia: Partito Socialista Repubblicano.

 

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https:teorico.eu

 

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Casa e rigenerazione urbana

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POLITICA

21/12/2021 16:11 CET

Draghi: "L'Italia ora è più forte, influente e credibile"

Il premier ha parlato alla Conferenza degli ambasciatori: "Omicron ci obbligano però alla massima cautela nella gestione dei prossimi mesi"

HuffPost

Gli ultimi anni sono stati molto difficili per il nostro Paese, come per il resto del mondo. Mi riferisco alla pandemia e alla crisi economica, che hanno colpito soprattutto i più deboli. Ma, in questi mesi, l’Italia ha dimostrato, ancora una volta, di saper reagire alle crisi più dure con coraggio, determinazione, unità”. Sono le parole del premier Mario Draghi alla Conferenza degli ambasciatori in corso alla Farnesina. 

Draghi ha sottolineato come, grazie alla politica estera, l’Italia sia “più forte, più influente, più credibile”. “Il nostro - ha rimarcato Draghi - é stato un multilateralismo efficace, che parte dalla consapevolezza che i fenomeni globali richiedono risposte collettive”. 

 

Il premier ha sottolineato la ripresa economica e il grande sforzo effettuato nella gestione della pandemia. “Medici, infermieri, volontari hanno somministrato oltre 106 milioni di dosi di vaccino, uno sforzo senza precedenti nella storia recente.
L’economia è in ripresa, grazie all’impegno di lavoratori e imprenditori” ha detto Drgahi.

 

Una difesa europea  

Nel suo discorso il premier ha ribadito ancora una volta l’importanza di Sto arrivando!ivare presto a creare una difesa europea, che collabori con la Nato. “Serve accelerare verso una difesa europea, complementare alla Nato. La Bussola Strategica che ci apprestiamo ad adottare é un primo passo, a cui deve seguire un impegno ancora maggiore in termini di capacita’ militari e risorse finanziarie” ha detto Draghi. “Dobbiamo costruire una politica estera più chiara e più forte, dotata di meccanismi decisionali efficaci - a partire dal superamento del principio di unanimità. All’interno di queste alleanze, il rapporto con gli Stati Uniti è e rimarrà centrale”, ha aggiunto.

La gestione della pandemia

Il premier ha spiegato che ora ci si trova di fronte ad una nuova fase della pandemia. “L’altra priorità è la gestione della nuova fase della crisi sanitaria. La campagna di vaccinazione ci ha permesso di salvare vite e di riaprire l’economia, le scuole, i luoghi della nostra socialità. L’arrivo della stagione invernale e la diffusione della variante Omicron ci obbligano però alla massima cautela nella gestione dei prossimi mesi” ha detto Draghi. Il presidente del Consiglio ha ribadito l’importanza di continuare con la campagna di vaccinazione in tutto il mondo. “Durante la presidenza del G20, abbiamo incoraggiato la comunità globale a ‘vaccinare il mondo’, per aiutare i cittadini dei Paesi più vulnerabili e ridurre il rischio di nuove varianti. Il Global Health Summit dello scorso maggio a Roma ha visto i Paesi più ricchi e le case farmaceutiche impegnarsi a donare un numero considerevole di dosi” ha detto il premier. “Dobbiamo mantenere queste promesse e assicurarci che i vaccini arrivino chi ne ha bisogno. L’Italia sostiene l’ambizione di vaccinare il 70% della popolazione di tutti i Paesi entro metà 2022. Quest’obiettivo ora deve essere raggiunto”, ha aggiunto.

Il Pnrr piano di rilancio di tutto il Paese”

Parlando della situazione economica nel Paese, Draghi ha sottolineato l’importanza del Pnrr. “Il Pnrr non è il Piano di rilancio di questo Governo. È il Piano di rilancio di tutto il Paese. E spetta a tutti - politici, funzionari, imprenditori, parti sociali - contribuire alla sua realizzazione in modo rapido, efficiente, onesto” ha affermato Draghi. “Nei prossimi cinque anni, dobbiamo investire 191,5 miliardi di euro, a cui si aggiungono altri fondi per un totale di 235 miliardi di euro. Ci siamo impegnati - ha aggiunto - a ridurre i divari territoriali, generazionali, di genere. Ad accelerare la transizione digitale e quella ecologica. A migliorare la scuola e rafforzare la sanità. E a riformare in modo profondo l’economia, per rilanciare la produttività, semplificare la burocrazia, favorire l’innovazione”. 

Migranti, una questione da affrontare con l’Europa

In Libia, dobbiamo proseguire con il nostro impegno per la piena stabilizzazione del Paese, seguendo il percorso tracciato dalle Nazioni Unite. È un processo che deve rimanere a guida libica, che la comunità internazionale deve sostenere e accompagnare. Nonostante il rinvio del voto del 24 dicembre, è importante che ci siano quanto prima elezioni libere, credibili e inclusive che possano unire il Paese e portare a una pace duratura” ha detto il premier. Dragi ha osservato come la stabilizzazione della Libia sia fondamentale anche per il controllo dei flussi migratori. “Nei mesi scorsi siamo riusciti a riportare questo tema al centro dell’agenda europea. Ora è essenziale che l’Unione europea adotti una gestione condivisa, umana e sicura, all’altezza dei nostri valori. Servono corridoi umanitari dai Paesi terzi verso l’Europa che impegnino anche altri Paesi europei, non solo l’Italia. E servono accordi di rimpatrio giusti ed efficaci. Anche in questo, l’Unione europea può svolgere un ruolo di guida” ha aggiunto il premier. Draghi ha spiegato anche che è stato organizzato un vertice straordinario sull’Afghanistan, “per coordinare una risposta comune sui temi degli aiuti umanitari, della lotta al terrorismo, della mobilità”. “Nonostante questo vertice la crisi diventa sempre più grave, come leggiamo oggi sui giornali” ha detto però il premier. Draghi ha affrontato anche la questione al confine tra Bielorussia e Polonia. “Siamo altrettanto determinati a ridurre le contrapposizioni sempre più evidenti ai confini orientali dell’Europa. Mi riferisco alle tensioni in Ucraina con la Russia, e la crisi al confine tra Polonia e Bielorussia. Dobbiamo essere fermi nel condannare qualsiasi provocazione. L’utilizzo dei migranti come strumento di pressione geopolitica é inaccettabile. Allo stesso tempo, dobbiamo proseguire con il dialogo, a livello bilaterale e sul piano multilaterale”, ha spiegato.

Sul clima, “bisogna coinvolgere i giovani”

È essenziale continuare a impegnarci perché tutti i Paesi partecipino al processo di decarbonizzazione. Questo può procedere con velocità diverse, a seconda del livello di sviluppo economico dei singoli Stati, ma deve partire al più presto ovunque” ha detto il premier. “Dobbiamo ribadire l’impegno, preso al G20 di Roma, di contenere il riscaldamento globale entro un grado e mezzo e raggiungere la neutralità climatica intorno alla metà del secolo. Il settore privato può contribuire in maniera decisiva a questo obiettivo, come é emerso alla COP26 di Glasgow. E dobbiamo coinvolgere i giovani, i veri protagonisti di questo cambiamento. La conferenza “Youth4Climate” di Milano è stata un modello di partecipazione ai processi negoziali e vogliamo si ripeta anche in futuro”, ha continuato Draghi. 

Obiettivo parità di genere

Il raggiungimento di una effettiva parità di genere è un obiettivo che dobbiamo perseguire ovunque - nel settore pubblico e privato” ha dichiarato Draghi. 

Draghi: “fare luce sul caso Attanasio”

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha ricordato oggi alla XIV conferenza degli ambasciatori e delle ambasciatrici “Luca Attanasio, ucciso brutalmente nella Repubblica Democratica del Congo con il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Mila’mbo”. Il premier ha poi aggiunto: “Sono morti per aver fatto il loro lavoro, in un contesto difficile, come quello in cui operano molti di voi. Ai loro cari va la mia piu’ sentita vicinanza. Auspico che venga fatta finalmente luce sul loro assassinio, e che si accertino prontamente tutte le responsabilita’”, ha detto Draghi.

C O M M E N T O

 

La smetta con le sue cretinate: l' Italia in ginocchio e il PNRR è fià un bluff.

Dopo essere state tabù per la malapolitica, le più urgenti considerazioni sfuggono, ora, all' astuzia del banchiere per essere consegnate all' improvvisazione.

 

Per il mio paesino natio, 90013 Castelbuono, ferito dal recente grave fatto di cronaca, sottoporre all' ettenzione dei miei compaesani il ruolo unico dell' Urbatettura per salvare i borghi e, in particolare, quelli del Sud abbandonato.

 

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Una domanda contrale: quale contributo può offrire l'architettura come componente per possibili strategie d'azione per una città in contrazione in considerazione del processo d' implosione in atto a seguito della sconsiderata espansione urbana avviata negli Sessanta, alla luce delle grandi trasformazioni sociali in corso ed alle conseguenze pandemia da COVID ?

È diventato chiaro che i progetti architettonici nel trattare con edifici abbandonati devono essere incorporati in una strategia globale per avere un effetto "oltre se stessi". Ritengo che quanto mai urge attivare una paziente ricerca sul campo nel contesto di un'analisi oggettiva e soggettiva per esplorare la forma e il contenuto della città.

Il punto di partenza altro non può essere che l' analisi e la rappresentazione dellecaratteristiche ricorrenti dei luoghi in cosiddetti "spazi d' identità" e sviluppare dai frammenti trovati un principio guida che può funzionare sistematicamente come una strategia d'azione futura. Chiamerei questo modus operandi, inteso come legante di analisi e ricerca, "L u o g h i", trattandosi di individuare analogie che raggruppino questi "spazi d' identità" e le risultanze dell'analisi oggettiva per passare alla scelta di due edifici culturalmente significativi e abbandonati nel centro (storico) della città, ciascuno per proporre un nuovo uso in grado di fornire un impulso di rafforzamento.

Come mediatore tra paesaggio e città, il Cine-Teatro „Le Fontanelle“ ripensato potrebbe rafforzare il centro storico e i quartieri che vi ruotano intorno. La finalità di un secondo intervento a nel Palazzo Marzullo dovrebbe essere quello di rendere nuovamente visibile il valore storico del palazzo e, attraverso una proposta di trasformazione un elemento del centro città coinvolgere l' intorno in uno spazio pubblico interattivo. Due progetti, insomma, capaci di interiorizzare il principio guida die „luoghi“ nel loro programma spaziale rendendo il contenuto e la forma della città visibili e tangibili in un unico luogo.

Concentramioci per il momento su questa ipotesi, rimandandola non alle calende greche, se si vuole affrontare il problema della rigenerazione urbana e in primis della casa, quando sarà vietato venderla o affittarla e così incominciare a dare risposte alla questione in sospeso tra l' Europa e il nostro patrimonio immobiliare. Non attendere che la spinta venga sempre dagli altri, come la riforma del castato spinta dall' Ue che non sarà certamente una carezza alle abitazioni, se si vuole percepire la portata dell' iniziativa di Bruxelles finalizzata al recupero ed alla tutela dell' ambiente ed alla necessità di tagliare l' emissione di CO2 nei prossimi anni, partendo subito dalla vargogna delle centraline per il riscaldamento domestico applicato ad altezza d' uomo sui muri esterni degli immobili.

