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Rigenerazione urbana nel segno del Medioevo

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Approfondire lo studio dell' urbanistica medievale per salvare dal degrado i centri minori dell' Italia centro-insulare e ridare dignità alla dimora. È un compito difficile, ma non così difficile da affrontare con uno studio articolato che dall' urbanistica, intesa come costruzione della città, si estende alla tipicità delle tipologie residinziali medievali: la casa urbana „a schiera“ e la casa „a torre“ nel loro percorso di realizzazione, da una parte, e nelle loro innnumerevoli reinterpretazioni, dall' altra, per dare una risposta concretamente sociale alla richesta cogente di una casa nella città (come tale intendiamo anche la casa nei centri minori) che sia Bella, Economica e Sicura (la tipologia BES dello Studio PAA-PiroArchitektenAssoziierte, Germania), moderna e funzionale, tale da riscrivere e continuare il racconto meraviglioso che dall' oikos greca e dalla domus romana, le radici autentiche della città europea e connotato l' evolversi della città storica italiana.

 

L' urbanistica medievale, in uno con la Storia e la Teoria dell' Urbanistica e dell' Architettura, ci dà una mano per comprendere la natura dei nuclei urbani di nuova fondazione e dei loro schemi tipologici, delle trasformazioni territoriali da loro innestate e determinando l' evoluzione delle cità preesistenti.

 

Con la fine dell'Impero Romano e della "città romana", si concluse anche l'epoca dei "modelli" urbani del sistema regolare ad angolo retto e degli assi di riferimento, cardo e decumano, all' interno della città non più riscontrabili nelle città del Medioevo. La città medievale non è, pertanto, più basata su un unico piano. Piuttosto, si è sviluppato un paesaggio urbano molto omogeneo, che può essere suddiviso in fasi successive o epoche di sviluppo urbano.

 

Le città perdono le loro tradizionali funzioni amministrative e culturali pagane in termini di saccheggi e distruzioni militari come effetti della migrazione dei popoli, così come l'uso di antiche strutture come ponti di pietra, che trasformarono le metropoli originarie in insignificanti binari di raccordo. I punti di partenza per lo sviluppo della città nell' VIII e IX secolo furono da un lato le corti reali carolinge, che erano disposte lungo le rotte militari e commerciali dalle quali si formarono borghi e palazzi fortificati che servirono come basi per i re in viaggio.

 

Dobbiamo ricorrere alle varie fasi storiche della nascita dei nuovi insediamenti medievali e rifarci al VI e VII secolo, allorché furono fondate Comacchio e Ferrara per mano dell' Esarcato bizantino, in uno con i centri minori come Voghera dalla struttura a castrum per la difesa del territorio, e, nello stesso tempo mettere in rilievo la rarità del sorgere di centri nell' VIII secolo sotto il dominio longobardo, come Villanova (Modena).

 

Tra il X e l' XI secolo è per spinta della signoria la nascita dei insediamenti recintati ubicati in posizione sommitale, connotati da un limitato sviluppo dimensionale e regolarità d' impianto finalizzati all' antropizzazione ed al dominio e controllo del territorio, mentre è stato a partire del XII secolo, e marcatamente tra il XIII e il XIV secolo, il sorgere in Europa numerosi centri urbani di colonizzazione, allo scopo di popolare o ripopolare aree poco urbanizzate o emarginate durante i primi secoli dell' Alto medioevo, trattandosi preminentemente di aree di pianura , spesso impaludate di epoca romana esistenti sia fuori dell' Italia che nell' Italia centro-settentrionale.

 

Esemplari sono stati in Italia i nuovi insediamenti fiorentini dall' impianto a schema ortagonale con cinte murarie, attribuito ad Arnolfo da Cambio, delle terre nove, come Castelfranco, San Giovanni Valdarno (autentica lezione di urbanistica ineluttabilmente da recuperare), Terranuova, Bracciolini, con Firenzuola e Scarperia nel Mugello, a costituire un forte punto di riferimento per gli impianti insediativi dell' immediato fututro.

 

È in questa fase storica dello sviluppo urbano nel panorama italiano che ha luogo il dipanarsi meraviglioso del rosario di centri di nuova fondazione come Genova, Abenga, Siena, Lucca, Pisa, Volterra, Mantova, Bergamo, Brescia, Cremona, Piacenza, Treviso, Padova, Verona, Bologna, Novara, Vercelli, Asti. Ma in „questa“ italia si dorme o si vivacchia; si vegeta o si dissipano risorse economiche e intellettuali che dovrebbero essere impiegate per avviare un sentito risorgimento cilturale in grado di coinvolgere e trascinare Scuole di Architettura, giovani e opinione pubblica in un impetus mai più conosciuto dai tempi di un certo Fascismo degli Anni Trenta fino al suo tramonto a consegnarci una L.U. d' avanguardia, mortificata a pochi anni dopo il <battesimo del nulla> al credo democratico dall' avvento di disoneste leginne urbanistiche regionali prive di ogni intento culturale, l' ultima delle quali la sverognata <nuova legge urbanistica regionale> della Regione a statuto tutto speciale Sicilia, sottratta da un irresponsabile <ordinario di urbanistica>, ora sedicente assessore alla <Rigenerazione urbana, Sviluppo urbanistico della città policentrica e Mobilità sostenibile> nella Giunta comunale di Palermo, ad ogni senso della ragione e della cultura, il tutto all' interno della débâcle totale dell' istituto regionale e nel contesto di un degrado istituzionale, politico e morale dell' intero Paese, sconosciuto alle realtà delle democrazie occidentali e di Paesi come Cina, Giappone, Corea del Sud, Vietnam, etc.., che, sia pure nello stato cataplettico al quale è stata ridotta la coscienza nazionale, sia capace di esortarci e stimolarci ad avviare una crociata di moralizzazione capace di farci uscire da una paurosa condizione di ansima, liberare, in assenza di nostalgismi di maniera, i più alti sentimenti di orgoglio die quali siamo stati depredati con violenza e inganni.

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