 

 

 

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Antropologia della digitalizzazione

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Anthropologie der Digitalisierung

Die Herausforderungen digitaler Technologien für Philosophie, Theologie und Kirche DOI: 10.35070/ztp.v143i3.3843 Was den Menschen in seinem Wesen ausmacht, wird von Kulturen immer im Kontext ihrer jeweiligen Wertvorstellungen, ihres naturwissenschaftlichen Wissensstandes und ihrer technischen Möglichkeiten definiert. Deswegen hängt das Selbstverständnis des Menschen von seiner Lebenswelt ab, das heißt der Wirklichkeit, wie sie in der Weltanschauung des Subjekts konzeptualisiert ist.1 Sigmund Freund prägte die These, dass der Mensch durch wissenschaftliche Entdeckungen großen „Kränkungen“ unterworfen sein kann. Positiv deuten lässt sich eine solche Kränkung aber auch als Herausforderung, die uns dazu nötigt, unsere Vorstellung davon, was Menschsein ausmacht, zu überdenken und bestimmte Aspekte zu revidieren oder weiterzuentwickeln. So wie die philosophische Anthropologie – um die Beispiele Freuds aufzugreifen – sich den Herausforderungen der kopernikanischen Wende, der Evolutionstheorie und der Psychoanalyse gestellt hat, muss sie sich heutigen großen Entwicklungen stellen, wozu mit Sicherheit auch die zunehmende Digitalisierung der Gesellschaft, die Nutzung künstlicher Intelligenz und die zunehmende Verknüpfung von Biologie und Technologie gehörtBenedikt Paul Göcke Ruhr-Universität Bochum Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. • ORCID-iD: 0000-0003-0193-1686 Johannes Grössl Julius-Maximilians-Universität Würzburg Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. 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So wie die philosophische Anthropologie – um die Beispiele Freuds aufzugreifen – sich den Herausforderungen der kopernikanischen Wende, der Evolutionstheorie und der Psychoanalyse gestellt hat, muss sie sich heutigen großen Entwicklungen stellen, wozu mit Sicherheit auch die zunehmende Digitalisierung der Gesellschaft, die Nutzung künstlicher Intelligenz und die zunehmende Verknüpfung von Biologie und Technologie gehörtBenedikt Paul Göcke Ruhr-Universität Bochum Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. • ORCID-iD: 0000-0003-0193-1686 Johannes Grössl Julius-Maximilians-Universität Würzburg Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. 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So wie die philosophische Anthropologie – um die Beispiele Freuds aufzugreifen – sich den Herausforderungen der kopernikanischen Wende, der Evolutionstheorie und der Psychoanalyse gestellt hat, muss sie sich heutigen großen Entwicklungen stellen, wozu mit Sicherheit auch die zunehmende Digitalisierung der Gesellschaft, die Nutzung künstlicher Intelligenz und die zunehmende Verknüpfung von Biologie und Technologie gehörtBenedikt Paul Göcke Ruhr-Universität Bochum Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. • ORCID-iD: 0000-0003-0193-1686 Johannes Grössl Julius-Maximilians-Universität Würzburg Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. 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So wie die philosophische Anthropologie – um die Beispiele Freuds aufzugreifen – sich den Herausforderungen der kopernikanischen Wende, der Evolutionstheorie und der Psychoanalyse gestellt hat, muss sie sich heutigen großen Entwicklungen stellen, wozu mit Sicherheit auch die zunehmende Digitalisierung der Gesellschaft, die Nutzung künstlicher Intelligenz und die zunehmende Verknüpfung von Biologie und Technologie gehörtBenedikt Paul Göcke Ruhr-Universität Bochum Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. • ORCID-iD: 0000-0003-0193-1686 Johannes Grössl Julius-Maximilians-Universität Würzburg Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. 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So wie die philosophische Anthropologie – um die Beispiele Freuds aufzugreifen – sich den Herausforderungen der kopernikanischen Wende, der Evolutionstheorie und der Psychoanalyse gestellt hat, muss sie sich heutigen großen Entwicklungen stellen, wozu mit Sicherheit auch die zunehmende Digitalisierung der Gesellschaft, die Nutzung künstlicher Intelligenz und die zunehmende Verknüpfung von Biologie und Technologie gehörtBenedikt Paul Göcke Ruhr-Universität Bochum Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. • ORCID-iD: 0000-0003-0193-1686 Johannes Grössl Julius-Maximilians-Universität Würzburg Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. 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(continua)

I T A L I A N O

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Antropologia della digitalizzazione

Le sfide delle tecnologie digitali per la filosofia, la teologia e la chiesa DOI: 10.35070 / ztp.v143i3.3843 Ciò che definisce un essere umano è sempre definito dalle culture nel contesto dei loro rispettivi valori, delle loro conoscenze scientifiche e delle loro possibilità tecniche. Ecco perché l'immagine di sé delle persone dipende dal mondo in cui vivono, cioè dalla realtà come è concettualizzata nella visione del mondo del soggetto.1 Sigmund Freud ha coniato la tesi che le persone possono essere soggette a grandi "ferite" attraverso le scoperte scientifiche. Tale offesa può essere interpretata positivamente anche come una sfida che ci costringe a ripensare alla nostra idea di cosa significhi essere umani e a rivedere o sviluppare determinati aspetti. Così come l'antropologia filosofica - per riprendere gli esempi di Freud - ha affrontato le sfide della rivoluzione copernicana, della teoria evoluzionistica e della psicoanalisi, deve affrontare i principali sviluppi odierni, tra cui la crescente digitalizzazione della società, l'uso dell'intelligenza artificiale e il crescente legame tra biologia e tecnologia appartiene a Benedikt Paul Gätze Ruhr-Universität Bochum Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. 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(continua)

 

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Agenta 2030 per lo sviluppo sostenibile: gli obiettivi ONU per le le infrastrutture del futuro

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La storia dell’Agenda 2030 inizia lontano nel tempo. È possibile cominciare il racconto che porta alla sua formazione dalla Conferenza Onu di Stoccolma del giugno 1972 sull’Ambiente, o più tardi dal giugno del 1992, quando a Rio de Janeiro ebbe luogo la prima vera e propria conferenza mondiale dei capi di Stato sull’ambiente, chiamata Summit sulla Terra. Quello fu un evento senza precedenti, con la partecipazione di 172 diversi governi e di 2.400 rappresentanti di organizzazioni non governative.

Vent’anni dopo, nel 2012, nella stessa città brasiliana, si è tenuta la conferenza nota come Rio+20 (in riferimento al Summit sulla Terra) e chiamata ufficialmente Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile. In quella sede venne prodotto il documento programmatico The Future We Want, grazie al quale si avviò la definizione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, conosciuti più comunemente, per l’appunto, come gli obiettivi dell’Agenda 2030 (dal nome del documento ufficiale, ovvero “Trasformare il nostro mondo. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”).

Cos’è l’Agenda 2030

Cos’è quindi l’Agenda 2030 ONU? Si tratta di una serie di 17 obiettivi interconnessi tra loro, definiti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite in seguito a quanto discusso a Rio de Janeiro nel 2012. Il fulcro dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è individuabile nella concezione per la quale il benessere dell’essere umano dipende in modo diretto dalla salute dei sistemi naturali. A partire da questo presupposto, l’umanità deve affrontare diverse sfide, per raggiungere degli obiettivi specifici. Lo sguardo dell’Agenda 2030 è molto ampio: si spazia da questioni economiche e sociali, prendendo in considerazione temi come la povertà, il cambiamento climatico, la fame, la giustizia, l’energia, il lavoro, l’urbanizzazione, l’uguaglianza, la produzione, il consumo e via dicendo. Va detto che gli obiettivi reali dell’Agenda 2030 sono 169, così come enumerati dalla Risoluzione delle Nazioni Unite A/RES/70/1 del 2015: i 17 goals dell’agenda 2030 sono quindi dei raggruppamenti tematici.

I 17 obiettivi dell’Agenda 2030

 1. Sconfiggere la povertà: il primo obiettivo è quello di porre fine alla povertà in tutte le sue forme, ovunque nel mondo

2. Sconfiggere la fame: il secondo obiettivo è quello di porre fine alla fame, contemplando anche altre mete parallele, come il raggiungimento della sicurezza alimentare, il miglioramento generale della nutrizione e la promozione su larga scala dell’agricoltura sostenibile

3. Salute e benessere: il terzo obiettivo punta a garantire una vita sana e a promuovere il benessere per tutti, per tutte le età

4. Istruzione di qualità: i Paesi si sono impegnati anche a garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa, nonché a promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti>

5. Parità di genere: raggiungere l’uguaglianza di genere e garantire l’emancipazione per tutte le donne e le ragazze

6. Acqua pulita e servizi igienico-sanitari: la garanzia della disponibilità e della gestione sostenibile dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari per tutti è un punto fondamentale di Agenda 2030

7. Energia pulita e accessibile: il settimo obiettivo è dedicato alla promozione dell’accesso all’energia sostenibile, affidabile, sostenibile e moderna per tutti

8. Lavoro dignitoso e crescita economica: non sempre avere un lavoro garantisce benessere, ed è quindi necessario promuovere una crescita economica inclusiva e sostenibile, garantendo a tutti un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso

9. Imprese, innovazione ed infrastrutture: il nono obiettivo guarda gli investimenti da fare per creare infrastrutture resilienti, per promuovere un’industrializzazione inclusiva e sostenibile, favorendo una progressiva innovazione

10. Ridurre le disuguaglianze: ridurre le disuguaglianze all’interno di e tra le nazioni, eliminando le disparità.

11. Città e comunità sostenibili: le città e in generale gli insediamenti umani devono essere inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili

12. Consumo e produzione responsabili: è necessario assicurare modelli di consumo e produzione sostenibili

13. Lotta contro il cambiamento climatico: il tredicesimo obiettivo si concentra sulla tematica ambientale, al fine di adottare misure concrete e tempestive per combattere i cambiamenti climatici e le relative conseguenze:

14. Vita sott’acqua: il quattordicesimo obiettivo guarda all’acqua, per proteggere, conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine in ottica di sviluppo sostenibile

15. Vita sulla terra: dal mare si torna alla terra, per proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, con particolare attenzione ai temi della deforestazione, della desertificazione e della biodiversità

16. Pace, giustizia e istituzioni solide: l’Agenda 2030 punta alla promozione di società inclusive e pacifiche, nelle quali la giustizia sia accessibile a tutti

17. Partnership per gli obiettivi: l’ultimo obiettivo sottolinea la necessità di partenariati tra governi, società civile e privati per raggiungere le mete definite.

 L’Agenda 2030 e le infrastrutture del futuro

Diversi obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 hanno a che fare in modo diretto o indiretto con il mondo dell’architettura e delle grandi opere. Quello che tocca più da vicino questi settori è l’obiettivo 11, dedicato a “Città e comunità sostenibili”, e che richiede un approccio multidisciplinare per riqualificare i quartieri, per costruire un’urbanizzazione inclusiva, sostenibile e integrata. L’orizzonte di riferimento è quello di un sempre maggiore accentramento nelle aree urbane: la stima è che nel 2030 il 60% dell’umanità vivrà in città, le quali occupano attualmente il 3% della superficie terrestre. Questi stessi agglomerati urbani, però, sono responsabili del 75% delle emissioni di carbonio, il che ci porta a un altro punto relativo al mondo delle costruzioni, ovvero il 7, dedicato a “Energia pulita e accessibile”: si parla qui di green building, e quindi di edifici che vantano un alto livello di efficienza energetica e una preferenza per le energie rinnovabili. Al crescere della richiesta di green building è peraltro associato un incremento della forza lavoro, il che sottolinea la vicinanza di questi settori anche all‘obiettivo 8, dedicato a “Lavoro e crescita economica” (e a dimostrarlo ci sono i tanti incentivi per la crescita dell’edilizia). Altri obiettivi legati in modo indiretto alla realizzazione e alla gestione delle infrastrutture del futuro sono il 3, “Salute e Benessere”, partendo dalla forte connessione tra progettazione di un edificio e benessere degli inquilini; e il 13, “Lotta al cambiamento climatico”, a partire dalla consapevolezza che gli edifici e il settore delle costruzioni emettono circa il 30% delle emissioni globali di gas serra.

 

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Per una Europa delle diversità nell' unità

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Ed eccoci di nuovo a: „lo stato è tutto, l' individuo nulla“

(G. Gentile)

Aristotele e la Polis greca

 

La realtà politica e i rischi da catastrofe globali, come quella nella quale siamo immersi, hanno riproposto la mai sopita questione del ruolo dello Stato nazionale, prima che di altre istituzioni sovrannazionali, nella Politica e nella democrazia. È un dato di fatto incontrovertibile che da ora in poi deve essere tenuto ben presente e consolidato dove manca o presenta lacune che inevitabilmente deve ricollegare alle sovente dimenticate radici dell' Europa e del mondo occidentale della consolidata cultura, latu sensu e politico-costituzionale, greco-romana sulla si staglia in tutta la sua inscalfibile statura la figura del grande filosofo di Stagira, A r i s t o t e l e.

 

 

Certo, non siamo più nella polis greca (si è avuta una Polis ben più raffinata, ma dimenticata e distrutta: quella della Magna Grecia, Megane Hellas, dove oggi ancora sovrano regna l' antistato), connotata, come nella natura delle cose dall' antagonismo fra classi espressione di aspirazioni e interessi diversi e contrastanti, bensì nella contorta polis moderna europea lacerata dalle sue contraddizioni per la quale è proprio il richiamo al grande esperimento aristotelico è quanto mai urgente e indiliazionabile rinfrescarne almeno il ricordo, lasciando agli operatori di Politia e democrazia, ed alla sensibilità di un cittadino „altro“, il difficile (ma non immane se la ratio vince sull' anarchia) compito di rivifificarne spirito ed essenza, tenendo ben presente che il punto di partenza di Aristotele fu la ricerca di una sezione aurea che identicò nella „medietà“, intesa come ricerca dei mezzi indispensabili a neutralizzare quegli estremi che in una società politica conducono alla sovversione, se in essa non la medietas (la classe dei medi proprietari per Aristotele) che, oggi, intendiamo come classe media, poichè „se un regime intende conservarsi, è necessario che tutte le parti dello stato vogliono che esista e si mantenga nelle stesse condizioni“ (Pol. II, 9 1270 b 21-22).

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Raffaello: La Madonna del Granduca

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Raffaello, „Il grande Genio dell' Arte, spiegato in un solo quadro“:

La Madonna del Granduca

 

 

È l' articolo offerto oggi, 03. Marzo 2020, nel pieno della crisi sanitaria causata del „coronavirus“, dall' autorevole quotidiano della Germania <Die Welt>, Sezione „Cultura“, con l' invito ad osservare attentamente la mano del Bambino.

 

Alcun altro artista nelle sue opere ha elevato come Raffaello (1483-1520) agli alti livelli della classicità la visione degli ideali del Rinascimento in tema di dignità umana, monumentalità della forma ed equilibrio della composizione. Il Papa mediceo Leone X nominò nel 1515 Raffaello quale direttore die lavori della Chiesa di San Pietro e conservatore degli Antichi Monumenti di Roma, i cui scavi archeologici, rilievo e conservazione furono avviati proprio in quel periodo.

 

Come molti artisti del Rinascimento, anche Raffaello ha posseduto gli strumenti di dominio dell' Architettura nella stessa misura di quelli della Pittura. Nella Villa Madama Raffaello riuscì a coniugare la somma delle sue esperienze con l' incarico conferitogli dal Papa, al punto che la fama della sua arte pittorica ha spesso relegato in secondo piano i suoi eccezionali contributi in ambito dell' Architettura che occorre riportare ai livelli di conoscenza che merita(no) in un contesto di grandi innovazioni tecniche e tecnologiche e, soprattuto, della forma.

 

La Madonna del Granduca è considerata come una delle più note opere di Raffaello al punto di essere stata preferita dal Granduca Ferdinando III di Lorena. Si tratta di un dipinto a olio su tavola (84,5x55,9 cm) riconducibile a circa il 1504 e oggi conservato nella Galleria Palatina a Firenze. Incerta è la provenienza originaria che si presume possa essere stata per una destinazione privata allorché il giovane Raffaello giunse a Firenze. Per il volto più espressivo ed enigmatico della Madonna, il dipinto è ritenuto come uno dei suoi più famosi capolavori.

 

La Madonna, raffigurata in piedi, porta la tradizionale veste rossa e il manto azzurro. Si trae l' impressione che avanzi verso lo spettatore spuntando dall' oscurità. La sua figura esprime decisione mista ad una parca monumentalità in un sapientemente bilanciatato rapporto figurale con la Madonna ad accennare una rotazione a destra controbilanciata dalla appena percepita rotazione a sinistra del Bambino con la mano sinistra poggiata con leggiadria sull' asse ideale del viso-busto della madre, quasi a richiamare l' attenzione dello spettatore. Si tratta di un' operazione di grande maestria spaziale e dinamica della già affermata pittura rinascimentale a far dimentare la staticità bizantineggiante della composizione figurale Madonna-Bambino medieveale nel rapporto amoroso madre-figlio.

 

Il gioco dei pieni d' ombra e di luce non v' è dubbio che richiami il noto „sfumato“ leonardesco che certamente l' urbinate incominciò ad apprezzare nei primi anni del soggiorno fiorentino con riferimenti appena accennati alle Madonne dei fratelli della Robbia ed agli effetti del rilievo e della plasticità di scultori fiorentini come Ghiberti e Donatello..

 

Nella Madonna del Granduca, Raffaello esalta il drappeggio del manto della Madonna ricorrendo al richiamo del senso della vita ed è proprio l' accenno al movimento torsoniale del bambino ad evidenziare quella libertà pittorica fino ad allora sconosciuta. In sostanza movimento ed emozione si coniugano per trovare profondità nella calma espressività dei due soggetti esaltati dall' oscurità del sottofondo, aggiunta successivamente alla composizione conforendo così alla Madonna valori di presenza e di spiritualità esaltate, a ben ragione, al ruolo di fama.

 

Vi sarebbe molto da scrivere riguardo a descrizione, interpretazione e simbologia, riferimenti storici, stile e tecnica con il disegno che precede la pittura, colore ed effetti luminosi, composizione e inquadratura del capolavoro raffaellesco che si concretizza in un' immagine finale nella quale a predominare sono l' incarnato della Madonna e del Bambino, la sinuosa leggiadria del drappeggio del mantello di Maria, le linee scandendi in altezza le forme del corpo del Bambino, il tutto esaltato dall' equilibrio cromatico chiaroscurale che si conclude in uno sfumato che è andato oltre Leonardo.

 

Già dai suoi contemporenaei Raffaello era stato visto come „Il Dio della Pittura“, il maestro della bellezza classica, il genio della composizione di forma e colore, luce ed ombra in tutti i media da lui affrontati.A Roma egli si misura con Michelangelo che lo accusa di spionaggio. L' incontro ha luogo nel Vaticano con Michelangelo alle prese con la Cappella Sistina e Raffaello con le Stanze del Papa.

 

Una storia, quella dei due pittori, contrassegnata da una rivalità che ha condotto a capolavori d' Arte con Michelangelo ad accettare contro la sua volontà l' incarico del Papa per la volta della Cappella Sistina, che alla fine rivoluzionò l' Arte e l' immagine dell' uomo, e Raffaello con la Scuola di Atene ed altri affreschi ad inventare una rivulozionaria visione dell' armonia universale.

 

Una storia, quella dei due pittori, contrassegnata da una rivalità che ha condotto a capolavori d' Arte con Michelangelo ad accettare contro la sua volontà l' incarico del Papa per la volta della Cappella Sistina, che alla fine rivoluzionò l' Arte e l' immagine dell' uomo, e Raffaello con la Scuola di Atene ed altri affreschi ad inventare una rivulozionaria visione dell' armonia universale.

 

Armonia celeste, pertanto, e Italia . . . . Italia . . . . . sempre Italia: nel bene e nel male.

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D e u t s c h:

 
Raphael, "Das große Genie der Kunst, erklärt in einem einzigen Gemälde":
Unsere Liebe Frau vom Großherzog

Es ist der Artikel, der heute, 03. März 2020, inmitten der durch das "Coronavirus" verursachten Gesundheitskrise von der maßgeblichen deutschen Zeitung <Die Welt>, Abschnitt "Kultur", mit der Aufforderung zur sorgfältigen Beobachtung der Hand des Kindes angeboten wird .

Kein anderer Künstler in seinen Werken hat Raphael (1483-1520) auf die hohe Ebene des Klassizismus gebracht, um die Vision der Ideale der Renaissance in Bezug auf Menschenwürde, Monumentalität der Form und Gleichgewicht der Komposition zu verwirklichen. Der Medici-Papst Leo X. ernannte Raffaello 1515 zum Direktor der Werke der Kirche San Pietro und zum Konservator der antiken Denkmäler Roms, deren archäologische Ausgrabungen, Reliefs und Konservierungen zu dieser Zeit begonnen wurden.

Wie viele Künstler der Renaissance besaß auch Raphael die Werkzeuge der Herrschaft über die Architektur in demselben Maße wie die der Malerei. In der Villa Madama gelang es Raffaello, die Summe seiner Erfahrungen mit dem ihm vom Papst übertragenen Auftrag zu kombinieren, bis zu dem Punkt, dass der Ruhm seiner Bildkunst seine außergewöhnlichen Beiträge auf dem Gebiet der Architektur, die auf das Niveau von zurückgebracht werden müssen, oft in den Hintergrund gedrängt hat Wissen, das es verdient (nein) im Kontext großer technischer und technologischer Innovationen und vor allem der Form.

Die Madonna del Granduca gilt als eines der bekanntesten Werke Raffaels, bis sie von Großherzog Ferdinand III. Von Lothringen bevorzugt wurde. Es ist ein Ölgemälde auf Holz (84,5 x 55,9 cm) aus dem Jahr 1504, das heute in der Pfalzgalerie in Florenz aufbewahrt wird. Die ursprüngliche Herkunft, die vermutlich für ein privates Ziel bestimmt war, als der junge Raphael in Florenz ankam, ist ungewiss. Für das ausdrucksstärkste und rätselhafteste Gesicht der Madonna gilt das Gemälde als eines seiner berühmtesten Meisterwerke.

Die stehende Madonna trägt das traditionelle rote Gewand und den blauen Umhang. Es entsteht der Eindruck, dass Sie sich dem Betrachter nähern und aus der Dunkelheit auftauchen. Ihre Figur drückt eine gemischte Entscheidung mit einer teilweisen Monumentalität in einer gekonnt ausgewogenen figürlichen Beziehung zur Madonna aus, um auf eine Rechtsrotation hinzuweisen, die durch die gerade wahrgenommene Linksrotation des Kindes ausgeglichen wird. Die linke Hand ruht anmutig auf der idealen Achse der Gesichtsbüste der Mutter, fast um die Aufmerksamkeit des Zuschauers zu erregen. Es ist eine Operation von großer räumlicher und dynamischer Beherrschung der bereits etablierten Renaissance-Malerei, die uns die byzantinische statische Natur der mittelalterlichen figürlichen Madonna-Kind-Komposition in der Liebesbeziehung zwischen Mutter und Sohn vergessen lässt.

Das Spiel von Schatten und Licht erinnert zweifellos an den bekannten "nuancierten" Leonardo, den Urbino in den ersten Jahren seines florentinischen Aufenthalts mit Bezug auf die Madonnen der Robbia-Brüder und die Auswirkungen zu schätzen begann das Relief und die Plastizität florentinischer Bildhauer wie Ghiberti und Donatello.

In der Madonna des Großherzogs erhöht Raphael das Drapieren des Madonna-Mantels, indem er an den Sinn des Lebens erinnert, und genau der Hinweis auf die Torsionsbewegung des Kindes unterstreicht die bisher unbekannte Bildfreiheit. Im Wesentlichen werden Bewegung und Emotion kombiniert, um Tiefe in der ruhigen Ausdruckskraft der beiden Themen zu finden, die durch die Dunkelheit des Hintergrunds erhöht und anschließend der Komposition hinzugefügt werden, wodurch die Madonna-Werte Präsenz und Spiritualität verwirrt werden, die mit gutem Grund die Rolle des Ruhms erhöhen.

Es gibt viel zu schreiben über Beschreibung, Interpretation und Symbologie, historische Referenzen, Stil und Technik mit der Zeichnung, die der Malerei, den Farb- und Lichteffekten, der Komposition und dem Rahmen von Raphaels Meisterwerk vorausgeht, das sich in einem endgültigen Bild materialisiert, in dem es vorherrschen soll Ich bin der Teint der Madonna und des Kindes, die geschwungene Anmut des Gewandes von Marias Umhang, die Linien, die sich in der Höhe über die Formen des Körpers des Kindes erstrecken, alles verstärkt durch das chromatische Hell-Dunkel-Gleichgewicht, das in einer Nuance endet, die darüber hinausgeht Leonardo.

Bereits von seinen Zeitgenossen und Raphael wurde er als "Der Gott der Malerei" angesehen, der Meister der klassischen Schönheit, das Genie der Komposition von Form und Farbe, Licht und Schatten in allen Medien, die er ansprach. In Rom maß er sich mit Michelangelo, der beschuldigt ihn der Spionage. Das Treffen findet im Vatikan statt, wobei Michelangelo sich mit der Sixtinischen Kapelle und Raphael mit den Räumen des Papstes befasst.
 
Eine Geschichte, die der beiden Maler, geprägt von einer Rivalität, die zu Meisterwerken der Kunst mit Michelangelo führte, um gegen seinen Willen den Auftrag des Papstes für das Gewölbe der Sixtinischen Kapelle anzunehmen, der schließlich Kunst und Image revolutionierte des Menschen und Raphael mit der "Schule von Athen" und anderen Fresken, um eine abstoßende Vision der universellen Harmonie zu erfinden.

Himmlische Harmonie also und Italien. . . . Italien. . . . . immer Italien: zum Guten oder zum Schlechten.
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Englisch:
 
 

Raphael, "The great genius of art, explained in a single painting":
Our Lady of the Grand Duke

It is the article offered today, 03. March 2020, in the midst of the health crisis caused by the "coronavirus", by the authoritative newspaper of Germany <Die Welt>, Section "Culture", with the invitation to carefully observe the hand of the Child .

No other artist in his works has raised Raphael (1483-1520) to the high levels of classicism the vision of the ideals of the Renaissance in terms of human dignity, monumentality of form and balance of composition. The Medici Pope Leo X appointed Raffaello in 1515 as director of the works of the Church of San Pietro and conservator of the Ancient Monuments of Rome, whose archaeological excavations, relief and conservation were started right at that time.

Like many Renaissance artists, Raphael also possessed the tools of domination of Architecture to the same extent as those of Painting. In Villa Madama Raffaello managed to combine the sum of his experiences with the assignment given to him by the Pope, to the point that the fame of his pictorial art has often relegated to the background his exceptional contributions in the field of Architecture that must be brought back to the levels of knowledge it deserves (no) in a context of great technical and technological innovations and, above all, of form.

The Madonna del Granduca is considered to be one of the best known works of Raphael to the point of having been preferred by the Grand Duke Ferdinand III of Lorraine. It is an oil painting on wood (84.5x55.9 cm) dating back to around 1504 and now preserved in the Palatine Gallery in Florence. The original provenance which is presumed to have been for a private destination when the young Raphael arrived in Florence is uncertain. For the most expressive and enigmatic face of the Madonna, the painting is considered to be one of his most famous masterpieces.

The Madonna, depicted standing, wears the traditional red robe and the blue cloak. The impression is drawn that you are advancing towards the viewer, emerging from the darkness. Her figure expresses a mixed decision with a partial monumentality in a skilfully balanced figural relationship with the Madonna to hint at a right rotation counterbalanced by the just perceived left rotation of the Child. With the left hand resting gracefully on the ideal axis of the face-bust of the mother, almost to attract the attention of the spectator. It is an operation of great spatial and dynamic mastery of the already established Renaissance painting to make us forget the Byzantine-style static nature of the medieval Madonna-Child figural composition in the love relationship between mother and son.

The play of shadows and light there is no doubt that it recalls the well-known "nuanced" Leonardo that certainly from Urbino began to appreciate in the early years of his Florentine stay with references to the Madonnas of the Robbia brothers and the effects the relief and plasticity of Florentine sculptors such as Ghiberti and Donatello ..

In the Madonna of the Grand Duke, Raphael exalts the draping of the Madonna 's mantle by recalling the meaning of life and it is precisely the reference to the child' s torsional movement that highlights that pictorial freedom hitherto unknown. In essence, movement and emotion are combined to find depth in the calm expressiveness of the two subjects exalted by the darkness of the background, subsequently added to the composition thus confusing to the Madonna values ​​of presence and spirituality exalted, with good reason, to the role of fame.

There would be much to write about description, interpretation and symbology, historical references, style and technique with the drawing that precedes painting, color and lighting effects, composition and framing of Raphael's masterpiece which materializes in a final image in which to predominate I am the complexion of the Madonna and Child, the sinuous gracefulness of the drapery of Mary 's cloak, the lines stretched in height the shapes of the body of the Child, all enhanced by the chiaroscuro chromatic balance that ends in a nuance that has gone beyond Leonardo.

Already by his contemporaries and Raphael he had been seen as "The God of Painting", the master of classical beauty, the genius of the composition of form and color, light and shadow in all the media he addressed. In Rome he measured himself with Michelangelo who accuses him of espionage. The meeting takes place in the Vatican with Michelangelo dealing with the Sistine Chapel and Raphael with the Pope 's rooms.

A story, that of the two painters, marked by a rivalry that led to masterpieces of art with Michelangelo to accept against his will the Pope 's assignment for the vault of the Sistine Chapel, which eventually revolutionized art and image of man, and Raphael with the "School of Athens" and other frescoes to invent a revolting vision of universal harmony.

Heavenly harmony, therefore, and Italy. . . . Italy. . . . . always Italy: for better or for worse.

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Französisch:

Raphaël, "Le grand génie de l'art, expliqué dans un seul tableau":
Notre-Dame du Grand-Duc

C'est l'article proposé aujourd'hui, 03 mars 2020, au milieu de la crise sanitaire provoquée par le "coronavirus", par le journal officiel allemand <Die Welt>, rubrique "Culture", avec l'invitation à observer attentivement la main de l'Enfant .

Aucun autre artiste dans ses œuvres n'a élevé Raphaël (1483-1520) à un haut niveau de classicisme la vision des idéaux de la Renaissance en termes de dignité humaine, de monumentalité de forme et d'équilibre de composition. Le pape Médicis Léon X a nommé Raffaello en 1515 directeur des travaux de l'église de San Pietro et conservateur des monuments anciens de Rome, dont les fouilles archéologiques, le secours et la conservation ont commencé à ce moment-là.

Comme de nombreux artistes de la Renaissance, Raphaël possède également les outils de domination de l'architecture au même titre que ceux de la peinture. Dans Villa Madama Raffaello a réussi à combiner la somme de ses expériences avec la mission qui lui a été confiée par le Pape, au point que la renommée de son art pictural a souvent relégué au second plan ses contributions exceptionnelles dans le domaine de l'architecture qui doivent être ramenées aux niveaux de connaissances qu'elle mérite (non) dans un contexte de grandes innovations techniques et technologiques et, surtout, de forme.

La Madonna del Granduca est considérée comme l'une des œuvres les plus connues de Raphaël au point d'avoir été préférée par le Grand-Duc Ferdinand III de Lorraine. Il s'agit d'une peinture à l'huile sur bois (84,5x55,9 cm) datant d'environ 1504 et aujourd'hui conservée à la galerie Palatine de Florence. La provenance originale qui est présumée avoir été pour une destination privée lorsque le jeune Raphaël est arrivé à Florence est incertaine. Pour le visage le plus expressif et énigmatique de la Madone, la peinture est considérée comme l'un de ses chefs-d'œuvre les plus célèbres.

La Vierge, représentée debout, porte la robe rouge traditionnelle et le manteau bleu. L'impression est tirée que vous avancez vers le spectateur, sortant de l'obscurité. Sa figure exprime une décision mitigée avec une monumentalité partielle dans une relation figurative habilement équilibrée avec la Madone pour faire allusion à une rotation à droite contrebalancée par la rotation à gauche perçue de l'enfant. Avec sa main gauche reposant gracieusement sur l'axe idéal du visage-buste de la mère, presque pour attirer l'attention du spectateur. C'est une opération d'une grande maîtrise spatiale et dynamique de la peinture de la Renaissance déjà établie pour nous faire oublier la nature statique byzantine de la composition figurative de la Madone-Enfant médiévale dans la relation amoureuse entre la mère et le fils.

Le jeu des ombres et de la lumière ne doute pas qu'il rappelle la "nuance" bien connue de Léonard de Vinci que l'Urbino a certainement commencé à apprécier dans les premières années de son séjour florentin avec des références aux Madones des frères Robbia et aux effets le relief et la plasticité de sculpteurs florentins comme Ghiberti et Donatello.

Dans la Madone du Grand-Duc, Raphaël exalte le drapage du manteau de la Madone en rappelant le sens de la vie et c'est précisément la référence au mouvement de torsion de l'enfant qui met en évidence cette liberté picturale jusqu'alors inconnue. Essentiellement, le mouvement et l'émotion sont combinés pour trouver de la profondeur dans l'expressivité calme des deux sujets exaltés par l'obscurité de l'arrière-plan, ajoutés ensuite à la composition confondant ainsi avec les valeurs de présence et de spiritualité de Madonna exaltées, avec raison, au rôle de gloire.

Il y aurait beaucoup à écrire sur la description, l'interprétation et la symbologie, les références historiques, le style et la technique avec le dessin qui précède la peinture, les effets de couleur et d'éclairage, la composition et l'encadrement du chef-d'œuvre de Raphaël qui se matérialise dans une image finale dans laquelle prédominer. Je suis le teint de la Vierge à l'Enfant, la grâce sinueuse de la draperie du manteau de Marie, les lignes tendues en hauteur les formes du corps de l'Enfant, le tout rehaussé par l'équilibre chromatique en clair-obscur qui se termine par une nuance qui a dépassé Leonardo.

Déjà par ses contemporains et Raphaël, il avait été considéré comme "Le Dieu de la peinture", le maître de la beauté classique, le génie de la composition de la forme et de la couleur, la lumière et l'ombre dans tous les médias qu'il a abordés. À Rome, il s'est mesuré avec Michel-Ange qui l'accuse d'espionnage. La rencontre a lieu au Vatican avec Michel-Ange traitant de la Chapelle Sixtine et Raphaël avec les salles du Pape.

Une histoire, celle des deux peintres, marquée par une rivalité qui a conduit à des chefs-d'œuvre de l'art avec Michel-Ange d'accepter contre son gré la mission du Pape pour la voûte de la Chapelle Sixtine, qui a finalement révolutionné l'art et l'image de l'homme, et Raphaël avec "L' école d'Athènes" et d'autres fresques pour inventer une vision révoltante de l'harmonie universelle.

Harmonie céleste donc et Italie. . . . Italie. . . . . toujours l'Italie: pour le meilleur ou pour le pire.

 

 

 

 

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BIG - Bjarke Ingels Group (Traduzione in italano)

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Dal prestigioso quotidiano Svizzero NZZ (www.nzz.ch) . . . . .
per porre in riflessione certi maghi italiani.
Traduzione dal tedesco.

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Il clima ispira la stella dell'architettura Bjarke Ingels: "Proprio perché le persone determinano e accelerano i cambiamenti climatici, saranno la soluzione".

Informazioni sull'architetto danese Bjarke Ingels I film di Netflix sono girati. Preferisce comunicare con i suoi fan tramite Instagram. A suo avviso, la protezione del clima non dovrebbe avere nulla a che fare con il divieto, ma con l'aumento della gioia di vivere. Antje Stahl lo ha incontrato in Norvegia per un discorso.

Antje Stahl, 30.10.2019

 

Bjarke Ingels, fondatore dello studio di architettura danese e internazionale BIG.

 

 

Ora potremmo parlare un po 'della regina Sonja di Norvegia: qualche settimana fa, accompagnata dalla banda di ottoni della banda militare, non ha appena inaugurato un museo privato a nord di Oslo. No, ha anche realizzato stampe colorate di paesaggi per i quasi 500 ospiti di questo evento. A seguito di discorsi, cene e feste, queste immagini sono state firmate da alberi ossuti e distribuite insieme con una salsiccia di alce in un sacchetto di iuta.

Sonja era d'accordo con questo bizzarro mix di goodie bag? Oppure voleva competere con gli altri artisti qui esposti, tra cui Anish Kapoor, Yayoi Kusama e Olafur Eliasson? Dovremo chiarirlo altrove. I reali (anche il principe ereditario Frederik di Danimarca) ci dissuaderebbero troppo dal nostro vero protagonista: dopo tutto, l'architetto Bjarke Ingels è qui nella foresta norvegese vicino a Jevnaker per un'intervista.

Per settimane, o sciocchezze, mesi, abbiamo scritto al suo studio di architettura BIG con la richiesta di fissare finalmente un appuntamento con l'architetto danese che parla in modo così diverso di cambiamenti climatici, sostenibilità e crisi, come quello degli attivisti e I politici e persino gli architetti sono abituati. I film di Netflix sono quindi girati da Bjarke Ingels, nato nel 1974, tiene conferenze TED e comunica con i suoi innumerevoli fan tramite Twitter e Instagram (con quasi 700000 follower). Questo lo rende uno dei pochi architetti che raggiungono le masse. Gli investitori lo adorano anche per le sue capacità di narrazione, raccogliendo ordini in tutto il mondo. Si dice anche che salvi Manhattan dall'innalzamento del livello del mare e costruisca una nuova striscia di terra intorno alla parte meridionale dell'isola entro il 2050. Naturalmente, i colleghi sono infastiditi dal successo su larga scala dell'ufficio. C'è una lettera aperta dell'Università di Harvard , in cui anche la prole ammette quanto sia geloso del successo di Ingels - e quanto frustrato che forse non salverà il mondo con i suoi progetti giganteschi. Quindi c'è molto di cui parlare. Per mezz'ora la macchina di PR ci ha concesso questa pop star in occasione dell'apertura del museo in Norvegia. Pertanto, non perdiamo tempo e. , ,
, , , Dai un'occhiata a lui con una foto di suo figlio di quasi un anno sul suo cellulare, che condivide anche sul suo account Instagram. , ,

Come si chiama tuo figlio?

Darwin. Ha anche il suo account Instagram, mentre pubblico tante foto di lui. Sono proprio come tutti gli altri genitori: penso che sia la creatura più interessante, affascinante, bella e brillante.
Come nota editoriale, "ridere" dovrebbe apparire per la prima volta a questo punto, ma mentre Bjarke Ingels ride incessantemente, ci rinunciamo e assumiamo da ora in poi che il lettore legge questa "risata".
E Darwin come in Charles. , ,
, , , sì, come Charles Darwin. Ha il suo compleanno il 21 novembre e Darwin pubblicò il suo primo libro, "Sull'origine delle specie", il 24 novembre 1859. Anche sua madre Ruth è spagnola e il nome funziona in spagnolo, danese e inglese. E Ruth significa "amico" in ebraico, e Darwin una volta era chiamato il suo "caro amico" in Inghilterra, e sì, adoro Charles Darwin.
Signor Ingels, perché sei l'unico architetto che sembra che il suo lavoro sia davvero buono per lui?
Ah, sì, è divertente. Bene, penso che il mio lavoro sia piacevole come qualsiasi altro. , , Abbiamo appena aperto una mostra intitolata "Formgiving", che consente agli architetti e ai progettisti di ricordare molto bene ciò che rende il nostro lavoro rilevante e importante: che gli diamo una forma che non ha uno, il futuro e soprattutto quello Futuro in cui vorremmo vivere. E non riesco proprio a immaginare un compito più eccitante e significativo di questo. Certo, a volte è difficile e una vera sfida - sicuramente non è sempre stato divertente lavorare su questo progetto, ci sono stati molti momenti di "fanculo, sì", ma poi ancora molti come "Jeeesus".
Bjarke Ingels ama i fumetti, forse dovremmo menzionarlo brevemente. Il suo fumetto architettonico «Sì è di più» è stato preso sul serio anche dal rigoroso settore dell'architettura. In questa Archicomic, il gruppo Bjarke Ingels, in breve BIG, ha formulato per la prima volta la speranza che l'architettura verde non dovrebbe apparire come noiose casse di cemento e non necessariamente vincoli per i suoi utenti.
Sul suo account Instagram, hai pubblicato una foto di un uomo che sembra che dici da 30 a 40 anni. Questo ti aiuta a entrare in empatia con il futuro?
Sì, come tutti, sono rimasto affascinato da questa app. , ,
, , , trasformando uno in una persona anziana usando i filtri. Immagina di avere 80 anni: che cosa hai raggiunto da allora?
Quindi se conti nella vita, ho poco più della metà dietro di me, giusto? Idealmente, sarei ricordato per cose che non ho ancora fatto. Voglio dire, sono molto contento dei nostri progetti, ma stiamo costantemente imparando e lavorando per esso o desideriamo crescere, svilupparci spiritualmente e creativamente. In tal senso, spero che il nostro contributo più significativo sia ancora davanti a noi.
E non hai ancora idea di come potrebbe essere?
Le idee fondamentali che hanno plasmato la nostra pratica per molti anni - come "Pragmatismo utopico" o "Sostenibilità edonistica" - continueranno a svolgere un ruolo importante nel nostro lavoro in futuro. Proprio come la convinzione che l'architettura e il design non abbiano nulla a che fare con lo stile o l'estetica, ma piuttosto modellano il futuro.
"Sostenibilità edonistica" è un'idea così entusiasmante, dopotutto, finalmente dissipa l'idea che sostenibilità significherà abbandono e proibizione: secondo il motto, se vogliamo proteggere l'ambiente, dobbiamo rinunciare alla nostra libertà, non possiamo più volare o carne mangia di più. Tuttavia, dicono: No, sostenibile può dare piacere, aumentare il piacere. Allora, quando hai fondato BIG nel 2005, pensavi che avresti avuto tanto successo?
Assolutamente no. Non sono mai stato particolarmente ambizioso o strategico. Ho aperto il mio ufficio solo perché ho lavorato per alcuni architetti in tutto il mondo e sapevo che volevo andare oltre la politica che è così diffusa negli studi di architettura. A tale proposito, preferivo rimanere senza alternative piuttosto che avere un piano.
Lasciamolo così.
Sempre più persone scendono in strada per il futuro. Ciò che guida e allo stesso tempo li scoraggia è l'idea di un pianeta Terra distrutto. Cosa ne pensi di un attivismo politico che si basa su scenari apocalittici?
Non credo che la disperazione sia particolarmente motivante. C'è molta incertezza sul futuro, non sappiamo se uno scenario del genere diventi davvero realtà. Tuttavia, se la Terra è la nostra unica opportunità di investimento, sarebbe saggio prendersene cura. Non possiamo permetterci di essere sorpresi o incasinati. Mi era stato detto in particolare a Berlino in occasione della conferenza "Progetto Manhattan" sulla molto propositivo sulle nuove tecnologie e il cambiamento climatico: E 'stato in particolare su come CO 2 in grado di ridurre le emissioni di CO 2 -free industria e gli investimenti in redditizia aziende. Una cosa del genere dimostra che stiamo affrontando una grande sfida e crisi, ma noi umani siamo molto bravi a affrontarla. Quindi sono ottimista, non perché penso che le cose funzioneranno da sole, ma perché le ripareremo.
Molti dei tuoi progetti non sembrano voler prevenire il cambiamento climatico, ma assumerlo. "Oceanix City", ad esempio, è costituito da gruppi di isole che possono nuotare nel mare. Forniscono alloggi per le comunità più piccole che sarebbero state sfollate dalle loro città alluvionate entro il 2050 e aree per molluschi e ostriche, centri culturali e sportivi, tetti solari. Tutto sommato un "ecosistema artificiale" senza gas di scarico e immondizia che ricorda un paradiso. Non è cinico vendere l'innalzamento del livello del mare come promessa?
Il chimico ed esperto di clima Sir David Kind ha recentemente mostrato immagini della Siberia, dove si sa che i terreni permafrost si scongelano. Questo rilascia il carbonio immagazzinato al suo interno, che porta a massicce esplosioni. Quindi, quando il mondo cambia, ci sono problemi molto grandi, ma possiamo gestirlo molto bene. Anche la vita si è evoluta attraverso l'adattamento e l'umanità si evolve attraverso la capacità di collaborare.

Se il nostro futuro è così, non viene risolto. Lo studio di architettura BIG, tuttavia, vuole rispondere all'innalzamento del livello del mare e ha progettato una città di isole, che nel 2050 ospiterà fino a 10.000 persone. A Oceanix City, potranno prendersi cura di se stessi, ad esempio attraverso campi di alghe, ostriche e letti di cozze. Esistono istituti scolastici, centri sportivi e ospedali, nonché vivai di bambù, "sei volte più resistenti" dell'acciaio. E ovviamente un bilancio energetico sostenibile. (Immagine: PD) Il tetto della nuova sede di Google dovrebbe ora essere in piedi. Le prove circolano in rete e i blog riportano i progressi del grande campus di Mountain View, in California. Come il guscio di una tartaruga, si trova nella Silicon Valley, i fronti delle finestre tra i tetti a forma di tenda sono chiamati "sorren gaden luce". Insieme a Heatherwick Studio di Londra, BIG ha progettato il nuovo volto del motore di ricerca Internet di successo a livello globale. (Foto: BIG) Al gruppo Bjarke Ingels piace pensare su larga scala: BIG ha completato una piramide residenziale nel 2016 sulla West 57th Street. VIA è ora ufficialmente chiamato l'edificio con le sue circa 700 unità abitative, che BIG descrive come "cortile", ovvero una miscela di cortile e grattacielo. (Foto: PD) Nel giardino del cortile di VIA c'è un grande giardino, come ci si aspetterebbe dalle città europee con sviluppo del blocco perimetrale. Vista sul fiume Hudson sulla West 57th Street. (Foto: PD) L '"8-House" o "Endless House", che è stata spostata nel 2009, collega 475 unità abitative tramite un loop. Ci sono case a schiera da uno a due piani e appartamenti per single, uffici e negozi e strade pubbliche che le collegano. A Ørestad, sull'isola di Amager, tra l'aeroporto e Copenaghen, dove si trova l'edificio, è emersa una piccola città della città. (Foto: PD) Le mini ville della "Mountain House" a Ørestad, che erano ammucchiate sopra un garage, sono state il primo progetto acclamato a livello internazionale di BIG dal 2006. Qui, lo studio di architettura ha giocato con le forme della natura per dare all'architettura un'immagine verde , (Foto: PD) Primo piano delle mini ville. (Foto: PD) Mountain House da lontano. (Foto: PD) Spazio pubblico: la "Piazza Rossa" nella superkilen di Copenaghen con pezzi fissi destinati a commemorare la società multiculturale nel distretto di Nørrebro. (Foto: PD) Con saggi cubici, BIG è stato in grado di realizzare un gesto estremamente efficiente in termini di spazio e formalmente efficace nel magazzino di transito nell'ex magazzino a cielo aperto di Basler Dreispitz. I balconi degli appartamenti angolari si affacciano direttamente sulla torre residenziale "Helsinki" di Herzog & de Meuron. (Foto: PD) La visualizzazione del "Musée Audemar Piguet" a Le Brassus nella Vallée du Joux, che aprirà nell'aprile 2020, mostra una serie di rampe d'accesso che possono essere utilizzate per lo sci di fondo in inverno. (PD)

Se il nostro futuro è così, non viene risolto. Lo studio di architettura BIG, tuttavia, vuole rispondere all'innalzamento del livello del mare e ha progettato una città di isole, che nel 2050 ospiterà fino a 10.000 persone. A Oceanix City, potranno prendersi cura di se stessi, ad esempio attraverso campi di alghe, ostriche e letti di cozze. Esistono istituti scolastici, centri sportivi e ospedali, nonché vivai di bambù, "sei volte più resistenti" dell'acciaio. E ovviamente un bilancio energetico sostenibile. (Immagine: PD)

Ciononostante, sembra che le future bozze come "Oceanix City" dicano: Rilassati, quando il mondo crollerà, possiamo ancora averlo bello.
Sono convinto che possiamo influenzare il futuro. È fantastico essere un formulatore. Ed è fantastico che ora ci sia un museo qui in Norvegia che collega due sponde del fiume, che sono stato in grado di realizzare qualcosa del genere in un periodo di otto anni. Quasi allo stesso tempo, abbiamo aperto la centrale elettrica a Copenaghen dove è possibile sciare perché abbiamo costruito la centrale elettrica più pulita al mondo. Quindi sì, se non facciamo nulla, molto può andare storto, ma è per questo che non dovremmo fare nulla.
(Inserto breve: Copenhill, un inceneritore di rifiuti a Copenaghen dove si può effettivamente sciare, è stato un argomento caldo per la stampa per anni , ed è uno di quei prestigiosi progetti degli architetti BIG che sono tanto sbagliati quanto loro: i rifiuti vengono trasformati in elettricità qui, I filtri del gas di scarico all'avanguardia assicurano che nessuna sostanza tossica penetri nell'atmosfera, come hanno finalmente attestato le autorità danesi, e ai bambini è ora ufficialmente permesso indossare gli sci sulla collina dell'edificio nell'area industriale. "Non c'è neve, ma la plastica verde La domanda è se questa forma di "sostenibilità edonistica" - non segnali anche alla prole che i rifiuti sono buoni per l'uso ricreativo.)
Cosa mi consigliate?
Dovresti trovare suggerimenti pratici e tangibili. Attualmente stiamo lavorando a una sorta di meta-progetto che chiamiamo Masterplanet, un piano generale per il pianeta. Sappiamo che gli umani sono in grado di coordinare le missioni intergenerazionali che hanno bisogno di risorse infinite. È così che abbiamo costruito cattedrali. Abbiamo solo bisogno di un piano generale. Al momento c'è molta letteratura e molti documenti che dimostrano il caos e definiscono i problemi, ma ci sono solo obiettivi climatici parziali: questa città vuole cambiare questo in questo momento e quelli raggiungono qualcos'altro . , , ma questo non va da nessuna parte in un piano generale.
E che aspetto ha questo "piano generale"?
Dobbiamo ancora svilupparlo, ma riunirà alcune grandi società private, istituzioni internazionali, opportunità di investimento e progetti. Il cambiamento climatico è nelle mani dei politici o poi degli scienziati. Ciò che architetti e designer possono contribuire è che le cose vengono realizzate, implementate e progettate. Sappiamo come farlo: tracciare un'idea, studiarla, testarla e sviluppare una tabella di marcia. Politici e scienziati non dovrebbero decidere il nostro futuro, ma architetti, ingegneri e investitori.
Riesci a immaginare di lavorare con Greta Thunberg?
Chiaro! Greta è una grande mascotte per una generazione frustrata dall'idea che il mondo sembra andare in rovina e nessuno ci sta facendo nulla. Mi piacerebbe sentire il tuo contributo, ma probabilmente avremmo bisogno di molta esperienza nel campo della scienza, della tecnologia, della chimica. Si tratterà di materiali, calcestruzzo, soluzioni pratiche.
Un rapporto delle Nazioni Unite del 2017 documenta che l'industria delle costruzioni rappresenta il 36 percento del consumo globale di energia e quasi il 40 percento delle emissioni di CO2. In altre parole, l'architettura è percepita come un problema; tu la presenti come una soluzione. Come funziona?
Se le persone fossero etichettate come parte del problema, sarebbe vero, ma stupido allo stesso tempo o no? Proprio perché le persone stanno producendo e accelerando i cambiamenti climatici, saranno sicuramente la soluzione. Se cambiamo il clima sulla Terra quasi per caso, immagina cosa è successo se volessi cambiarlo consapevolmente. Abbiamo la capacità - il potere di farlo.
Eppure l'industria delle costruzioni sta distruggendo l'ambiente. BIG è al 50 ° posto nella classifica "WA100" con 248 dipendenti nei più grandi studi di architettura del mondo. I tuoi progetti sono all'altezza del nome del tuo ufficio: sono enormi complessi residenziali, hotel, grattacieli per i maggiori investitori. Come si combinano la protezione del clima e la macchina del denaro architettonico?
Chiunque pensi che l'architettura sia un problema così grande dovrebbe cercare di essere senzatetto. Se gli edifici sono un problema, eliminali. Quindi sarà molto difficile sopravvivere all'inverno a Zurigo.

Questa è una risposta molto polemica.

Sì, è anche una risposta stupida, ovviamente, ma se abbiamo una scelta tra architettura e senzatetto, scegliamo architettura. Esistono pochissimi posti al mondo in cui da 7,5 a 8 miliardi di persone potrebbero vivere senza di loro, almeno non in Norvegia, Zurigo o Copenaghen: abbiamo bisogno dell'architettura. Una delle caratteristiche che definisce la vita in contrapposizione alla materia morta è che consuma energia. Il consumo di energia non è una brutta cosa, ma una buona cosa, almeno se pensi che la vita sia una buona cosa. Vogliamo usare l'energia. Non vogliamo semplicemente sprecarlo. In un certo senso, questo è anche il problema dell'inquinamento atmosferico: CO 2 e gas a effetto serra sono sottoprodotti che nessuno vuole o di cui ha bisogno. Ma cosa succede se diventano risorse quando creano nuove cose, ad esempio le fibre di carbonio? In Svizzera, c'è la società Climeworks, che ha sviluppato una tecnologia che cattura il carbonio.
Proprio come le navi dell'aspirapolvere devono pescare la plastica dai mari. Invece di combattere la causa - l'uso della plastica, l'industria dell'imballaggio e così via - stai inventando sempre nuove macchine. Questo aumenta l'economia.
Vedi la verità in faccia. Se vuoi respirare aria pulita, smetti di fumare, ma non lo fai. Quindi dobbiamo pulire l'aria mentre stiamo ancora fumando. Non tutte le auto sono elettriche e tutte le centrali elettriche sono pulite, il riscaldamento globale è realtà. Sono d'accordo che devi arrivare alla causa del problema, ma finché non lo abbiamo risolto, dobbiamo usare altri mezzi. Sono un ottimista, abbiamo la cultura per affrontarla, solo molte persone devono metterci molta energia.
Non di rado, gli architetti cercano di risolvere il problema dal punto di vista architettonico: ad esempio, non ricostruendo, ma utilizzando lo stock esistente o riciclando i rifiuti di costruzione.
Anche questa è un'ottima idea. Tutti i nostri uffici sono situati in edifici esistenti, stiamo trasformando un vecchio grande magazzino sulla 5th Avenue a New York in un ufficio, un vecchio magazzino a Soho presso la sede di "The Atlantic" e un vecchio bacino portuale in un museo. Certo. Ma quando guardi alla crescita della popolazione, è chiaro che avremo bisogno di più edifici, che dovremo sostituire quelli vecchi, che le persone potrebbero voler uscire dalle loro capanne e condividerle con dodici membri della famiglia. Sarebbe folle condannare l'architettura. Al contrario, è così buono che può migliorare la qualità della vita, forse proteggere un bambino dalla respirazione nell'aria inquinata. Stiamo appena iniziando a comprendere le conseguenze delle nostre azioni, quindi saremo in grado di disinnescarle e trasformarle in qualcosa di positivo.
Credono nei buoni vecchi progressi.
L'equilibrio non è uno stato stabile - un funambolo bilancia, perché se si ferma, cadrebbe immediatamente. Continua a muoversi un po ', il che significa che usa molta energia per mantenere l'equilibrio.
Stai parlando di te? Si muovono sempre. Secondo il tuo account Instagram, fai il pendolare tra il Burning Man Festival nel deserto del Nevada, King's Landing, il sito principale della serie televisiva Game of Thrones, le Maldive, le isole greche e, naturalmente, la Scandinavia. Qual è la tua impronta ecologica?
È molto bello che tu lo chieda. Io volo cioè SAS, e ci compensare il CO ₂ emissione di tutti i nostri voli business.
E l'impronta ecologica della tua azienda?
Non ho ancora calcolato, ma sono sicuro che è praticamente nel range negativo. , ,
Come annunciato, eravamo a solo mezz'ora di distanza per questa conversazione. Bjarke Ingels ora deve guidare un gruppo di giornalisti internazionali attraverso The Twist, il museo del ponte privato della Norvegia. Tra un'ora arriverà anche la regina Sonja con la banda di ottoni e i suoi colorati dipinti di paesaggi. Il collezionista d'arte, imprenditore di successo e proprietario del parco di sculture Christian Sveaas la saluta come la sua migliore amica. Prost. Grazie E arrivederci

Riconciliazione con architettura insignificante? Il museo privato norvegese "The Twist" brilla in alluminio, non arte.
Antje Stahl 30.10.2019, 05:30
Un architetto danese si affida alla narrazione
svf. · Bjarke Ingels, nato nel 1974, ha fondato il suo ufficio Bjarke Ingels Group, abbreviato BIG, all'età di 31 anni. Nel frattempo, dopo Copenaghen, la compagnia ha anche sede a New York, Londra e Barcellona, ​​con 17 soci, 26 associati e 15 direttori. La carriera di Ingels iniziò con il boom dell'edilizia abitativa nella parte meridionale della città di Copenaghen, Ørestad, dove dapprima attirò l'attenzione con due edifici figurativi di grandi dimensioni (sotto forma di lettere V e M e poi come paesaggio collinare sopra un garage).
La svolta internazionale è arrivata nel 2009, anche a Ørestad, con la "Casa senza fine" (da non confondere con il lavoro concettuale di Friedrich Kiesler), che non è affatto una casa, ma un intero distretto di case a schiera lungo una strada interna. Questo conduce come un ciclo di Möbius, o proprio come un 8 sdraiato per infinito, attraverso l'enorme struttura. Contrariamente allo scetticismo iniziale dei tradizionali sviluppatori urbani, se il sogno di megastrutture formalistiche non riemerga qui, l'8-House è stata ben accolta dai residenti e, nonostante la sua posizione periferica, un vivace quartiere. L'idea di continuare l'Unité d'habitation di Le Corbusier in un adattamento contemporaneo può essere sentita nelle case a schiera, negli appartamenti e nelle vie di accesso strettamente annidate e collegate. L'unico problema è forse i molti turisti architettonici a cui viene detto alla rampa verso la rampa che le loro visite qui non sono davvero desiderabili.

Tra i numerosi e importanti progetti internazionali che BIG è stato in grado di progettare e implementare parzialmente includono una torre residenziale a forma di piramide a New York e la Lego House a Billund, in Danimarca, che integra la Lego Land danese come hotel. Tutti mostrano non solo il linguaggio pittorico dell'ufficio, ma anche i giochi in scala e talvolta la GRANDE massa. I mattoncini Lego diventano letteralmente il modello di un blocco di case o una spirale ispirata all'orologeria diventa una rampa per gli sciatori di fondo: nel museo dell'orologeria "contemporaneo e tradizionale" con la pensione "Museo Atelier Audemars Piguet" a Le Brassus (Vallée de Joux) nella Svizzera francese , che è attualmente in costruzione e dovrebbe essere aperto nella primavera del 2020. In Svizzera, la conversione e l'estensione del campo di transito di Dreispitz nell'ex magazzino a cielo aperto di Basilea-Münchenstein sono state completate nel 2016.

La mostra "Formgiving" di BIG presso il Danish Architecture Centre di Copenaghen, durerà fino al 12 gennaio 2020.

 


 

 

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BIG -Bjarke Ingels Group, Danimarca

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Dal prestigioso quotidiano NZZ (www.nzz.ch)

 

Das Klima inspiriert den Architekturstar Bjarke Ingels: «Gerade weil Menschen den Klimawandel hervorbringen und beschleunigen, werden sie auch die Lösung sein.»

Über den dänischen Architekten Bjarke Ingels werden Netflix-Filme gedreht. Mit seinen Fans kommuniziert er bevorzugt über Instagram. Dabei vertritt er die Ansicht, dass Klimaschutz nichts mit Verboten, sondern mit der Steigerung von Lebenslust zu tun haben sollte. Antje Stahl traf ihn in Norwegen zum Gespräch.

Antje Stahl30.10.2019, 05:30 Uhr

 


Bjarke Ingels, Gründer des dänischen und internationalen Architekturbüros BIG. (Bild: PD)

Über die Königin Sonja von Norwegen könnten wir jetzt ein wenig plaudern: Vor wenigen Wochen hat sie, begleitet von der Blasmusik der Militärkapelle, nämlich nicht nur ein Privatmuseum nördlich von Oslo eingeweiht. Nein, sie hat für die knapp 500 Gäste dieses Events auch noch höchstpersönlich bunte Landschaftsdrucke angefertigt. Im Anschluss an Reden, Dinner und Party wurden diese Bilder von knöchrigen Bäumen handsigniert und zusammen mit einer Elchwurst in einem Jutebeutel ausgehändigt.

Ob Sonja dieser bizarren Goodie-Bag-Mischung zugestimmt hat?, fragte man sich. Oder sie den anderen Künstlern Konkurrenz machen wollte, die hier ausgestellt werden, darunter Anish Kapoor, Yayoi Kusama und Olafur Eliasson? Das werden wir an anderer Stelle klären müssen. Die Royals (der Kronprinz Frederik von Dänemark war auch da) würden uns einfach zu sehr von unserem eigentlichen Protagonisten abbringen: Immerhin steht der Architekt Bjarke Ingels hier im norwegischen Wald bei Jevnaker für ein Interview zur Verfügung.

Über Wochen, ach Quatsch, Monate haben wir sein Architekturbüro BIG angeschrieben mit der Bitte, uns doch endlich einmal einen Termin mit dem dänischen Architekten einzurichten, der so ganz anders über den Klimawandel, die Nachhaltigkeit und die Krise spricht, als man das von Aktivisten und Politikern und sogar von Architekten so gewohnt ist. Netflix-Filme werden deshalb über Bjarke Ingels, Jahrgang 1974, gedreht, er gibt TED-Talks und kommuniziert mit seinen unzähligen Fans über Twitter und Instagram (mit immerhin knapp 700 000 Followern). Das macht ihn zu einem der wenigen Architekten, die nach den Massen greifen. Auch Investoren lieben ihn für seine Storytelling-Künste, überhäufen ihn weltweit mit Aufträgen. Manhattan soll er sogar vor dem steigenden Meeresspiegel retten und bis 2050 einen neuen Landstreifen rund um den südlichen Teil der Insel bauen. Kollegen nervt dieser grossmassstäbliche Erfolg des Büros natürlich. Über die Universität Harvard findet man einen offenen Brief, in dem sogar der Nachwuchs zugibt, wie neidisch er auf den Erfolg von Ingels ist – und wie frustriert, dass er die Welt mit seinen Mammutprojekten vielleicht doch nicht retten wird. Es gibt also viel zu besprechen. Eine halbe Stunde gewährte uns die PR-Maschine anlässlich der Eröffnung des Museums in Norwegen mit diesem Pop-Star. Verschwenden wir daher keine Zeit und . . .

. . . schauen uns mit ihm in aller Ruhe ein Foto von seinem knapp einjährigem Sohn auf seinem Mobiltelefon an, das er auch auf seinem Instagram-Account teilt . . .

Wie heisst Ihr Sohn?

Darwin. Er hat auch seinen eigenen Instagram-Account, da ich so viele Fotos von ihm poste. Ich bin halt wie alle anderen Eltern auch: Ich denke, er ist das interessanteste, faszinierendste, schönste, brillanteste Wesen.

Als Anmerkung der Redaktion müsste an dieser Stelle eigentlich zum ersten Mal «lacht» auftauchen, da Bjarke Ingels aber ununterbrochen lacht, verzichten wir darauf und setzen ab sofort voraus, dass die Leserin dieses «Lachen» mitliest.

Und Darwin wie in Charles . . .

. . . ja, wie Charles Darwin. Er hat am 21. November Geburtstag, und Darwin hat sein erstes Buch, «Über die Entstehung der Arten», am 24. November 1859 publiziert. Seine Mutter Ruth ist zudem Spanierin, und der Name funktioniert sowohl auf Spanisch als auch auf Dänisch und Englisch. Und Ruth bedeutet auf Hebräisch «Freund», und Darwin nannte man in England früher seinen «lieben Freund», und ja: Ich liebe halt Charles Darwin.

Herr Ingels, warum sind Sie eigentlich der einzige Architekt, der wirkt, als bereite ihm sein Job so richtig gute Laune?

Ha, ja, das ist lustig. Also ich glaube, mein Job bereitet mir genauso viel Freude wie anderen auch . . . Wir haben gerade eine Ausstellung eröffnet mit dem Titel «Formgiving», die uns Architekten und Designer ganz gut daran erinnern kann, was unseren Beruf eigentlich relevant und wichtig macht: dass wir dem eine Form geben, das noch keine hat, der Zukunft und insbesondere der Zukunft, in der wir gerne leben möchten. Und ich kann mir einfach keine aufregendere und bedeutungsvollere Aufgabe vorstellen als diese. Selbstverständlich ist es manchmal hart und eine echte Herausforderung – es war definitiv nicht immer lustig, an diesem Projekt zu arbeiten, es gab viele «Fuck, yeah»-Momente, dann aber auch wieder viele wie «Jeeesus».

Bjarke Ingels liebt Comics, das sollten wir vielleicht kurz erwähnen. Sein Architekturcomic «Yes is more» wurde sogar vom strengen Architekturbetrieb einigermassen ernst genommen. In diesem Archicomic formulierte die Bjarke Ingels Group, kurz BIG, zum ersten Mal die Hoffnung, dass umweltverträgliche Architektur nicht aussehen müsse wie langweilige Betonkisten und nicht unbedingt Einschränkungen für seine Nutzer bedeuten müsse.

Auf ihrem Instagram-Account haben Sie das Foto eines Mannes gepostet, der aussieht wie Sie in sagen wir 30 bis 40 Jahren. Hilft Ihnen das, sich in die Zukunft hineinzuversetzen?

Jaaa, wie alle war auch ich von dieser App fasziniert . . .

. . . die einen mithilfe von Filtern in einen alten Menschen verwandelt. Stellen Sie sich vor, Sie wären 80 Jahre alt: Was haben Sie bis dahin erreicht?

Also wenn man in Lebenszeit rechnet, habe ich etwas mehr als die Hälfte hinter mir, richtig? Idealerweise würde ich für Dinge erinnert werden, die ich noch nicht gemacht habe. Ich meine, ich bin sehr glücklich mit unseren Projekten, aber wir lernen doch ständig dazu und arbeiten dafür oder sehnen uns danach, zu wachsen, uns geistig und kreativ weiterzuentwickeln. Insofern hoffe ich, dass unser bedeutsamster Beitrag noch vor uns liegt.

Und Sie haben noch keine Vorstellung davon, wie dieser aussehen könnte?

Grundsätzliche Ideen, die unsere Praxis seit vielen Jahren prägen – wie «Utopian Pragmatism» oder «Hedonistic Sustainability» –, werden auch in Zukunft eine grosse Rolle für unsere Arbeit spielen. Genauso wie die Überzeugung, dass Architektur und Design nichts mit Stil oder Ästhetik zu tun haben, sondern vielmehr der Zukunft eine Form geben.

«Hedonistic Sustainability» ist ein so aufregender Gedanke, immerhin vertreibt er endlich die Vorstellung, dass Nachhaltigkeit Verzicht und Verbote bedeuten wird: nach dem Motto, wenn wir die Umwelt schützen wollen, müssen wir unsere Freiheit aufgeben, dürfen wir nicht mehr fliegen oder kein Fleisch mehr essen. Sie hingegen sagen: Nein, nachhaltig kann Vergnügen bereiten, Lust steigern. Hätten Sie damals, als Sie im Jahr 2005 BIG gründeten, gedacht, dass Sie so viel Erfolg haben würden?

Auf keinen Fall. Ich war nie besonders ambitioniert oder strategisch. Ich habe mein eigenes Büro nur deshalb aufgemacht, weil ich bereits für einige Architekten rund um die Welt gearbeitet hatte und wusste, dass ich mich jenseits der Politik weiterentwickeln wollte, die in Architekturbüros so am Wirken ist. Insofern gingen mir eher die Alternativen aus, als dass ich einen Plan gehabt hätte.

Das lassen wir jetzt einfach mal so stehen.

Immer mehr Menschen gehen für die Zukunft auf die Strasse. Was sie antreibt und zugleich abschreckt, ist die Vorstellung eines zerstörten Planeten Erde. Was halten Sie von einem politischen Aktivismus, der auf apokalyptische Szenarien setzt?

Ich denke nicht, dass Hoffnungslosigkeit besonders motiviert. Es gibt sehr viel Ungewissheit über die Zukunft, wir wissen nicht, ob so ein Szenario wirklich Realität wird. Wenn die Erde allerdings unsere einzige Anlagemöglichkeit ist, wäre es weise, sich besonders gut um sie zu kümmern. Wir können es uns schlichtweg nicht leisten, überrascht zu werden oder es zu versauen. Ich war gerade in Berlin auf der Konferenz «Manhattan Projects», auf der sehr proaktiv über neue Technologien und den Klimawandel gesprochen wurde: Es ging konkret darum, wie man CO2-Emissionen reduzieren kann, um CO2-freie Industrie und Investitionen in profitable Unternehmen. So etwas zeigt doch: Wir stehen vor einer grossen Herausforderung und Krise, aber wir Menschen sind sehr gut darin, damit umzugehen. Ich bin also optimistisch, nicht weil ich denke, dass sich die Dinge von selbst regeln, sondern weil wir sie regeln werden.

Viele Ihrer Projekte scheinen den Klimawandel nicht verhindern zu wollen, sondern vorauszusetzen. «Oceanix City» zum Beispiel besteht aus Inselgruppen, die im Meer schwimmen können. Sie bieten Wohnraum für kleinere Gemeinden, die im Jahr 2050 aus ihren überfluteten Städten vertrieben worden sein würden, und Anbauflächen für Muscheln und Austern, Kultur- und Sportzentren, Sonnendächer. Alles in allem ein «menschengemachtes Ökosystem» ohne Abgase und Abfall, das einem Paradies gleicht. Ist es nicht zynisch, den steigenden Meeresspiegel als Versprechen zu verkaufen?

Der Chemiker und Klimaexperte Sir David Kind zeigte jüngst Bilder aus Sibirien, wo bekanntlich die Permafrostböden tauen. Das setzt den Kohlenstoff frei, der darin gespeichert ist, und das führt zu massiven Explosionen. Wenn sich die Welt verändert, entstehen also sehr grosse Probleme, aber wir können sehr gut mit so etwas umgehen. Das Leben entwickelte sich ja auch durch Anpassung, und die Menschheit entwickelt sich durch die Fähigkeit zur Kollaboration.

Ob unser aller Zukunft so aussieht, sei einmal dahingestellt. Das Architekturbüro BIG allerdings will auf die steigenden Meeresspiegel reagieren und entwarf eine Stadt aus Inseln, die im Jahr 2050 bis zu 10 000 Menschen beherbergen soll. In Oceanix City werden sie sich selbst versorgen können, etwa durch Algenfelder, Austern- und Muschelbänke. Es gibt Bildungseinrichtungen, Sportzentren und Krankenhäuser sowie Baumschulen für Bambus, «der sechsmal so belastbar» sei «wie Stahl». Und selbstverständlich einen nachhaltigen Energiehaushalt. (Bild: PD)
Das Dach der neuen Firmenzentrale von Google soll mittlerweile stehen. Im Netz kursieren die Beweisfotos, und in Blogs wird über den Baufortschritt des grossen Campus in Mountain View, Kalifornien, berichtet. Wie der Panzer einer Schildkröte liegt er da im Silicon Valley, die Fensterfronten zwischen den zeltartigen Dächern werden «lächelnde Lichtgaden» genannt. Gemeinsam mit Londons Heatherwick Studio entwarf BIG das neue Gesicht der weltweit erfolgreichen Internetsuchmaschine. (Bild: BIG)
Die Bjarke Ingels Group denkt gerne im grossen Massstab: An der West 57th Street stellte BIG 2016 eine Wohnpyramide fertig. VIA heisst das Gebäude mittlerweile offiziell mit seinen rund 700 Wohneinheiten, das BIG als «courtscraper», also eine Mischung aus Hof und Hochhaus, beschreibt. (Bild: PD) Im Hofgarten von VIA befindet sich nämlich, wie man das eher von europäischen Städten mit Blockrandbebauung gewohnt ist, ein grosser Garten. Blick zum Hudson River an der West 57th Street. (Bild: PD) Das 2009 bezogene «8-House» oder «Endless House» verbindet über eine Schlaufe 475 Wohneinheiten. Es gibt ein- bis zweigeschossige Reihenhäuser und Apartments für Singles, Büros und Geschäfte und öffentliche Wege, die diese miteinander verbinden. In Ørestad auf der Insel Amager, zwischen dem Flughafen und Kopenhagen, wo das Gebäude sich befindet, entstand so eine kleine Stadt in der Stadt. (Bild: PD) Die über einer Parkgarage gestapelten Mini-Villen des «Mountain House» in Ørestad waren das international vielbeachtete Erstlingsprojekt von BIG aus dem Jahr 2006. Hier spielte das Architekturbüro mit Formen aus der Natur, um der Architektur ein grünes Image zu schenken. (Bild: PD)

Close-up der Mini-Villen. (Bild: PD)
Mountain House aus der Ferne. (Bild: PD)
Öffentlicher Raum: Der «Rote Platz» in Kopenhagens Superkilen-Anlage mit Versatzstücken, die an die multikulturelle Gesellschaft im Stadtteil Nørrebro erinnern sollen. (Bild: PD) Mit kubischen Aufsätzen gelang BIG beim Transitlager auf dem ehemaligen Freilager im Basler Dreispitz eine überaus flächeneffiziente und formal wirksame Geste. Die Balkone der Übereck-Wohnungen blicken direkt auf das Wohnhochhaus «Helsinki» von Herzog & de Meuron. (Bild: PD) Die Visualisierung des «Atelier Musée Audemar Piguet» in Le Brassus im Vallée du Joux, das im April 2020 eröffnet wird, zeigt eine Reihe von Zugangsrampen, die im Winter zum Langlauf benutzt werden dürfen. (PD)

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Ob unser aller Zukunft so aussieht, sei einmal dahingestellt. Das Architekturbüro BIG allerdings will auf die steigenden Meeresspiegel reagieren und entwarf eine Stadt aus Inseln, die im Jahr 2050 bis zu 10 000 Menschen beherbergen soll. In Oceanix City werden sie sich selbst versorgen können, etwa durch Algenfelder, Austern- und Muschelbänke. Es gibt Bildungseinrichtungen, Sportzentren und Krankenhäuser sowie Baumschulen für Bambus, «der sechsmal so belastbar» sei «wie Stahl». Und selbstverständlich einen nachhaltigen Energiehaushalt. (Bild: PD)

Trotzdem scheinen Zukunftsentwürfe wie «Oceanix City» zu sagen: Entspannt euch, wenn die Welt untergeht, können wir es trotzdem schön haben.

Ich bin davon überzeugt, dass wir die Zukunft beeinflussen können. Es ist phantastisch, ein Formgeber zu sein. Und es ist phantastisch, dass es jetzt hier in Norwegen ein Museum gibt, das zwei Flussseiten miteinander verbindet, dass ich so etwas in einem Zeitraum von acht Jahren verwirklichen durfte. Fast gleichzeitig eröffneten wir das Kraftwerk in Kopenhagen, auf dem man Skilaufen kann, weil wir das sauberste Kraftwerk in der ganzen Welt gebaut haben. Also ja, wenn wir nichts tun, kann eine Menge schiefgehen – aber deshalb sollten wir nicht nichts tun.

(Kurzer Einschub: Copenhill, eine Müllverbrennungsanlage in Kopenhagen, auf der man tatsächlich Skilaufen kann, wird schon seit Jahren in der Presse diskutiert. Es ist eines dieser Prestigeprojekte des Architekturbüros BIG, das so falsch wie richtig wirkt: Abfall wird hier in Strom verwandelt, und modernste Abgasfilter sorgen dafür, dass keine Giftstoffe in die Atmosphäre treten, wie die dänischen Behörden nun endlich auch attestierten. Kindern ist es nun ab sofort hochoffiziell erlaubt, auf dem Gebäudeberg im Industriegebiet Ski anzuschnallen. Es gibt zwar keinen Schnee, aber das grüne Plastik auf dem Dach der Müllverbrennungsanlage tut es offenbar auch. Die Frage ist nur, ob diese Form der «Hedonistic Sustainability» – «hedonistischen Nachhaltigkeit» – dem Nachwuchs nicht auch signalisiert, dass Abfall gut für die Freizeitgestaltung ist.)

Was schlagen Sie vor?

Man sollte mit praktischen, handfesten Vorschlägen kommen. Wir arbeiten gegenwärtig an einer Art Meta-Projekt, das wir Masterplanet nennen, also einen Masterplan für den Planeten. Wir wissen ja, dass Menschen fähig sind, generationsübergreifend Einsätze zu koordinieren, die unendlich viele Ressourcen brauchen. So haben wir Kathedralen gebaut. Wir brauchen nur einen Masterplan. Gegenwärtig gibt es eine Menge Literatur und viele Dokumente, die das Chaos belegen und die Probleme definieren, aber es gibt nur partielle Klimaziele: Diese Stadt möchte dies zu diesem Zeitpunkt verändern und jene etwas anderes erreichen . . . aber das läuft nirgendwo in einem Masterplan zusammen.

Und wie sieht dieser «Masterplan-et» aus?

Wir müssen ihn erst noch erarbeiten, doch er wird einige grosse Privatunternehmen, internationale Institutionen, Investitionsmöglichkeiten und Entwürfe zusammenführen. Der Klimawandel liegt entweder in den Händen von Politikern, oder dann von Wissenschaftern. Was Architekten und Designer beitragen können, ist, dass Dinge realisiert, umgesetzt und gestaltet werden. Wir wissen, wie das geht: eine Idee zu verfolgen, dieses zu studieren und jenes zu testen und einen Fahrplan zu erarbeiten. Über unsere Zukunft sollten nicht Politiker und Wissenschafter entscheiden, sondern Architekten, Ingenieure und Investoren.

Können Sie sich vorstellen, mit Greta Thunberg zusammenzuarbeiten?

Klar! Greta ist ein grossartiges Maskottchen für eine Generation, die frustriert ist von der Vorstellung, dass die Welt unterzugehen scheint und niemand etwas dagegen tut. Ich würde gerne ihren Input hören, aber wir würden wohl schon sehr viel Expertise aus der Wissenschaft, der Technologie, der Chemie brauchen. Es wird um Materialien gehen, um konkret umsetzbare, praktische Lösungen.

Ein Uno-Bericht aus dem Jahr 2017 dokumentiert, dass die Bauindustrie 36 Prozent des weltweiten Energieverbrauchs ausmacht und fast 40 Prozent des Co2-Ausstosses. Architektur wird mit anderen Worten als Problem wahrgenommen, Sie präsentieren sie als Lösung. Wie geht das zusammen?

Wenn man die Menschen als Teil des Problems bezeichnen würde, wäre das wahr, aber gleichzeitig auch bescheuert, oder nicht? Gerade weil Menschen den Klimawandel hervorbringen und beschleunigen, werden sie auf jeden Fall auch die Lösung sein. Wenn wir das Klima auf der Erde quasi aus Versehen verändern, stellen Sie sich vor, was passierte, wenn man es bewusst verändern möchte. Wir haben die Kapazität – die Kraft dazu.

Und trotzdem zerstört die Bauindustrie die Umwelt. BIG wird im «WA100»-Ranking mit 248 Mitarbeitern auf Platz 50 der weltweit grössten Architekturbüros geführt. Ihre Projekte machen dem Namen Ihres Büros alle Ehre: Es sind riesengrosse Wohnkomplexe, Hotels, Hochhäuser für Grossinvestoren. Wie passen Klimaschutz und Architekturgeldmaschine zusammen?

Jeder, der denkt, dass Architektur so ein grosses Problem darstellt, sollte versuchen, obdachlos zu sein. Wenn Gebäude ein Problem sind, dann schaffen Sie sie ab. Dann wird es nur sehr hart, den Winter in Zürich zu überstehen.



Das ist eine sehr polemische Antwort.

Ja, es ist auch eine dumme Antwort, klar, aber wenn wir die Wahl haben zwischen Architektur und Obdachlosigkeit, entscheiden wir uns für die Architektur. Es gibt nur sehr wenige Orte auf der Welt, wo 7,5 bis 8 Milliarden Menschen ohne sie leben könnten, jedenfalls nicht in Norwegen, Zürich oder Kopenhagen: Wir brauchen Architektur. Eines der Merkmale, die das Leben im Gegensatz zu toter Materie definieren, ist, dass es Energie verbraucht. Energie zu verbrauchen, ist also keine schlechte, sondern eine gute Sache, jedenfalls wenn man das Leben für eine gute Sache hält. Wir wollen Energie verbrauchen. Wir wollen sie nur nicht verschwenden. In gewisser Hinsicht ist das auch das Problem mit der Luftverschmutzung: CO2 und Treibhausgase sind Nebenprodukte, die niemand will oder braucht. Aber was ist, wenn sie Ressourcen werden, wenn sie neue Dinge hervorbringen – Kohlenstofffasern zum Beispiel? In der Schweiz gibt es die Firma Climeworks, die eine Technologie entwickelt hat, die Kohlenstoff einfängt.

So wie die Staubsaugerschiffe das Plastik aus den Meeren fischen sollen. Statt die Ursache – den Einsatz von Plastik, die Verpackungsindustrie und so weiter – zu bekämpfen, erfindet man immer neue Maschinen. Das kurbelt die Wirtschaft an.

Sehen Sie der Wahrheit ins Gesicht. Wenn man saubere Luft einatmen möchte, sollte man aufhören zu rauchen, aber man tut es nicht. Also müssen wir die Luft reinigen, solange wir noch rauchen. Es sind eben noch nicht alle Autos elektrisch und alle Kraftwerke sauber, globale Erderwärmung ist Realität. Ich stimme ja zu, dass man an die Ursache des Problems kommen muss, aber solange wir diese nicht behoben haben, müssen wir uns mit anderen Mitteln behelfen. Ich bin Optimist, wir haben die Kultur, damit umzugehen, es müssen nur sehr viele Menschen sehr viel Energie hineinstecken.

Architekten versuchen das Problem ja nicht selten architektonisch zu lösen: Beispielsweise indem nicht neu gebaut, sondern der Bestand genutzt wird oder Bauabfälle wiederverwertet werden.

Das ist auch eine sehr gute Idee. Alle unsere Büros befinden sich in bestehenden Gebäuden, wir verwandeln einen alten Department-Store auf der 5th Avenue in New York in ein Büro, eine alte Lagerhalle in Soho in den Hauptsitz von «The Atlantic» und ein altes Hafenbecken in ein Museum. Klar. Aber wenn Sie sich das Bevölkerungswachstum anschauen, ist es klar, dass wir mehr Gebäude brauchen werden, dass wir alte ersetzen müssen, dass Leute vielleicht einmal aus ihren Hütten ausziehen wollen, die sie mit zwölf Familienmitgliedern teilen. Es wäre aberwitzig, Architektur zu verdammen. Sie ist im Gegenteil so gut, dass sie die Lebensqualitäten verbessern kann, ein Kind vielleicht davor schützt, verpestete Luft einzuatmen. Wir fangen doch gerade erst an, die Konsequenzen unseres Handelns zu verstehen, daher werden wir sie auch entschärfen und in etwas Positives verwandeln können.

Sie glauben an den guten alten Fortschritt.

Gleichgewicht ist kein stabiler Zustand – ein Seiltänzer balanciert, denn wenn er stillstünde, würde er sofort fallen. Er bewegt sich ununterbrochen ein klein wenig, das heisst, er verwendet sehr viel Energie darauf, sein Gleichgewicht zu halten.

Sprechen Sie über sich selbst? Sie bewegen sich ja auch ständig. Laut Ihrem Instagram-Account pendeln Sie zwischen dem Burning-Man-Festival in der Wüste des US-Bundesstaates in Nevada, King’s Landing, dem Hauptschauplatz der Fernsehserie «Game of Thrones», den Malediven, griechischen Inseln und natürlich Skandinavien. Wie ist Ihr ökologischer Fussabdruck?

Es ist sehr nett, dass Sie das fragen. Ich fliege nämlich mit SAS, und wir kompensieren den CO-Ausstoss aller unserer Geschäftsflüge.

Und wie sieht es mit dem ökologischen Fussabdruck Ihres Unternehmens aus?

Den habe ich noch nicht berechnet, aber ich mit mir sicher, er ist praktisch im Minusbereich . . .

Wie angekündigt, stand uns für dieses Gespräch nur eine halbe Stunde zur Verfügung. Bjarke Ingels muss eine Gruppe von internationalen Journalisten nun durch «The Twist», das private Brückenmuseum in Norwegen, führen. In einer Stunde wird auch Königin Sonja mit der Blaskapelle und ihren bunten Landschaftsbildern eintreffen. Der Kunstsammler, erfolgreiche Geschäftsmann und Skulpturenparkbesitzer Christen Sveaas begrüsst sie, wie seine besten Freundin. Prost. Vielen Dank. Und adieu.

Versöhnung mit sinnloser Architektur? Im norwegischen Privatmuseum «The Twist» glänzt das Aluminium, nicht die Kunst.

Antje Stahl 30.10.2019, 05:30

Ein dänischer Architekt baut auf Storytelling

svf. · Bjarke Ingels, Jahrgang 1974, gründete 31-jährig sein Büro Bjarke Ingels Group, abgekürzt BIG. Unterdessen ist das Unternehmen nach Kopenhagen auch in New York, London und Barcelona ansässig und wird von 17 Partnern, 26 Associates und 15 Direktoren geführt. Ingels’ Karriere begann mit dem Wohnungsbauboom in Kopenhagens südlicher Stadterweiterung Ørestad, wo er zuerst mit zwei figurativen Grossbauten (in Form der Buchstaben V und M und dann als Hügellandschaft über einer Parkgarage) auf sich aufmerksam machte.

Der internationale Durchbruch erfolgte dann 2009, ebenfalls in Ørestad, mit dem «Endless House» (nicht zu verwechseln mit Friedrich Kieslers konzeptueller Arbeit), das gar kein Haus, sondern ein ganzes Quartier aus Reihenhäusern entlang einer inneren Strasse ist. Diese führt wie eine Möbiusschlaufe, oder eben wie eine liegende 8 für unendlich, durch die riesige Struktur. Entgegen der anfänglichen Skepsis der traditionellen Städtebauer, ob hier nicht der Traum formalistischer Megastrukturen wieder auflebe, wurde das 8-House von den Bewohnern gut angenommen und trotz der peripheren Lage zum lebendigen Quartier. Die Idee, Le Corbusiers «Unité d'habitation» in einer zeitgenössischen Adaption weiterzuführen, ist in den eng verschachtelten und ineinander verschränkten Reihenhäusern, Wohnungen und Erschliessungswegen spürbar. Das einzige Problem sind vielleicht die vielen Architekturtouristen, denen am Aufgang zur Rampe mitgeteilt wird, dass ihre Besuche hier eigentlich nicht erwünscht sind.

Zu den zahlreichen und internationalen Grossprojekten, die BIG seither entwerfen und teilweise verwirklichen konnte, gehören auch ein pyramidenförmiges Wohnhochhaus in New York und das Lego-House im dänischen Billund, welches als Hotel das dänische Lego-Land ergänzt. Sie alle zeigen nicht nur die bildhafte Sprache des Büros, sondern auch die Massstabspielereien und zuweilen die Masslosigkeit von BIG. Legosteine werden hier buchstäblich zum Modell für einen Häuserblock, oder eine von Uhrwerken inspirierte Spirale wird zur Rampe für Langläufer: so im «zugleich zeitgenössischen wie traditionellen» Uhrenmuseum mit Gästeunterkunft «Musée Atelier Audemars Piguet» in Le Brassus (Vallée de Joux) in der Romandie, das zur Zeit im Bau ist und im Frühjahr 2020 eröffnet werden soll. In der Schweiz bereits fertiggestellt wurden 2016 der Umbau und die Aufstockung des Transitlagers am Dreispitz im ehemaligen Freilager in Basel-Münchenstein.

Die Ausstellung «Formgiving» von BIG im Danish Architecture Center, Kopenhagen, läuft noch bis zum 12. Januar 2020.



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Vivere la c i t t à

A Vittoria, falcia due bambini con un Suv

 

Un galantuomo, figlio di galantuomo, ubriaco e imbottito di stupefacenti falcia due tenere vite e allora ci si chiede come funzionano le istituzioni in „questa“ italia senza regole con un un numero esorbitante di forze dell' ordine a garanzia del disordine, corroborate dalla presenza di guardie e comandanti di guardie municipali, onorevoli, piccoli e grandi, che „legiferano“, carabinieri con mitra spianati e gambe regolarmente divaricate e paletta conficcata nel gambale, talvolta in divisa impeccabile, scarpe da passeggio, camicia bianca, cravatta e guanti neri davanti ad una indicazione stradale con la scritta: Corleone.

 

E con tutto ciò cresce l' olocausto di giovani vite immolate sull' altare dell' ignavia, dell' ignoranza e del disordine istituzionalizzato e a nulla vale predicare che appana varcato il confine che separa il Trentino dal Sudtirolo la realtà assume altre sembianze che, poi, sono quelle dell' ordine e della presenza di Stato e sane Istituzioni dove questi doni del cielo valore e presenza hanno.

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Artisti a confronto

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Artisti a confronto



Da Giorgio De Chirico

 

 

a

 

Massimo Colonna

 

 

 

con la realtà che resta quella che noi riusciamo ad immaginare.

 

Dalla grafica (a destra) distinguiamo a malapena se si tratta di una foto o di un Rendering e, se si una foto si tratta, potrebbe essere anche un fotomontaggio. È l' insicurezza che traspare dal lavoro di Massimo Colonna nella certezza Assoluta che si tratta di composizione generate al Computer capaci di ammaliare lo spirito grazie alle tenue tonalità cromatiche, ad un chiaro ordine geometrico ed all' incanto della sorpresa: un tutto che genera pacatezza, una realtà deformata sulla soglia di sconfinare nella finzione, come sovente accade nella nostra realtà quotidiana nella quale perfezione e imperfezione vengono percepite in quella maniera soggettiva, impossibile nella percezione di ordine e disordine in quanto l' uno non può essere confuso con l' altro, e viceversa, avendo ciascuno le sue connotazioni e i suoi caratteri con l' illusione e/o il metafisico come meccanismo capace di sottrarre alla perfezione e all' imperfezione il loro significato.

Comunque sia, un architetto che disegna col cuore e cavalca le onde hertziane del sentimento non può che trarre isprazione dai mondi di Giorgio De Chirico e Massimo Colonna e così accostarsi all' uomo, per il quale disegna un oggetto d' uso o <pro-getta>.una casa, ed alla natura della quale deve rispettar(n)e l' integrità, con umiltà.

È possibile.

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